CIBO ITALIANO : il Mondo in bocca.

Nel nuovo numero della rivista italiana “EDUCAZIONE INTERCULTURALE” diretta dal Prof. Andrea Canevaro, è stato pubblicato questo articolo che presenta il progetto MONDITA dedicato alle Scuole Elementari e che da gennaio di quest’anno sarà sperimentato a Roma nell’Istituto Omnicomprensivo Trionfale che lo ha adottato ufficialmente.

Il cibo italiano è meticcio: un progetto ludico didattico sulle origini storiche e geografiche internazionali dei cibi italiani

Gianguido Palumbo – gianguidopagi@gmail.com

Dal 1992 si occupa di Cooperazione Internazionale e Immigrazione curando progetti e svolgendo missioni di lavoro in Africa, Asia, America Latina e nei Balcani, per Comuni, Regioni e Associazioni, lavorando anche come esperto esterno del MAE Ministero Affari Esteri e collaboratore dell’ANCI nazionale, dell’Osservatorio delle Regioni per la Cooperazione allo Sviluppo (OICS), dell’Osservatorio Balcani di Trento, del CESPI Centro Studi Politiche Internazionali. Dal 2002 lavora a Roma come Consulente in Cooperazione Internazionale-Immigrazione, come promotore di eventi culturali connessi, formatore in corsi e seminari dedicati alla Cooperazione, pubblicista e scrittore. Dal 2008 al 2011, assieme allo scrittore senegalese Pap Khouma, ha creato e co-diretto la rivista online Italo-Africana. Nel 2009 ha collaborato con AMREF-Roma per alcuni progetti di educazione nelle scuole e anche con la Associazione Le Ragazze di Benin City contro la Tratta delle ragazze africane in Italia. Dal 2011 è promotore e Presidente di MONDITA Associazione Interetnica Italiana. È autore, tra l’altro, dei libri: Cortissima Storia d’Italia 1860-2010, 2011, Roma, Ediesse; Ubun Uomo Bianco Uomo Nero, 2013, Lecce, YCP; Pasolini Gordimer 2015 – Cerco qualcuno che guardi assieme a me, 2015, Roma, Adhoc

Abstract

In the last 50 years, the Italian cuisine has slowly been enriched by different kind of food and food-recipes from a vast number of countries and cultures. Their ingredients have found their obvious place on the shelves of the grocery store and in the heart of most Italians. Nowadays however, the children and the young people take this hybrid gourmet food for granted, as if it has always existed in Italy, such as for example bananas and mango which in fact derives from Africa and America, or the Kiwi (New Zealand), avocado (America), yoghurt (Turkey and the Balkans), the crepes (France), cous cous and kebabs (Arab countries), spring rolls (China) and so on. Thus, the aim of the editorial communication project, which is presented in this article, has been to inform about this gap of knowledge at the primary schools (to children from 8 to 10 years old, teachers and families) through a playful teaching approach. The outcome of it, the e-book Italian food: a world inside, explores the traditional Italian cuisine, which in fact originates from many other countries and people around the world, and is counting on to be published in January 2016. The pilot project itself was developed by a small Interethnic Italian Association of Rome, MONDITA, in occasion with Expo, and was implemented at the beginning of academic year 2015-2016 by one of the most popular and multi-ethnic elementary schools in Rome.

Sommario

In Italia negli ultimi cinquant’anni sono lentamente entrati nella nostra cucina molti alimenti e piatti-ricette originari di altri Paesi, culture e continenti, che hanno trovato il favore della maggioranza degli italiani e adesso si trovano dappertutto nei negozi, nei mercati e supermercati, nelle strade. I bambini e i giovani ormai considerano normali questi cibi, come se fossero sempre esistiti in Italia, e anche questo è il nuovo meticcio gastronomico alimentare del nostro Paese, come, ad esempio, le banane e il mango (Africa e America), i kiwi (Oceania Nuova Zelanda), l’avocado (America), lo yoghurt (Turchia e Balcani), le crepes (Francia), il cous cous e il kebab (Paesi Arabi) e gli involtini primavera (Cina), ecc. Il progetto editoriale di comunicazione, che viene presentato in questo articolo, ha quindi avuto il compito d’informare su questa mancanza di consapevolezza nelle scuole primarie (ai bambini da 8 a 10 anni, insegnanti e familiari) con un approccio ludico didattico. Il risultato, il libro elettronico Cibo italiano: il Mondo in bocca, è finalizzato a educare sulla cucina tradizionale italiana come frutto di secoli di integrazioni fra alimenti autoctoni e originari di molti altri Paesi e popoli del Mondo, ed è attualmente in corso di pubblicazione. Il progetto, elaborato da una piccola associazione interetnica italiana di Roma, MONDITA,[1] e ideato e realizzato in occasione dell’Expo di Milano, è stato adottato all’inizio dell’anno scolastico 2015-2016 da una delle scuole primarie più popolari e multietniche della capitale.

Cibo italiano: il Mondo in bocca – Un progetto didattico editoriale per le scuole primarie

Da molti anni una delle attività consolidate e diffuse di educazione interculturale nelle scuole primarie italiane si basa sulla valorizzazione dei cibi, della cucina, della gastronomia di popoli e Paesi diversi, per facilitare le relazioni fra bambini/e le famiglie di molte culture ed etnie. A seconda delle città e della presenza di famiglie di origini africane, asiatiche, americo-latine, est europee, si valorizzano le tradizioni alimentari e la ricchezza delle tante cucine del Mondo.

Anche feste e compleanni celebrati nelle scuole vedono divertirsi bambini e parenti, insegnanti e personale della scuola attorno a tavole imbandite con cibi particolari da assaggiare, da spiegare e poi a volte anche da cucinare assieme, scoprendone le basi alimentari, gli accostamenti e i sapori particolari. E nelle stesse occasioni vengono proposte a questi bambini e parenti alcune specialità culinarie italiane, regionali, cittadine. In questi stessi ultimi anni, nelle città italiane si sono diffuse sempre più alcune offerte di cibi nuovi, in ristoranti e per strada, non solo cinesi ma anche marocchini, arabi, turchi, giapponesi, thailandesi, peruviani, argentini, greci, ecc., e così, accanto alla pizza italiana, il kebab, panino di origine araba, è diventato quasi un nuovo cibo da strada, uno street food diffusissimo.

In Italia, mentre è aumentata progressivamente la percentuale di cittadini di oltre 200 origini diverse da tutti i continenti (con una varietà molto maggiore di qualsiasi altro Paese europeo) e le città sono diventate quotidianamente sempre più multi-etniche, con i relativi problemi ma anche le relative potenzialità socioeconomiche e culturali, pure la trazione alimentare nazionale, già così ricca di decine e centinaia di varianti regionali e locali, si è ulteriormente arricchita di nuove proposte culinarie semplici, veloci, ma anche più complesse e di preparazione medio-lunga. Nelle città, nelle strade, nelle scuole italiane la multiculturalità gastronomica è sempre più evidente e in televisione e in rete, canali pubblici e privati nazionali e locali, i programmi dedicati alla cucina, all’alimentazione, alle diete sono aumentati progressivamente invadendo tutti i palinsesti e provocando una sorta di ossessione del cibo molto più di quanto in Italia non fosse già tradizione acquisita.

L’Expo di Milano, fin dal suo annuncio e dalla sua preparazione, ha provocato nel nostro Paese un ulteriore aumento dell’attenzione mediatica, socioculturale ed economica, coinvolgendo anche il Mondo della scuola. Ma, come per altri settori della società italiana contemporanea, l’attenzione ai risvolti multietnici si è rivolta ancora verso le diverse tradizioni alimentari e culinarie degli altri Popoli e Paesi con i loro alimenti, coltivazioni, allevamenti, procedure, abbinamenti di sapori, abitudini. Il rischio era ed è di considerare, percepire, credere che popoli e Paesi e le loro cucine, siano statici, sempre uguali nel tempo e lo spazio delle loro storie, e che al massimo entrino in comunicazione e, se va bene, si scambino cibi da provare e magari da adottare nella quotidianità, chiamando però sempre e comunque italiana la pizza, la pasta, la polenta, il babà, la cassata, arabo il cous cous, tedeschi i wurstel, e così via. L’Expo proponeva, invece, un approccio molto interessante e problematico nella connessione fra ruolo vitale del cibo nel Mondo umano, l’energia necessaria per produrlo e prepararlo e gli squilibri mondiali di tale aspetto fondativo della vita umana. All’Expo era anche prevista un’area dedicata all’infanzia, con stand didattici e proposte per le Scuole e le Famiglie, gestite o da esperti o anche da alcune grandi catene commerciali e associative.

Noi, come piccola associazione interetnica MONDITA di Roma, mentre elaboravamo e sperimentavamo una proposta didattica generale di educazione all’intercultura in una scuola primaria di Roma assieme al nostro amico e collaboratore, Renato Volterra,[2] con il progetto Millestorie, fra il 2012 e il 2013, abbiamo iniziato a concepire una specifica proposta multimediale in vista dell’Expo dedicata appunto al cibo con un approccio che ci sembrava nuovo, diverso dal solito. Abbiamo pensato di proporre un’analisi, un racconto testuale e visivo, con relative attività ludico-didattiche, sulle origini storiche della cucina italiana, dei suoi cibi e alimenti principali e più tradizionali, considerati da noi italiani e da tutto il Mondo, come appunto semplicemente Cibi italiani. Basandoci su alcune cognizioni assodate e conosciute anche a livello popolare come l’origine americana del pomodoro e delle patate, o di alcuni pochi altri alimenti fra piante e animali (il tacchino anch’esso americano), il nostro piccolo gruppo di lavoro ha cominciato a studiare le origini di altri cibi base di ricette tradizionalissime e diffusissime. Abbiamo così scoperto noi stessi di MONDITA, alcune storie molto interessanti che ritenevamo sempre più adatte a diventare parte della nostra proposta ludico didattica per alunni e famiglie di qualsiasi origine, e insegnanti delle scuole elementari italiane. Che il carciofo fosse originario dell’Egitto o che la melanzana fosse indiana dell’India non lo sapevamo e così di molti altri alimenti di base di molte ricette italiane. Si è proceduto stabilendo un Indice Generale della proposta libro-sito-gioco, a partire da una selezione accurata di alcuni piatti tipici tradizionali della cucina italiana quotidiana, cercando una completezza di menù (escludendo gli antipasti: primi, secondi, contorni, frutta, dolci, caffè, ecc.) e una varietà regionale certo non esaurienti ma almeno rappresentativi.

La selezione è avvenuta stando attenti a scegliere piatti che contenessero il maggior numero di alimenti con origini di altri Paesi e continenti. È stato quindi elaborato un progetto grafico ed è stata stabilita una modalità espositiva e linguistica con una selezione di immagini fotografiche (figure 1 e 2) e un insieme di testi adatti al mondo della scuola elementare per una lettura mediata da insegnanti o parenti adulti. Infine, assieme al maestro Volterra, sono nate quattro proposte di gioco-studio collegate al libro. Sono state fatte anche alcune verifiche delle prime versioni del progetto con tre famiglie di diverse città italiane (genitori, nonni-e zii-e, insegnanti) e, infine, è stata aggiunta una bibliografia molto limitata essenziale e diversificata per i lettori-mediatori adulti. Abbiamo completato il tutto con la citazione della Carta di Milano dei bambini elaborata per l’Expo dal Laboratorio Expo e dalla Fondazione Feltrinelli grazie a un gruppo di esperti e bambini/e.

Il nostro progetto è diventato innanzitutto un libro elettronico in rete di 100 pagine, la maggioranza delle quali illustrate da fotografie a colori. Nei mesi di elaborazione sono stati analizzati in diversi incontri gli interessi e le disponibilità di una grande associazione coinvolta nell’Expo, come Slow Food, e di una grande azienda cooperativa commerciale, la COOP Italia, per una loro eventuale collaborazione, promozione, adozione e diffusione nazionale del libretto. Abbiamo verificato, però, un eccessivo interesse a modificare il nostro lavoro piegandolo a interessi troppo di parte o di tipo societario identitario o commerciale. A settembre di quest’anno, assieme al maestro Volterra, abbiamo quindi proposto alla sua scuola primaria (multietnica) di Roma Trionfale, con oltre 1.000 studenti in tre plessi, di adottare il libro all’interno di un progetto didattico annuale denominato Il Mondo in bocca, che prevede un’articolazione di attività in aula e in orto e in cucina. Il 28 settembre 2015 il Consiglio di Istituto ha ufficialmente adottato il progetto con il libro elettronico collegato.

Foto1_MONDITA

Figura 1

Foto2_MONDITAFigura 2

L’indice del libro

La pubblicazione è volutamente elaborata elettronicamente con il sistema PowerPoint di slide diapositive proiettabili in sequenza e stampabili come pagine. È divisa in 25 capitoli con i seguenti titoli che anticipano chiaramente i loro contenuti: Presentazione, Un Paese in bocca, Il cibo italiano è meticcio, Cibi e piatti locali o importati, Educazione inter-culturale, Le schede dei piatti e degli alimenti, I 16 piatti e i 38 alimenti, Italia, Mediterraneo, Mondo, I piatti selezionati e i loro alimenti, Suggerimenti d’uso del libro, I primi, I secondi, I contorni, La frutta, I dolci, Le bevande, I gelati, Geografie alimentari, Nuovi cibi italiani quotidiani, 4 Attività di gioco-studio, Suggerimenti di lettura, La carta di Milano dei bambini EXPO 2015, La cucina italiana: il Mondo in bocca, MONDITA associazione interetnica italiana, Ringraziamenti.

Alcuni brani del libro

In Italia siamo da sempre giustamente orgogliosi di quanto sia buona e varia la nostra cucina. Tutto il Mondo ci riconosce la grande varietà e qualità dei nostri piatti sia nelle tradizioni regionali e locali sia nelle nuove invenzioni gastronomiche. Ma come per tutta l’arte italiana, anche e ancora di più per la cucina, è giusto, utile e divertente sapere che molta parte degli alimenti base delle nostre ricette hanno origini storiche millenarie e centenarie in altri Paesi e continenti e sono arrivate qui da noi grazie a viaggiatori, commercianti e stranieri. Le ricette, i piatti della nostra cucina, sono il risultato straordinario di almeno 5.000 anni di incontri in Italia fra popoli e culture di tutto il Mondo con l’elaborazione creativa in ogni regione italiana e in mille città e Paesi della nostra penisola. Non è quindi tutta farina del nostro sacco, ma sacchi e farine arrivavano anche da tanti altri Paesi.

Un Paese lo si capisce davvero solamente con la bocca e con il gusto: mangiandoselo. Il grande scrittore Italo Calvino, a metà degli anni’80, aveva scritto un libro sui cinque sensi. Il primo racconto era dedicato proprio al gusto e ambientato in Messico dove la coppia, protagonista dei racconti, imparava da un cameriere colto di un ristorante che lo speciale sapore dolciastro di un piatto di carne messicano sembrava risalisse alle antiche tradizioni Azteche dei sacrifici agli dei: «Inghiottire il Paese […] nella sua flora e fauna e nella sua Cultura […] facendolo passare per le labbra e l’esofago. Questo è il solo modo di viaggiare che abbia senso oggi quando tutto ciò che è solamente visibile lo puoi vedere anche in televisione senza muoverti dalla tua poltrona [di casa]» (Calvino, 1986, pp. 38-39).

In un articolo recente pubblicato dal quotidiano “la Repubblica” in occasione dell’Expo, il Prof. Massimo Montanari (2015) ha osservato:[3]

Il Mediterraneo è uno spazio geografico con elementi comuni legati al clima e al paesaggio e su questo sfondo comune si sono sviluppate civiltà, lingue, tradizioni, anche alimentari, diverse. È la cucina della mescolanza, dell’ibridazione, della contaminazione. L’identità mediterranea esiste solo nello scambio e nella condivisione delle diversità naturali e nasce dalla storia oltre che dalla Geografia. La storia del Mediterraneo è frutto di larghi percorsi di scambio che nel corso dei secoli hanno coinvolto l’Africa, l’Asia, l’America e l’Europa. Il cibo è una realtà complessa legata alle culture, agli stili di vita che i Popoli del Mediterraneo hanno imparato a condividere, a modificare, a creare, giorno dopo giorno.

Il cibo italiano, la gastronomia in tutte le sue varianti regionali e locali, così apprezzata e conosciuta nel Mondo, è uno degli esempi più forti della mescolanza culturale-alimentare accumulata in millenni di migrazioni e incroci. Questo aspetto purtroppo è poco presente nella nostra coscienza di italiani, mentre diventiamo sempre più multietnici. Noi italiani da secoli riceviamo alimenti da tutto il Mondo, elaboriamo e rielaboriamo cibi e ricette, mangiando il Mondo e ricreandolo e non ce ne rendiamo più conto. Il nostro cibo è meticcio e per questo è così buono. Il cibo italiano, l’Italian food, come anche l’arte Italiana, è il risultato di secoli di arrivi di alimenti e di usanze alimentari, che si sono incontrati in cucina con quelli italiani più antichi come i formaggi, i pesci, alcune carni e alcune piante.

In questo piccolo libro di cucina, proponiamo una semplice presentazione di alcuni piatti famosi e tradizionali del Nord, del Centro e del Sud Italia, formati da alimenti base (vegetali, animali e derivati naturali), mettendo in risalto la differenza fra quelli propri della penisola italiana (alcuni pesci, alcuni animali, alcuni volatili, alcune piante commestibili, il latte e alcuni formaggi) e altri invece importati o immigrati da almeno 5.000 anni fino a oggi, che sono diventati parte della cucina italiana composta da 20 cucine regionali con le loro centinaia di varianti locali.

I piatti e gli alimenti analizzati nel libro

Abbiamo scelto questi 16 piatti tradizionali della cucina italiana (Nord, Centro e Sud) con molta attenzione, per proporre una varietà significativa fra la grande quantità di ricette possibili e cercando di evidenziare la loro composizione basata su alimenti provenienti in gran parte da altri continenti e Paesi:

  1. Spaghetti al pomodoro

  2. Risotto alla milanese

  3. Lasagne al ragù

  4. Pollo alla cacciatora

  5. Baccalà con patate e olive

  6. Tacchino ripieno

  7. Parmigiana di melanzane

  8. Fagioli all’uccelletto

  9. Carciofi fritti alla giudìa

  10. Frutti di ficodindia

  11. Tiramisù alla veneta

  12. Babà alla napoletana

  13. Cassata alla siciliana

  14. Limoncello

  15. Orzata

  16. Gelato.

La naturalizzazione italiana li ha fatti assorbire sia nelle pratiche di coltivazione e allevamento che in quelle della gastronomia popolare regionale e anche nella cucina più elaborata. Il pomodoro, la patata, la castagna, l’oliva, lo zafferano, il pepe, il merluzzo salato e tanti altri sono diventati alimenti e cibi italiani grazie alla grande capacità creativa delle donne e solo in parte di uomini nelle loro cucine di casa o nelle trattorie. Perdere la conoscenza della storia di quegli alimenti e delle loro origini geografiche sarebbe un vero peccato.

Il maestro Volterra precisa: «I 16 Piatti che presentiamo con i loro 38 Alimenti principali di cui sono composti sono solo alcuni esempi ai quali ognuno può aggiungerne altri, scoprendo da solo/a che origine abbiano. L’educazione non è solo quello che ti dà il maestro, ma è un processo naturale che si svolge spontaneamente in ogni individuo. L’educazione non si acquisisce ascoltando parole, ma per virtù di esperienze effettuate nell’ambiente».[4] Questo pensiero di Maria Montessori è il solco in cui getto quotidianamente il seme della mia didattica. L’idea di proporre attività legate a cibi e alimenti è oltremodo efficace e affascinante proprio perché permette una gamma infinita di possibilità per interagire con un ambiente e delle realtà che spesso rimangono fuori dalle nostre aule e dalle nostre case.

Questo libro vuole rappresentare un semplice strumento da usare a casa e a scuola con l’invito a scoprire ancora più di ciò che vi abbiamo proposto. Le schede degli alimenti sono solo accenni che potete approfondire assieme, adulti e bambini, con libri e internet, così come potrebbe essere un bel gioco disegnare una carta geografica, con i diversi continenti, sulla quale tracciare le rotte dei cibi originari verso l’Italia o ancora scatenare la ricerca delle origini di altri cibi e alimenti che nel libro non ci sono e ancora studiare altre ricette di piatti regionali e verificarne le diverse componenti alimentari. Inoltre dal libro potreste passare proprio a cucinare e ad assaggiare assieme, potreste andare a visitare un orto, una fattoria, un’azienda agricola, per conoscere direttamente le tecniche e le condizioni di lavoro e di cura di piante e animali. Insomma buona lettura, buone scoperte, buoni esperimenti, buone visite e… buon appetito!

________________________________________________________________________________

Le quattro attività di gioco studio:

  1. La geografia alimentare: un Mondo di frutta, verdura e animali.

            Una carta geografica del Mondo da disegnare assieme con alcune piante e animali che si usano nella cucina italiana, ma sono originari di altri Paesi.

  1. La storia alimentare: i cibi migranti.

            Una carta geografica dell’Italia da disegnare assieme con tante frecce che indicano il periodo storico di arrivo delle piante e degli animali nel nostro Paese.

  1. La caccia ai cibi: da dove vengono gli altri cibi?

            Nuove Schede disegnate e scritte con altri cibi e alimenti oggi italiani di origini diverse, oltre a quelli già presentati in questo libro.

  1. La ciboteca, la cibografia: un catalogo aperto da consultare.

            Uno scaffale con tante scatole in cui mettere i cibi e le loro schede mano a mano che vengono studiati e classificati.

________________________________________________________________________________

La Carta di Milano dei bambini[5] è un documento elaborato sulla base della Carta di Milano internazionale preparata per l’Expo 2015, come impegno mondiale per affrontare i problemi alimentari del Mondo di oggi. La Carta dei bambini, con un linguaggio chiaro e semplice e molti disegni, ripropone gli stessi temi e proposte per tutti i bambini e le bambine del Mondo per aiutare loro, le famiglie e la Scuola a discutere di questi temi e creare attività ludico-didattiche.

Riportiamo qui solamente l’inizio della Carta. Il motto è: «Cibo buono per tutti. Noi bambini e bambine, insieme a tutte le persone del Mondo, possiamo e dobbiamo risolvere i quattro problemi più grandi del cibo: c’è chi mangia poco o pochissimo; c’è chi mangia male o malissimo; c’è chi spreca tanto cibo; c’è chi ha troppo cibo e chi ne ha troppo poco».

Riferimenti bibliografici del libro Cibo italiano: il Mondo in bocca

Barberis C. (2010), La storia d’Italia servita in tavola, Roma, Donzelli.

Bempora C. (1990) Storia della gastronomia italiana, Milano, Mursia.

Capatti A. e Montanari M. (2006), La cucina italiana: storia di una cultura, Roma-Bari, Laterza.

Dickie J. (2009), La storia degli italiani a tavola, Roma-Bari, Laterza.

Pellati R. (2013), La storia di ciò che mangiamo, Torino, Daniela Piazza.

Slow Food (2014), Atlante SlowFood dei prodotti italiani (2014), Bra (CN), Slow Food Ed.

Riferimenti bibliografici

Calvino I. (1986), Sotto il sole giaguaro, Milano, Garzanti.

Montanari M. (2015), Mare nostro di tutti i cibi: la mescolanza qui è storia, «la Repubblica», 30 agosto 2015, http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/08/30/mare-nostro-di-tutti-i-cibi-la-mescolanza-qui-e-storia40.html

 

[1] MONDITA è nata a Roma il 22 novembre del 2011, da 11 giovani, tutte con origini e storie diverse: Brasile, Marocco, Rwanda, Tunisia, Ungheria, Romania, Tuareg, USA e Italia. È un’associazione di Promozione Sociale che vuole favorire e promuovere la storia, il presente e la forza della Multi-Inter-Etnicità Italiana. MONDITA è una sintesi di Mondo Italia (l’Italia come mondo e il mondo in Italia) ed è anche un nome molto usato in India e in America Latina. Il simbolo di MONDITA è una bandiera multicolore con al centro il tricolore italiano e attorno altri 8 colori del mondo: la nuova Bandiera Italiana (www.mondita.it).

[2] Maestro da 25 anni, dei quali 18 in scuole pubbliche Montessori. Referente dei progetti interculturali e orti didattici nella scuola primaria Trionfale 7333 di Roma.

[3] Storico dell’alimentazione dell’Università di Bologna.

[4] Si veda p. 9 del libro elettronico Cibo italiano: il Mondo in bocca.

[5] www.carta.milano.it