La Banalità del Bene

Gianguido Palumbo – Associazione Mondita

Nel suo famoso saggio del 1963 La banalità del Male,  Hannah Arendt (giornalista, docente di scuola superiore, filosofa, storica e scrittrice tedescanaturalizzata statunitense -https://it.wikipedia.org/wiki/Hannah_Arendt ) sosteneva in estrema sintesi che il Male perpetrato da Eichmann – come dalla maggior parte dei tedeschi che si resero corresponsabili della Shoah – fosse dovuto non ad un’indole maligna radicata nella mente, quanto piuttosto ad una gravissima e diffusa inconsapevolezza delle proprie azioni: appunto un Male diffuso fra milioni di cittadini come banale espressione della loro vita e cultura di quel periodo. Sottolineava quanto la malignità umana possa essere del tutto “normale” quotidiana e diffusa.

Una teoria che le procurò molti problemi.

Ho ripensato a questa grande donna intellettuale europea di oltre 50 anni fa, riflettendo sulla nostra quotidianità contemporanea europea, italiana, immersa nei grandi problemi sociali fra i quali le emergenze “naturali”, le emergenze “sociali”, i drammi locali come quello dell’Hotel di Rigopiano in Abruzzo dove si stanno ancora cercando persone vive o morte.

Vi propongo allora due fatti collegati e significativi e le reazioni di decine di lettori di siti nazionali per ragionare sull’Italia multietnica e magari scoprire la “Banalità del Bene”.

Dall’ agenzia ANSA  del 22 gennaio 2017

Sei dei dieci migranti africani rifugiati o richiedenti asilo, volontari della Croce Rossa Italiana (Cri), presso la base operativa di Penne, in provincia di Pescara, per partecipare ai soccorsi nelle zone dell’Abruzzo colpite da terremoto e maltempo, 21 gennaio 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Ci sono anche 10 migranti africani rifugiati o richiedenti asilo, volontari della Croce Rossa Italiana, nella base operativa dei soccorsi di Penne, in provincia di Pescara. Il gruppo di giovani ghanesi, maliani, nigeriani, proveniente da Settimo Torinese, dove sorge il grande centro della Cri che li ha formati, ha chiesto di essere impiegato nelle zone dell’Abruzzo colpite da terremoto e maltempo. Almeno due di loro sono  destinati al campo avanzato dei soccorritori dell’hotel Rigopiano, con compiti logistici. “Vogliamo dare una mano alle persone vittime del terremoto”, ha detto Barry Misbaou, 24 anni, della Guinea Conakry. Secondo Ignazio Schintu, responsabile nazionale logistica di Croce Rossa, la formazione e l’impiego come volontari di questi giovani migranti “è un esempio di buone pratiche”.

NEL FRATTEMPO nel medesimo Hotel di Rigopiano……

Dal Corriere della Sera  del 22 gennaio 2017

“Il ventiquattresimo nome sulla liste dei dispersi è diventato tale solo grazie alla buona volontà di una coppia pescarese che aveva trascorso una vacanza a Rigopiano ed era andata via il giorno prima della valanga. Hanno aspettato di vedere se qualcuno stesse cercando anche quel ragazzo di 30 anni, del quale non c’era traccia in alcun elenco, sopravvissuti, deceduti, persone scomparse. Faye Dame spazzava la neve, rassettava gli ambienti comuni dell’hotel, faceva piccoli interventi di manutenzione. I due clienti hanno chiamato la procura dicendo di averlo visto fino al momento della loro partenza, avvenuta alle 16.30 di martedì scorso. È bastata una verifica con il direttore dell’hotel Bruno Di Tommaso per avere conferma della sua presenza. Faye Dame era giunto in Italia circa tre anni fa. Aveva o ha lo status di rifugiato, ottenuto di recente dalla questura di Torino, la sua prima città italiana, perché aveva fatto richiesta dei documenti necessari per ottenere l’impiego part-time al Rigopiano, dove aveva già lavorato negli ultimi due inverni. Era arrivato nel capoluogo piemontese alla fine del 2012. I fratelli che lo avevano accompagnato nel viaggio dal Senegal avevano proseguito per il Belgio e la Francia. Lui era sceso sulla costa adriatica, dove faceva le stagioni in bar, ristoranti e hotel. Aveva affittato un piccolo appartamento a Loreto Aprutino, dove si era fermato dopo il suo primo impiego abruzzese, uomo di fatica nel magazzino della Conad.

La banalità del Bene potrebbe emergere da queste due storie intrecciate: dieci giovani immigrati africani si rendono disponibili ad essere coinvolti a far parte delle squadre della Croce Rossa Italiana (preparati da un corso di formazione) per i soccorsi nelle zone del terremoto e della slavina che ha sepolto l’Hotel. Ma in quel medesimo albergo nel frattempo un altro Immigrato Africano lavorava come tuttofare e probabilmente era stato ucciso dalla slavina, dimenticato da tutti tranne che da una coppia di turisti ospiti dell’Hotel che se lo ricordavano (probabilmente in modo positivo) e avevano dato l’allarme.

Purtroppo anche in Italia questa eventuale Banalità del Bene convive con la Banalità del Male: fa molta impressione leggere le decine di reazioni negative scritte da persone (quasi tutti uomini in verità) di varie città, con epiteti, offese, sfoghi, improperi sia contro gli Immigrati (fannulloni, falsi, profittatori…) sia contro il Governo e contro i Giornali compiacenti che realizzerebbero falsi servizi sui Migranti buoni e sulle Istituzioni e le Associazioni generose che li accolgono e li aiutano e li valorizzano immeritatamente…a spese degli Italiani abbandonati !  I commenti positivi erano e sono tuttora una assoluta minoranza. Anche per questo è nata MONDITA review.