Conoscere e Condividere le Differenze

di Melita Richter ( Trieste ).

A Trieste un esempio di buone pratiche nel coinvolgimento delle Donne immigrate.

Quando i progetti interculturali si pongono in modo attento alle vere esigenze della popolazione immigrata, quando si rivolgono con uno sguardo particolare al mondo femminile, la componente più vulnerabile della popolazione migrante, e la proposta viene riconosciuta e sostenuta dalle istituzioni competenti ( Regione Friuli Venezia Giulia ), allora si lavora con entusiasmo ed impegno. E’ di questo entusiasmo che vorrei parlare in questo articolo.

La particolare presenza di Donne migranti in Città (di lunga o di breve data, madri, lavoratrici, nubili o sposate, rifugiate, richiedenti asilo e/o non) ci ha guidato nella predisposizione dei corsi formativi, dei laboratori e di altri momenti d’incontro, come per es. un semplice “caffè della prima mattina”, dove scambiarsi consigli prima di iniziare ad affrontare la giornata. Ma anche nella valorizzazione delle identità femminili e di solidarietà nei settori politico, sociale, culturale e della tutela dei diritti civili.

Con questi obbiettivi e in questa fase di realizzazione del Progetto, sono coinvolte in primo luogo le associazioni Luna e l’Altra, la Casa internazionale delle donne di Trieste, Il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, quest’ultima presente da anni sul territorio, e impegnata in favore di donne migranti cadute nella trappola della Tratta e del grave sfruttamento. Infine, il vero volano e il capofila del Progetto è l’associazione di mediatori culturali Interethnos, attiva nella promozione dei percorsi di sciabilità, di dialogo interculturale e di integrazione cittadina.

Uno sguardo attento è stato rivolto alle seconde generazioni e ai giovani migranti, alla valorizzazione dei loro talenti e creatività e, con la partecipazione degli istituti scolastici, a breve tempo si approfondiranno le difficoltà che gli alunni non italiani trovano nel percorso scolastico, cercando di individuare soluzioni favorevoli di inclusione.

Ma, vorrei porre l’attenzione su alcuni aspetti che il Progetto Conoscere, Condividere rispettando le differenze propone in luce innovativa.

Trieste, città-crogiolo di popoli, culture e confessioni, si confronta da tempo con le nuove immigrazioni di provenienza plurale. In questo contesto risulta più noto il lato pubblico ed amministrativo di esperienze di integrazione, mentre sono meno note le fatiche che incombono sui genitori posti tra la cultura d’origine e i nuovi codici culturali del paese di accoglienza. Le fatiche nella trasmissione dei valori della propria cultura e, allo stesso tempo, il rispetto e l’acquisizione dei nuovi codici culturali, le vivono di più le famiglie di orientamento religioso diverso dal cristiano cattolico dominante. Per cui, il Progetto prevede di raccogliere l’esperienza genitoriale nell’educazione alle differenze di seconde generazioni, di confrontarle in un incontro pubblico in cui coinvolgere alcune realtà cittadine di distinto orientamento religioso, come per es. le comunità islamica, ebraica, cinese, somala, bengalese, assieme alle famiglie miste di diverse provenienze culturali. Quindi, non uno dei già praticati incontri interreligiosi ai vertici (sacerdote cattolico, serbo ortodosso, protestante, rabbino, imam), ma dare la parola ai genitori di fedi e di pratiche religiose diverse, per conoscere le vie di trasmissione che usano le famiglie nella valorizzazione della propria tradizione religiosa e la cultura di appartenenza e, allo stesso tempo, di interrogarsi sui valori universali di cittadinanza, italiana, europea, mondiale.

L’altro momento di inclusione innovativa si manifesta tramite la facilitazione all’accesso della popolazione immigrata agli spazi simbolicamente considerati di ‘cultura alta’, come lo è il Teatro in assoluto, ma in modo specifico il Teatro lirico, l’Opera.  Si tratta degli spazi spesso e per vari motivi non frequentati da immigrati, mentre potrebbero diventare un veicolo straordinario di inclusione culturale per le persone che provengono da altre culture e l’avvio della loro cittadinanza attiva.

Questi solo alcuni aspetti delle attività che a Trieste hanno intrapreso alcune associazioni impegnate da diversi anni nel potenziamento della sensibilità e del dialogo interculturale in diversi ambiti della si società.

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