Bruxelles luglio 2017 : Storia d’Europa ?

di Gianguido Palumbo.

Camminando per Bruxelles dove sono in questi giorni per motivi familiari  (che di fatto coinvolgono anche le riflessioni di questo nuovo editoriale settimanale ) mi è inevitabile collegare fra loro alcuni aspetti dei  problemi attuali del continente di cui l’Italia fa parte integrante.

L’Europa vissuta per strada, ogni giorno, in una città del nord “capitale” dell’UE, è una realtà complessa piena di contraddizioni evidenti.

L’Europa meticcia e storicamente multietnica di cui giustamente parlava U. Eco già venti anni fa (come ho ricordato negli editoriali precedenti ) è viva e presente in ogni angolo, negozio, bar: cittadini di ogni origine convivono da anni quasi in ogni quartiere e ancor più di Londra, Parigi o Roma, la multi etnicità è un elemento costitutivo forte, acquisito. Ciò non vuol dire che non esistano problemi, come gli eventi drammatici recenti hanno dimostrato, ma la convivenza e la copresenza di cittadini di tante origini diverse è un dato ineludibile. Eppure contemporaneamente in questa stessa città non è affatto risolta la convivenza fra le due principali componenti storiche di popoli del nord Europa che si identificano nel Belgio e nella città di Bruxelles : Fiamminghi e Valloni continuano a contendersi territori, lingue, scuole, aziende, politica.

Altra evidente, eclatante percezione urbana problematica è la elefantiasi costruttiva, edilizia, quasi monumentale delle Istituzioni della Comunità Europea : edifici su edifici che hanno riempito la città, con migliaia di persone fra politici, funzionari, impiegati e addetti alla sicurezza. La visione plastica del gigantismo burocratico gestionale la si respira, la si tocca con mani e corpo e provoca quasi un senso di claustrofobia e agorafobia assieme ! Senza retorica e ideologie pregresse fa davvero una brutta impressione la pura quantità di spazio urbano dedicato alla Macchina Europa.

E adesso c’è anche una novità istituzionale che rafforza le contraddizioni appena accennate: un nuovo Museo dedicato alla Storia dell’Europa, non dell’Unione Europea che è raccontata invece in un altro Museo molto interessante che si chiama Parlamentarium che avevo visitato già alcuni anni fa.

Dal 6 maggio è aperta la ‘House of European History’: 4mila metri quadri di esposizione in 6 piani e suddivisa in sezioni tematiche e storiche, dall’origine del mito di Europa fino agli ultimi anni .  Un viaggio a ritroso nella storia europea, fino alle due guerre mondiali, alla creazione progressiva dell’Unione europea, attraverso documenti d’epoca, filmati, installazioni interattive ma anche oggetti della vita quotidiana. A dieci anni dalla sua prima idea, è nato questo nuovo museo voluto dal Parlamento Europeo nel cuore di Bruxelles, a due passi dalle istituzioni dell’Ue. Molti gli oggetti in mostra, arrivati da oltre 300 musei e collezioni da tutto il Continente, tra le quali un libro speciale da 18.000 pagine: tutte le leggi prodotte in 70 anni di legislazione comunitaria.  Il percorso espositivo è però una ricostruzione storica con molte, troppe, lacune, troppe parzialità, troppe mediazioni e contini bilanciamenti fra puntualizzazioni storiche, addolcimenti e dimenticanze.

Ma la sorpresa più incredibile e inaccettabile riguarda l’assenza assoluta del grande tema delle Migrazioni di Popoli e dei loro incroci e scambi costitutivi proprio della storia d’Europa. Neanche una sezione dedicata alla storia delle immigrazioni extraeuropee nei diversi Paesi dal dopoguerra in poi e la conseguente multietnicità attiva di alcuni di essi ( come la Germania con la grande Comunità Turca, la Francia con le Comunità nordafricane, l’Inghilterra con quelle Asiatiche, l’Italia con le decine di Comunità presenti da decenni ). Nessuna sezione o sottosezione dedicata esplicitamente alla storia più recente delle migrazioni con la drammaticità del problema accoglienza e della gestione delle progressive emergenze annuali.

Su oltre 4mila metri quadri di esposizioni  al tema dell’immigrazione recente è dedicato solo mezzo metro quadro, composto da un piccolo monitor che propone un Video girato a Lampedusa e accanto ad esso una bacheca trasparente con un giubbotto di salvataggio, un bracciale di FRONTEX,  un paio di scarpine di un bambino naufrago e nessuna didascalia o scheda informativa con dati : la foto l’ho scattata apposta e il grande video che si vede sullo sfondo non riguarda le migrazioni.

Cosa avrebbe detto e scritto Umberto Eco visitando questo Museo ?

Se questa è la considerazione che un Comitato scientifico internazionale europeo ( nel quale non è presente alcun membro italiano ) responsabile della esposizione e del Museo, ha voluto dare alla storia multietnica e meticcia dell’Europa, alle grandi Migrazioni  storiche progressive ed a quelle più recenti che stanno creando tante crisi politiche fra i Governi Europei, allora  capiamo meglio quanto difficili siano le relazioni internazionali attuali per concordare politiche europee sull’Immigrazione e l’integrazione per far maturare un’Europa multietnica all’altezza della sfida storica contemporanea a prossima futura.

http://www.europarl.europa.eu/visiting/en/brussels/house-of-european-history

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