Gianguido Palumbo
“Quando la terra si muta in umida spelonca, dove la Speranza, come un Pipistrello va battendo sui muri con la sua timida ala e picchia la testa su fradici soffitti….” (dalla serie “Spleen” )
“E chissà se i Fiori nuovi che vado sognando troveranno, in un terreno lavato come un greto, il mistico alimento cui attingere forza.” ( da “Il Nemico”)
Da I Fiori del Male di Baudelaire ( pubblicati fra 1857 e 1869 )
L’immagine del CORONA-VIRUS ingrandito al microscopio elettronico ormai la conosciamo davvero tutti, in tutto il mondo credo, tranne in qualche villaggio sperduto in uno dei cinque Continenti. E’ bellissimo a vedersi al microscopio il Corona-Virus : un fiore rotondo e colorato di bianco e di rosso che è già diventato un’icona del secolo, di quest’anno speciale 2020.
Questa bellezza mi ha portato a ricordare il titolo della raccolta di poesie del “maledetto” Baudelaire che ha creato un bellissimo ossimoro linguistico : il Fiori, che sono sempre e tutti belli, e il Male che è sempre e comunque “brutto e cattivo”.
Questi meravigliosi fiorellini rossi stanno sconvolgendo le nostre vite, ovunque, e ancora non ci stiamo rendendo conto di cosa provocheranno nelle nostre società, nelle nostre relazioni, nelle nostre menti e nei nostri corpi, oltre alla morte ed alla sofferenza fisica. Sono sempre più convinto che dovremo affrontare per mesi e per anni una profonda modificazione della vita a tutti i livelli : sanitario, sociale, economico, politico, culturale, psicologico. Probabilmente alcune inevitabili modifiche provocheranno del “bene” ma altre del “male”.
In questo articolo non voglio approfondire questo grande tema del prossimo futuro, se non collegato ad un solo aspetto di questo stravolgimento planetario.
NOI e GLI ALTRI, Noi Europei, Italiani, e gli Altri che già da molto prima della PandeMia ( tua, sua, nostra ) stavano molto peggio e stavano e stanno scappando da altri mali : Guerra, Fame, Povertà, Dittature.
Questa Pandemia virale, che ci sta costringendo chiusi nelle nostre case ( chi ce l’ha ) per sopravvivere e non contagiarci l’un l’altro, ci sta anche portando a chiuderci nelle nostre Città, nei nostri Paesi, considerando ogni altro-a ( a partire persino dai propri familiari ) un potenziale portatore del “Male” e, ancor peggio, vivendo noi stessi, ognuno di noi come un potenziale “nemico della vita” propria e degli altri. Una condizione psicologica davvero insostenibile ( un’insostenibile pesantezza dell’Essere ) se non è vissuta con una forza interiore reattiva, che non ci faccia sentire in colpa, non ci faccia sentire paura di tutto e di tutti.
Temo che mentre dovremo affrontare l’Emergenza sanitaria, e poi quasi subito l’Emergenza economica, dovremo prepararci socialmente all’Emergenza psicosociale : migliaia di crisi individuali e familiari di tipo psicologico comportamentale che richiederanno assistenza sociale.
Mentre già stavamo vivendo da circa un mese questo Tzunami planetario che più Glocale di così sarebbe impossibile ( un singolo Pipistrello, un altro singolo animale commestibile venduto in un singolo mercato di una singola città cinese, una singola persona che lo compra e se lo mangia, una rapida epidemia virale che si spande in tutto il mondo ), centinaia di migliaia di famiglie e di singole persone stavano scappando ancora dalla Siria, dal Medioriente, dall’Africa subsahariana e dal Magreb, per venire in Europa e in Occidente.
Sta succedendo l’incredibile : l’Europa, i suoi popoli e governi, l’America del Nord, Usa e Canada, che avrebbero dovuto e potuto in qualche modo accogliere i nuovi Migranti in fuga, non hanno testa, tempo e denaro per farlo; e i Migranti stessi sono bloccati o si sono fermati volontariamente sapendo e capendo che provare ad arrivare da NOI, se anche fossero accolti, farebbe rischiare loro la vita. Le Migrazioni mondiali stanno rimanendo in un Limbo terribile, come fra due fuochi, in territori di confine, in aree di costa invivibili anch’esse, sapendo tutti che se tornassero indietro troverebbero un tipo di morte e se provassero ad andare avanti, per terra e per mare, troverebbero un altro tipo di morte possibile.
E NOI qui, chiusi in casa, ad aspettare un futuro vicino pieno di “forse” : forse fra tre mesi ci saremo ancora, forse anche i nostri cari, forse lavoreremo ancora, forse ci divertiremo ancora, forse ameremo ancora, forse potremo aiutare ancora chi sta peggio di noi, forse ricominceremo a vivere come prima, forse cambierà qualcosa, forse in meglio, forse in peggio ?
Forse chi è scappato da una Guerra, dalla Povertà, dalla Dittatura, dalla Solitudine, da solo/a o con la propria famiglia, sente parlare della Pandemia e pensa che NOI siamo proprio dei viziati, dei paurosi, o addirittura qualcuno pensa che ce lo meritiamo. Forse questo Tzunami ci avvicinerà tutti un po’ di più, ma non ne sono sicuro.
E io non so se poi “ANDRA’ TUTTO BENE” ma spero solo di esserci per verificarlo e magari partecipare attivamente perché questo accada al meglio, sia per NOI sia per chi ARRIVA da lontano.
Serve una vita per morire, serve una morte per vivere, per non esagerare, per non illudersi, per non sperare troppo, per darsi tempo, per darsi un limite, per non sognare oltre, per avere una giusta paura, per non credere invano, per amare davvero. Serve una vita per capire, serve una morte per scoprire.
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