Il film Fuocoammare senza Oscar

La Redazione

Alla fine Fuocoammare, l’ormai famoso video-documentario di Rosi su Lampedusa del 2016, non ha preso l’Oscar ma è arrivato fra i cinque Documentari internazionali selezionati. Un anno fa esattamente aveva vinto l’Orso D’Oro al Festival di Berlino  e poi ottenuto altri premi fra i quali European Film Award per il miglior documentario, ed è stato acquistato da oltre 50 paesi del mondo : come mai ?

Perché questo Film su Lampedusa ha avuto tanto successo sia di critica che di pubblico non solo in Italia ed anzi forse ancora e molto di più all’estero e in quasi tutto il mondo ?

Perché è un film da vedere e rivedere anche in famiglia, da conservare in casa per il futuro ?

La sua stra-ordinarietà è che riesce a raccontare un tema tanto delicato quanto importante e popolare e problematico ( le Migrazioni e la loro relazione con i Popoli e i Paesi in cui arrivano ) più come una Poesia che non come un Romanzo o un Saggio.

Di Lampedusa sia in Italia che in Europa che in altre parti del Mondo purtroppo si parla, si scrive, si fotografa e si filma, da molti anni con tutte le tragedie avvenute al largo delle sue acque ed anche nel suo porto e nel suo Centro di Identificazione. Ma Rosi ha fatto due scelte combinate e forse derivate una dall’altra : innanzi tutto ha deciso di andare a vivere per oltre un anno, pur a spezzoni, nell’Isola per rendersi conto lentamente, personalmente e intimamente della situazione. Poi, o durante e proprio per questa prima scelta, ha deciso che il documentario avrebbe avuto un impronta, uno stile, un ritmo più poetico visivo e sonoro che non tradizionalmente documentaristico, con interviste, dichiarazioni, documenti, dati, analisi, denunce.

Il Film propone Lampedusa quasi sempre d’inverno nella sua doppia vita di normalità paesana, siciliana, familiare, e di eccezionalità ( pur ripetuta da tanti anni e divenuta un’altra normalità parallela ) internazionale relativa agli arrivi di Migranti.

La vita isolana di un bambino e della sua famiglia, di un pescatore subacqueo, di un conduttore di una radio locale, si alternano con i frammenti di vita e di morte di decine di Migranti in arrivo sull’Isola. Il ponte umano simbolico fra le due Vite a Lampedusa è rappresentato dal medico del Paese che visita sia il bambino protagonista sia donne e uomini sbarcati.

Nel Film sono inserite anche immagini e momenti drammatici che vengono vissuti come i punti alti di denuncia da parte del regista ma la forza complessiva del Film sta proprio nell’accoppiamento fra normalità ed eccezionalità, fra la quotidianità semplice di milioni di persone che a Lampedusa, in Italia, in Europa, nel Mondo vivono le loro vite nell’alternarsi fra problemi e serenità, e la quotidianità drammatica, estrema, sempre al limite della sopravvivenza di altri milioni di persone che da anni vanno via dai loro paesi in difficoltà estreme e cercano una nuova vita appunto in Europa passando dall’Italia del Sud.

Senza i trequarti del Film dedicati al bambino che va a caccia di uccellini con la fionda, della nonna che rifà il letto e racconta al nipote del “Fuoco a Mare” durante lo sbarco in Sicilia degli Americani, delle dediche d’amore richieste alla radio locale, del pranzo a base di spaghetti succhiati con un buon sugo di pesce, senza queste scene così semplici ma molto ben riprese, il restante quarto del film dedicato ai corpi morti nella barca, ai pianti dei visi sulla nave, alle visite mediche, non avrebbe la forza d’impatto che ha in questo equilibrio poetico, artistico prima ancora che politico sociale. Il film FUOCOAMMARE ha avuto il merito indiscusso di far conoscere questa doppia vita italiana a tutto il mondo e provocare pensieri e azioni conseguenti.

Alcuni video da vedere:

Su  La7 con il regista Rosi  

Il film intero in RAI replay