Il Razzismo “non esiste più”

di Shata Diallo.  

-“Gli zingari non li tollero, ma non sono razzista, ad esempio ho un amico che conosce un rom e lo aiuta”.

-“Quel nigeriano è proprio in gamba, ed è per questo che dovrebbe tornare a casa sua e far crescere il suo paese”.

-“I filippini nel palazzo sono sempre cordiali, ma cucinano così speziato che la puzza inonda tutto il palazzo”.

Frasi quotidiane, ridondanti, quasi prevedibili. Frasi comuni, giornaliere, abitudinarie. Arrivi al bar ogni mattina ed incontri un tuo collega, così parli del tempo, del freddo, del lavoro da sbrigare e di quello straniero che hai incontrato per strada e che si è comportato in modo piuttosto che in un altro.

Il Razzismo, quello vero, era l’Apartheid, segregazione razziale, divieto per una razza di fare ed essere ciò che tutti gli altri avevano il diritto di essere. Il razzismo vero erano i divieti di ingresso nei locali, la schiavitù. Il razzismo vero era la violenza, la morte, la lotta, la protesta. Tutto sommato oggi gli stranieri sono liberi di spostarsi, di studiare, di sposarsi e di rubare. Oggi, i diversi non sono più schiavi di un pregiudizio, hanno gli stessi diritti degli altri.

Il Razzismo “non esiste più” ed i diversi continuano a vittimizzarsi ed a crogiolarsi sulle sofferenze e l’odio del passato, sono giustificati quando subiscono una violenza e fanno scalpore mediatico, mentre quando accade agli italiani non c’è ricorrenza, non c’è pensiero. I diversi sono troppo sensibili, non si può neanche fare una battuta o dire una parola che subito si offendono e ti danno del razzista.

La proiezione è così astratta da sembrare ed essere effettivamente inafferrabile, imprendibile e sfuggente di ogni esemplificazione. (Mazzara, 2003).

L’Apartheid fu l’emblema di un razzismo esplicito e violento. Il Razzismo, oggi, è l’emblema di sguardi, gesti, parole, battute. Il razzismo oggi fluttua lento ed è così inafferrabile da far impressione. Gli eventi espliciti sono isolati, sconosciuti, “innocui”. Gli sguardi, invece, non si fermano quasi mai in un’istantanea, non portano mai ad una testimonianza. Di fronte al senso comune rimane inerme il silenzio, lo sgomento, l’esclusione.

Ciò che si trova alla base della discussione del razzismo è la grande intolleranza dovuta ad un atteggiamento o una predisposizione negativa verso una determinata etnia. Il pregiudizio come norma introiettata e proiettata non si focalizza mai esclusivamente su una certa classe di persone ma molto spesso sulle minoranze, sui gruppi svantaggiati, minoritari.

L’ideologia del razzismo poggia le sue radici su cinque presupposti (Taguieff, 1987):

  • il rifiuto dell’universale: il rifiuto dell’unità della specie umana o il rifiuto dell’idea regolativa di una comunità umana.
  • È inaccettabile, infatti, pensare che siamo tutti uguali, ognuno con le proprie diversità.
  • la categorizzazione fissa degli individui: la derealizzazione della dimensione individuale. Se da una parte gli individui tendono a comporre e determinare classi di umani stabili, d’altro canto l’individuo viene trattato solo come rappresentante di una determinata categoria fissa.
  • l’assolutizzazione delle differenze collettive: la differenza tra razze e culture è assoluta e per questo è inammissibile la comparazione;
  • la naturalizzazione delle differenze mediante biologizzazione scientista o mediante etnicizzazione: il razzismo deriva da una differenziazione ed irrigidimento dovuto non solo a matrici di carattere culturale ma soprattutto ad aspetti di carattere biologico. Questo presuppone quindi l’inammissibilità e l’impossibilità di una vicinanza tra due razze, essendo diverso il patrimonio genetico.
  • l’interpretazione inegualitaria delle differenze proiettate su una scala universale dei valori: allo stesso modo è importante sottolineare le differente culturali, fisiche, razziali che sussistono.

Il primo passo verso la verità è sempre quello di sviluppare una capacità di opinione critica che permetta di unire fonti e competenze scientifiche, statistiche e metodologiche in modo da poter giustificare una propria affermazione. Proprio per questo nel mio articolo ho aggiunto note bibliografiche, a giustificare il contenuto da me esplicitato e per permettervi di confermare la veridicità dei dati; proprio per questo il contenuto è spesso teorico e complesso, in quanto ogni opinione ha una base precisa, difficile, che necessità una ricerca ed uno studio approfondito.

Il Razzismo oggi sono parole taglienti, sono insulti sottili e velati giustificati dal senso comune. Il razzismo esiste ed esisterà: subdolo e scagionato.

Proprio per questo, ho il piacere di lasciare aperto non solo uno spunto di riflessione, ma delle piccole linee guida valide per tutti:

  • Documentati: parla sempre per cognizione di causa
  • Non generalizzare: quando hai un problema con qualcuno, riferisciti alla persona diretta interessata e non a tutta la sua categoria
  • Non esprimere giudizi: differenzia questi dalle opinioni
  • Utilizza un indice referenziale specifico: indica, dai un nome, non rappresentare la persona rispetto alle sue caratteristiche fisiche ed etniche
  • Sviluppa una capacità critica: distinguiti dalla massa e non orientarti al senso comune.
  • Osserva: dedica qualche ora del tuo tempo, quando stai andando a lavoro o sei nel bar, per notare tutte quelle parole, quegli sguardi, quei gesti, che rientrano nelle cinque categorie che ho citato e spiegato

Nella tua vita accadono tante cose bellissime, parla di queste quando incontri al bar un tuo collega.

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