Episodi di umanità

SudItalia MultiEtnica

a cura di Federica Ruggia

Ripartiamo da Napoli e da un episodio che purtroppo non ha avuto nessuna attenzione mediatica. Una mia amica mediatrice culturale lavora in un progetto SPRAR ( Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati*) : il suo lavoro consiste, nell’insegnamento dell’italiano e nell’accompagnare gli ospiti a sbrigare alcune pratiche burocratiche.

Una mattina accompagna Prudence (nome inventato per la privacy), una ragazza nigeriana, all’ASL per l’iscrizione, assieme a loro un bambino di appena due mesi di vita. Dopo aver camminato tutta la mattina, essersi spostate da un punto all’altro della città, finalmente arriva il momento di ritornare a casa ma Prudence è molto stanca e inoltre ha cominciato a piovere e così chiede alla mia amica di andare alla stazione dei taxi e sapere quanto costerebbe la corsa fino a casa, nonostante le scarse risorse, perché proprio non ce la fa più.

Una volta arrivata alla stazione dei taxi, chiede al primo tassista della fila quanto costerebbe la corsa: l’uomo le risponde che sarebbero 35 euro. A quella risposta tutti gli altri tassisti si indignano e cominciano a inveire contro il collega dicendogli che è una vergogna chiedere dei soldi a una donna con un neonato al seguito, così dopo vari battibecchi fanno una colletta e le pagano la corsa. Anche questa è Napoli, una città dalle mille contraddizioni, ma che nonostante tutto continua a dare lezioni di umanità.

Altro episodio, altra provincia, questa volta quella di Salerno. Siamo in un paesino della Valle del Sele, tremila persone in tutto e pochi stranieri. Una domenica mattina, mentre la vita del Paese procede come sempre, chi va in Chiesa, chi al Bar per la consueta partita a carte, nel centro della Piazza principale, un fatto ‘anomalo’ sta per cominciare e che fino a qualche anno prima avrebbe alimentato le chiacchiere delle comari per giorni e giorni e che ora fa parte della vita cittadina: un gruppo di ragazzi bengalesi si prepara a una partita a cricket, lo sport più praticato in Bangladesh. Tutto scorre, senza destare nessun particolare stupore, la vita procede, solo che ora ad accompagnare i rintocchi della campana c’è anche il via alla partita.

Due episodi che fanno ben sperare in una società disposta ad accettare l’altro come diverso da sé, Ovviamente non è tutto così facile: accettare il nuovo assetto multiculturale della nostra società è un processo lungo e difficile e non privo di ostacoli.

Alla prossima settimana.

*SPRAR è nato nel 2002 come un Sistema Nazionale di finanziamento a singoli comuni che secondo criteri precisi siano disponibili ad accogliere nel proprio territorio Stranieri Rifugiati e Richiedenti Asilo con sistemazioni di alloggio, di vitto di assistenza e di attività formative.