Matera e Migranti

di Gianguido Palumbo.

Cosa c’entra Matera Capitale della Cultura Europea 2019 con le Migrazioni ? C’entra, eccome, e provo a dimostrarlo.

Sabato 19 gennaio sono stato a Matera ( che già conoscevo e frequentato diverse volte e dove ho ambientato una parte del mio ultimo romanzo Mani Nude del 2017 ) proprio per vivere direttamente la giornata d’inaugurazione dell’anno in cui la città è stata scelta fra tante possibili come Capitale Europea della Cultura. Il Programma era interessante ed erano previsti sia il Presidente della Repubblica che il Presidente del Consiglio oltre a dirigenti e politici locali, a rappresentanti dell’Unione Europea, alcuni ambasciatori/trici, dirigenti della Rai e di alcune aziende sponsor. La città è stata invasa da circa 100mila persone, italiani venuti da vicino e da lontano e alcuni turisti. Le azioni in programma erano vivaci, interessanti, alcune originali, alcune tradizionali, alcune emozionanti.

Sia il Presidente della Repubblica che quello del Consiglio hanno sottolineato l’importanza del riconoscimento europeo a Matera sia per il Sud Italia nel suo complesso sia per la cittadina lucana così particolare e densa di storia. Sono stati citati Carlo Levi e Pasolini, Togliatti e De Gasperi, Olivetti, e quindi il ruolo della migliore Cultura Italiana nei suoi diversi aspetti politici, artistici, imprenditoriali. L’Unione Europea con tutte le sue contraddizioni attuali che peseranno sulle prossime Elezioni europee di fine maggio, nel 2014 scelse Matera come simbolo storico e contemporaneo della Cultura Europea. Per un brutto caso della storia lo scorso fine settimana fra il 18 e il 20 gennaio mentre oltre 100mila persone erano, ed io fra loro, felici ad ammirare la città in festa, nel Mediterraneo decine di Migranti abbandonati chiedevano aiuto e molti morivano e solo alcuni sono stati recuperati ma riportati di fatto nei Lager Libici : a Matera i Fuochi d’Artificio concludevano una grande festa e milioni di italiani guardavano in TV la diretta in Eurovisione ! Il nostro Governo e gli altri 27 Paesi di quella stessa Unione Europea o meglio i suoi attuali Dirigenti responsabili della Commissione, che avevano premiato Matera, non hanno voluto accogliere circa 200 persone alla deriva in mare ! Dal 2014 ad oggi l’UE non è stata capace di elaborare e concordare una Politica per l’Immigrazione che fosse degna erede e risvolto coerente proprio della lunga ricca Cultura Europea. Tutti i più importanti pensatori, filosofi, artisti e politici del Continente hanno sempre sottolineato che tale grande Cultura Europea fosse basata sull’Incontro e la Mescolanza di diverse Culture provenienti da tutto il Mondo che nel corpo di milioni di Popoli o Genti o Famiglie nascevano o arrivarono lungo i secoli. L’Europa è tale, pur con tutte le sue contraddizioni e problemi, in quanto incrocio spazio-temporale, rielaborazione creativa di tradizioni e culture molto diverse che hanno permesso nuove sintesi grazie alle Migrazioni millennarie.

E invece fra il 2014 e il 2018 negli ultimi quattro anni hanno provato ad arrivare in Europa, dal MedioOriente in fiamme, dall’Africa, dall’Asia, milioni di persone, di famiglie che scappavano da Guerre, Miseri, Paure, provocate fra l’altro proprio da conflitti internazionali e locali e da politiche sbagliate di cattivi Governanti locali troppe volte foraggiati o appoggiati da alcuni dei Nostri Paesi Europei. L’Unione Europea, mentre sceglieva Matera come Capitale della Cultura si preparava a finanziare la Turchia e il suo Dittatore, con parecchi miliardi di Euro per bloccare circa 3 milioni di Profughi mediorientali nel sud della Turchia ed evitare che arrivassero proprio in…Europa. In Germania, in Italia, in Grecia, nei Balcani ne sono comunque arrivati altri 2 milioni circa in due anni e sono stati accolti con molta difficoltà a secondo del Paese.

Negli ultimi anni la medesima Unione Europea non è riuscita a definire un accordo serio coerente e dignitoso per tutti, per bloccare il traffico africano di esseri Umani , per evitare i nuovi Lager libici, per evitare continui naufragi in mare con migliaia i morti. L’Italia nel frattempo ha deciso di impedire alle navi delle ONG di salvare e di far sbarcare sulle nostre coste i Migranti salvati ed ha fatto accordi economici e tecnici per lasciare esclusivamente alla Guardia Costiera Libica la responsabilità del controllo del mare e quindi, vista la situazione politica e militare del Paese, ha permesso loro o di lasciare morire i Migranti o riportarli a terra e imprigionarli nuovamente.

Il paradosso attuale nella relazione fra il tema Migranti e Matera si completa ricordando la storia della città premiata. Una storia di millenni di insediamenti, di sopravvivenza dei suoi abitanti preistorici nelle Grotte del Paleolitico e poi nei Sassi e poi nelle piccole Case costruite fra i Sassi medesimi, una storia proprio di migrazioni e di accoglienza progressiva di altre genti in arrivo ! Dopo i primi insediamenti del Paleolitico e del Neolitico nelle Grotte della Gravina, l’insediamento urbano vero e proprio probabilmente era di origine greca: quindi Migranti dell’epoca dall’Est ! Durante la dominazione romana gli abitanti di Matera accolsero Profughi di Metaponto dopo la distruzione della loro città da parte di Annibale. Dopo il crollo dell’Impero Romano Matera passò sotto il dominio longobardo e i secoli IX e X furono caratterizzati da aspre lotte fra gli stessi Longobardi, i Saraceni ed i Bizantini, che tentarono più volte di impadronirsi del territorio; la città fu distrutta dalle truppe di Ludovico II, imperatore dei Franchi, proprio nel tentativo di cacciare i Saraceni. Poi a partire dall’VIII secolo, il territorio materano fu teatro di una notevole immigrazione di monaci benedettini e bizantini, che si stabilirono lungo le grotte della Gravina trasformandole in chiese rupestri. Dopo l’insediamento dei Normanni avvenuto nel 1043 la città conobbe un periodo di pace. Nei secoli seguenti arrivarono anche gli Spagnoli……..

Saltando in avanti nel tempo, alla fine della Guerra nel 1945 nei Sassi di Matera vivevano in grande povertà, con problemi gravi di salute, circa 15mila persone. Matera era vissuta e considerata una vergogna nazionale. Nel 1948 scoppiò la questione dei Sassi di Matera, sollevata da Palmiro Togliatti prima, e da Alcide De Gasperi dopo. Nel 1952 una legge nazionale stabilì lo sgombero dei Sassi e la costruzione di nuovi quartieri residenziali che svilupparono la città nuova nella quale confluirono i 15.000 abitanti dei Sassi. Solo quando si iniziò a studiare il perché e il per come di quei Sassi, dopo che Carlo Levi aveva scritto il suo celebre romanzo e dopo che Pasolini aveva scelto nel 1963 i Sassi per il suo Vangelo, quella Povertà fu riconsiderata Ricchezza e a poco a poco fra restauri, interventi, iniziative sociali e culturali Matera è passata dalla Vergogna all’Orgoglio, ma ci sono voluti decenni: solo nel 1986 una nuova legge nazionale finanziò il recupero dei Sassi ormai degradati da oltre trent’anni di abbandono. Nel 1993 Matera fu riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Ma solo nel 2014 è stata premiata dall’UE come Capitale della Cultura per questo 2019.

Ripensando alla Matera dei millenni di migrazioni e meticciati, alla Città del dopo guerra, al suo spopolamento e al suo rischio di morte ed al presente premiato con milioni di euro, mi viene in mente la storia recente di Riace e delle decine di piccoli Paesi meridionali e non solo abbandonati o a rischio che potrebbero essere ( o sono già in parte : Rocca di Papa vicino Roma o Badolato in Calabria ed altri in Abruzzo ) rivissuti per rinascere con la partecipazione di nuovi abitanti di origini straniere affamati di vita di pace….Certamente la particolarità paesaggistica e urbanistica di Matera è ineguagliabile ma la sua storia di riscatto invece è da considerare come esempio di grandi potenzialità. Speriamo che nei prossimi anni l’Europa come continente geo-politico-culturale e l’Unione Europea come possibile Stato unico federale e i suoi 500 milioni di abitanti siano capaci di premiare altre matere ma anche di condividere nuove politiche economiche sociali e migratorie degne delle loro storie fatte sì di guerre e conflitti ed insieme di accordi di pace e convivenze proficue.

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