Mediterraneo aperto o chiuso ?

di Anna Pa  – Siena

Non piacerà a Matteo Salvini la lettera di Ilaria Guidantoni, giornalista, blogger e scrittrice che ho avuto il piacere di conoscere a Firenze, la sua città natale, in occasione dell’incontro di presentazione, realizzato dal gruppo Donne per la pace, della sua Lettera a un mare chiuso per una società aperta.  Scritta nel 2016 è da leggere oggi e da utilizzare per dialogare, cosa non semplice, con il bigliettaio democratico che riaprirebbe i forni crematori o con il tassista che odia tutti gli africani, ma non è razzista. Ilaria, al ritorno da uno dei suoi tanti viaggi, si augura che il Mediterraneo torni ad essere un chiasmo dei popoli, certamente una condizione molto diversa da ciò che è oggi, un cimitero per uomini, donne e bambini in cerca di salvezza.

E ancora descrive il suo ed il mio Mediterraneo come un mosaico di diversità che costituiscono la sua stessa ricchezza e identità, una identità plurale, un concetto politico e filosofico difficile da spiegare a Matteo Salvini. Il dialogo e la ricchezza delle differenze sono l’unica garanzia di pace, strumento per uno sviluppo sostenibile economicamente e culturalmente, prima ancora che valore morale. Anche questo molto difficile da spiegare a chi è abituato ad urlare e non sa ascoltare.

Ilaria nella sua lettera propone di approfondire il termine leghein usato nell’accezione di “raccogliere” e “accogliere” e di attribuire valore alla diversità dell’altro che è appunto alter e non alius, alieno e sospetto ma un altro che ha diritto di esistere e di essere ascoltato.

Leggendo le parole di Ilaria sento la proposta di partire per un viaggio, un viaggio fatto di ascolto, un viaggio in cui riscoprire il calore dell’incontro e la spontaneità dell’ospitalità che, come scrive Elena Postigo in dialogo con Ilaria all’interno delle pagine del libro, è quella archetipa dell’offrire il pane allo straniero e poi al pellegrino, indipendentemente dalla sua appartenenza.

Ilaria parla del mare, ne analizza le componenti geografiche e culturali. Propone un sistema di corrispondenze più forte delle diversità e per costruire un mondo sostenibile propone di partire dai punti comuni. Il mare, un’identità liquida, il Mediterraneo culla della visione esistenziale del nomadismo, che promuove una società aperta perché fortemente interconnessa.

Matteo Salvini, Ilaria ti mette in difficoltà, lo so e lo capisco, ma vedrai che ti aiuterà a riflettere anche su altri punti del tuo programma politico…

Ilaria viaggiando sostiene di aver scoperto che l’uomo è nomade sulla terra ontologicamente. Ma il nomade non è un uomo senza radici, al contrario! Ha radici così profonde e radicate che non ha bisogno di erigere muri per proteggerle e porta con sé il patrimonio della tradizione e dell’identità. Una condizione esistenziale di apertura costante, dialogo e contaminazione, sinonimo di VITA. E ancora lo scrittore russo- croato, citato più volte nel testo di Ilania, Pedrag Matvejevic  (morto di malattia nel 2017 ) che ci ricorda nel suo libro più popolare “Breviario Mediterraneo “ del 1991, l’origine in tutte le lingue romanze delle parole “porto” e “porta” che  hanno un’etimologia comune, una stessa radice che racconta come ogni porto sia in realtà una porta di accesso e di comunicazione.

Matteo Salvini ti stiamo facendo sudare e già siamo a luglio e fa caldo senza leggere tutto questo.

Infine  Ilaria invita noi lettori a conoscere, studiare, raccontare e informare sul Mediterraneo cercando punti comuni e non arroccandoci sulle differenze, e fare in modo che queste stesse diventino punti di forza.

Matteo Salvini, insomma, mettiti in viaggio, studia, leggi ! Scoprirai che il mondo, il Mediterraneo è molto molto più grande delle tue parole di odio, i tuoi insulti, le tue paure, ma anche molto più vicino e non alieno come lo dipingi ogni volta che hai bisogno di scagliarti contro qualcuno per definite la tua identità.

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