3 ottobre: quale memoria per quale futuro e di chi ?

di Gianguido Palumbo.

“Ricorderò sempre le autopsie che abbiamo fatto sui primi 13 corpi. Anche se siamo abituati a lavorare sui disastri di massa, era la prima volta che facevamo un’autopsia sul cadavere di un migrante morto in mare. Il primo sacco nero aveva dentro il corpo di un ragazzo, probabilmente eritreo. Quello che mi ha colpito di più è che aveva cucito all’interno del maglione un piccolo sacchetto. Io sono abituata a fare autopsie per i tribunali e ho pensato subito che si trattasse di droga o di qualcosa di prezioso. E invece era un sacchetto di plastica con dentro una manciata di terra. Il poliziotto della scientifica che era lì con noi durante le autopsie ci ha detto che avviene spesso di trovare questi sacchetti di terra cuciti nei vestiti delle persone che arrivano in Italia, dopo la traversata del Mediterraneo. Si portano dietro la loro terra, e anche io lo farei”.

Augusta -Sicilia 22 nov. 2016 intervista della rivista INTERNAZIONALE alla dott.ssa Cattaneo sulle prime autopsie dei 728 cadaveri recuperati nel giugno 2016 dal Governo Italiano nel Canale di Sicilia ad un anno dal naufragio del Barcone il 18 aprile 2015 con centinaia di Migranti africani.

Il Barcone affondato nel 2015 con le centinaia di Migranti morti e recuperato nel 2016, dopo anni di discussione nazionale sulla sua possibile collocazione simbolica in alcune città italiane o davanti al Palazzo dell’Unione Europea a Bruxelles, è stato trasportato via mare per tre giorni e infine collocato nell’Arsenale di Venezia a giugno di quest’anno su proposta dell’artista svizzero Christoph Buechel e l’accettazione del curatore inglese di tutta la Biennale Arte, Ralph Rugoff. Scelta forte della Biennale e del curatore che però nell’allestire la presenza del Barcone hanno dimenticato di affiancare al relitto imponente una bacheca che spiegasse, ricordasse la storia di quello scafo con le informazioni principali per capirne la portata simbolica in quell’evento artistico internazionale. Infatti migliaia di visitatori italiani e sopra tutto stranieri, passano lì accanto senza capire o al massimo apprezzando la relazione estetica fra il relitto e la grande Gru di ferro arrugginito immobile da anni nel Bacino dell’Arsenale Veneziano.

Di questo evento scrivo all’inizio di questo articolo in memoria dei Morti Migranti del Mediterraneo perché temo che la forza simbolica di quel Barcone nella Biennale ARTE di Venezia 2019 NON stia nell’essere monito mondiale sul dramma dei Migranti ma paradossalmente sia monito della superficialità e forse della incoscienza del mondo artistico e culturale Europeo : concorda un’operazione forte con l’esposizione del Barcone in una delle più importanti occasioni d’ARTE del Mondo e poi NON la valorizza, non la spiega, non le dà quella forza che potrebbe avere se fosse presentata con qualche riga in più lingue e qualche foto relativa alla sua storia.

E così mentre il Barcone affondato nel Mediterraneo nel 2015 rimane a Venezia esposto fino a fine novembre, in questi giorni, esattamente il 3 ottobre, si celebra forse troppo superficialmente almeno in Italia, la Giornata Nazionale in Memoria delle vittime dell’immigrazione, istituita per ricordare un altro naufragio con meno morti ( 368 ) avvenuto il 3 ottobre 2013 sempre nel Canale di Sicilia. https://www.comitatotreottobre.it

Si visita distrattamente un Barcone di Migranti a Venezia e si ricorda forse retoricamente un altro Barcone a Lampedusa : in pochi giorni il tema delle MIGRAZIONI in Italia e in Europa ha ripreso molta attenzione anche grazie ad altri diversi eventi significativi.

Da una parte continuano ad arrivare su piccole barche dalla Libia centinaia di migranti africani e mediorientali non certo grazie alle “ONG taxi del mare” ma alla incapacità europea e italiana di controllare e bloccare il Traffico di Esseri Umani in Africa e in Libia: arrivavano in tanti nei barchini già da almeno un anno ma il Governo Salvini-Di Maio faceva finta che il problema fossero solo i migranti salvati dalle Navi ONG !

Nel frattempo a Malta pochi giorni fa è stato firmato un primo patto internazionale pur limitato a pochi Paesi Europei ( Malta , Italia, Francia, Germania, Finlandia ) per garantire che i Migranti salvati in mare siano automaticamente portati e accolti in uno dei Paesi firmatari : non è la soluzione definitiva ma è certamente una novità positiva.

Ma negli stessi giorni la nuova Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha scatenato una giusta polemica da parte di politici e intellettuali di diversi paesi per la sua proposta di denominazione della Commissione sulle Politiche Migratorie come “Commissione per la protezione dello stile di vita europeo”: per iniziare un nuovo corso di Politiche sulle Migrazioni non c’è male ! Sembra che poi la Presidente abbia precisato e stiano concordando una denominazione nuova.

In Italia improvvisamente si è anche riacceso il dibattito pubblico sulla Cittadinanza Italiana a figli di immigrati e quindi sulla legge sospesa dello IUS SOLI (approvata alla Camera nel 2016 ma non presentata al Senato per timore di un suo rifiuto in assenza di una maggioranza sicura durante il Governo Gentiloni nel 2017 ). La nuova idea per riprovare a legiferare con sicurezza su questo tema molto importante per la vita di quasi 1 milione di giovanissimi ( bambini-e e ragazzi-e, italiani-e di fatto ma non di legge ), è quella di proporre uno IUS Culturae con cittadinanza garantita per chi nato o arrivato da piccolo-a in Italia abbia completato un ciclo di studi ( 5 anni di Elementari o Medie ). Sembrava quasi “fatta”…. e invece sono già riemersi timori e insicurezze sia fra i 5Stelle che fra i renziani-vivaisti di Italia Viva !

Infine, per tornare all’ARTE, è inevitabile ricordare che in questa stessa settimana, nella Giornata Mondiale dei Migranti e Rifugiati il 29 settembre, Papa Francesco in Vaticano ha inaugurato una grande scultura di bronzo e argilla ( lunga oltre 6 metri e alta 2 e mezzo ) opera dell’artista canadese Timothy Schmalz, raffigurante una Barca con decine di figure migranti in piedi, di diverse età, generi, etnie e fedi.

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