di Patrizia Borghetti.
La possiamo trovare in tutte le stagioni ma il periodo giusto di raccolta è l’autunno. Poi viene conservata a basse temperature in cantina o in dispensa in modo da averla sempre a disposizione. Vicina ad altri frutti acerbi ne favorisce la maturazione. E la saggezza popolare ribadisce che è un frutto prezioso al punto che mangiandone “una al giorno si tolga il medico di torno”.
Sto parlando della Mela, frutto antichissimo (si dice risalga al Neolitico ovvero all’Età della Pietra) e diffuso dall’Asia Centrale (forse il luogo di partenza è il Kazakistan) per tutta Europa. Dove c’è clima fresco, terreno collinare e montano fino a 1.400 metri sopra il livello del mare, si è certi che il melo attecchisce con facilità. Anzi può affrontare climi estremi perché non ha bisogno di molta acqua né di terreni ricchi di nutritivi.
Pare che in Italia ci siano le giuste caratteristiche per coltivar mele in gran quantità e in tutte le sue varianti, infatti siamo in ottima posizione nella produzione, ma anche nel consumo, mondiale. Italia e Svizzera (non a caso Guglielmo Tell sfida il tiranno colpendo con una freccia proprio la mela posta sulla testa del proprio figlio) insieme si contendono il primato del 40per cento della produzione europea , è la Svezia a detenere quello della fiera più grande dedicata alla mela. Esattamente a Kivik, paesino di casette colorate situate sulla riva del mare nella Scania svedese, circondato da sterminati meleti, i poco più di mille abitanti ogni anno, alla fine di settembre, ospitano l’ Äpplemarknaden dove si visitano le aziende, si assaggiano le diverse qualità e si acquistano mele fresche o trasformate in sidro o aceto oppure conservate. Se la Svezia è un tantino fuori mano, potete avere una larga panoramica sulle mele anche a Cavour, in Piemonte, dove nel mese di novembre viene organizzata per diversi giorni una sagra molto gustosa e molto istruttiva. E’ qui che ho scoperto in prima persona quanto si accompagnino bene mele e maiale, cucinati insieme si amplificano i sapori di entrambi.
Sono state classificate circa 2000 varietà di mele se si contano quelle che attualmente troviamo in commercio, dall’Annurca alla Stark passando per la Fuji senza dimenticare la Renetta, e quelle antiche e recentemente rimesse a coltura. Non c’è che l’imbarazzo della scelta modulando mela e gusto personale. L’importante che si mangino.
Perché di proprietà la mela ne ha a bizzeffe tant’è che viene considerata un farmaco della natura. Contiene pochissimi grassi ma è ricco di vitamine B che aiuta a combattere inappetenza e stanchezza e nervosismo come a facilitare la digestione. Avendo pochissimi zuccheri tiene sotto controllo la glicemia ed è ottima per i diabetici. Mangiata cruda ha un’azione astringente, cotta è un naturale rimedio contro la stipsi. Alcune notizie riportano anche che chi mangia mele respira meglio. Se consumate regolarmente le mele abbassano il colesterolo cosiddetto “cattivo” e aumentano quello buono anche in pochissimo tempo e sono considerate preziose nella prevenzione di ictus e tumori.
Se in Italia il frutto è ingrediente per tante ricette, dalle frittelle alle torte, in Austria e Germania e Inghilterra il succo di mele è la base per la colazione o la merenda dei bambini. Sidro e Calvados sono invece la versione apprezzata dagli adulti ottenuta dalla fermentazione alcolica delle mele, diffusa soprattutto in Francia ma anche nei Paesi Baschi e in Portogallo.
Resta qualche dubbio sull’importanza delle mele?
Non c’è che da immergersi nelle pagine dello scrittore Cesare Pavese che racconta come, nelle Langhe, alla nascita di una figlia si piantasse un melo che dopo vent’anni dava la quantità giusta di legno per fare il baule del corredo.
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