Il Cie di Ponte Galeria

Una gabbia nella gabbia, un armadio di cemento nel mezzo del nulla, tra Tevere e aeroporto di Fiumicino. Una storia fatta di silenzi e di segregazione. Ecco il CIE di Ponte Galeria, quello che in realtà dovremmo chiamare un Cpr, centro per  Centro per la Permanenza e il Rimpatrio. Vi invitiamo a leggere l’interessante articolo di Internazionale.

La vita sospesa delle donne rinchiuse nel Cie di Ponte Galeria

Marisol è una baby-sitter di origine cubana, una donna sulla sessantina che parla l’italiano con un’inflessione dolce e si disegna le sopracciglia con la matita. Faceva le pulizie e si occupava dei bambini per una famiglia di Milano, senza contratto, per sei euro all’ora.

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