di Gianguido Palumbo.
“Uno spettro si aggira per l’Europa, lo spettro della Multi-Etnicità. I Migranti non hanno da perdervi che le loro catene e hanno un Mondo da guadagnare : Migranti di tutti i Paesi unitevi!”
In una notte di insonnia di questi strani giorni, pensando a tutti i problemi internazionali e nazionali delle migrazioni, improvvisamente mi è venuto in mente il Manifesto del 1848 con il suo famosissimo incipit e la sua altrettanto famosa conclusione :
“Uno spettro si aggira per l’Europa, lo spettro del Comunismo. ( …e alla fine ) I Proletari non hanno da perdervi che le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare. Proletari di tutti i Paesi unitevi.”
Una forzatura ? Forse, ma neanche tanto.
Sono almeno tre anni che l’Unione Europea è attraversata non solo fisicamente da quella che è considerata impropriamente un’Emergenza : milioni di persone, famiglie intere, in fuga dai loro paesi mediorientali, orientali e africani. Il governo europeo e nazionale delle Migrazioni non riesce a definirsi ed anzi da anni continuano scontri equivoci, ipocrisie. Alcuni Paesi dell’Est si rifiutano di condividere programmi di accoglienza, altri Paesi alzano muri di ogni tipo, altri ancora fanno da soli, e l’Italia annaspa. Pochi giorni fa si sono riuniti per definire un Programma di nuovi “aiuti” ai Paesi Africani dai quali arrivano migliaia di Migranti : tanti fondi pronti per essere investiti in progetti di cooperazione e di “sviluppo” socioeconomico di tante comunità locali. Si spera e teorizza che il miglioramento delle condizioni di vita in Africa provochi una diminuzione delle Emigrazioni verso l’Europa e l’Occidente. Nel frattempo soprattutto la Francia e l’Italia, parallelamente e con evidente spirito competitivo, tentano accordi rischiosi o quasi impossibili con le diverse componenti politiche militari, locali e forse anche “criminali” della multiforme e turbolenta Libia. Gli sbarchi in Italia sono diminuiti molto negli ultimi mesi ma è proprio in Libia che centinaia di migliaia di Migranti africani sono bloccati in condizioni disumane : brutalmente è come mettere sotto un tappeto “ la sporcizia” di una stanza !
Nel nostro Paese non è mai successo prima che ripetutamente i media nazionali si occupassero tanto come in questi ultimi mesi fin dalle prime pagine e aperture di notiziari, delle Migrazioni sotto varie angolature : prima per il problema delle Navi nel Mediterraneo, per le nuove politiche del Ministro dell’Interno e i tentativi di accordi internazionali, poi per le emergenze occupazioni e sgomberi e la gestione dell’accoglienza o per gli episodi di vero e proprio Razzismo quotidiano che aumentano in quantità e “qualità”. E continua il dibattito politico e culturale fra partiti e intellettuali e operatori sociali. Alla faccia del Museo sulla Storia d’Europa appena aperto a Bruxelles di cui ho scritto nel penultimo editoriale ( con la scandalosa assenza del tema Migrazioni storiche e recenti nel nostro Continente ), inevitabilmente il grande e storico problema delle Migrazioni mondiali e di quelle più recenti è diventato ripetutamente uno dei principali temi di dibattito politico culturale e di gestione concreta su tutto il territorio europeo e nazionale.
Da quando mi occupo attivamente di Immigrazione, Multietnicità e Convivenza ( dal 1992 a Venezia, da oltre 25 anni ) è davvero impressionante l’escalation di attenzione sociale, politica e mediatica verso questo aspetto della vita contemporanea che ha solamente ( si fa per dire ) amplificato e moltiplicato e reso più evidente a tutti i cittadini un fenomeno sempre esistito nella storia dell’Umanità : spostarsi alla ricerca di un luogo migliore per vivere !
Non è realistico né onesto pensare che sia “sufficiente “ ( in verità impossibile ) fare in modo che nei Paesi in difficoltà ( guerre, carestie, economie, politiche ) le condizioni di vita migliorino progressivamente per “evitare” che milioni di persone se ne vadano in cerca di un Paese dove stare meglio: è dimostrato ( dati e non parole ) che, non paradossalmente ma logicamente, dove aumenta l’istruzione e il livello medio di vita, aumenta anche la coscienza delle disuguaglianze e il desiderio soprattutto dei più giovani di partire in cerca di altri mondi che immaginano migliori. Il vero fattore scatenante delle nuove Migrazioni è la Informazione – Comunicazione via telefono e computer : ascoltare e vedere in tempo reale gli altri popoli che stanno meglio e amici o parenti che stanno creandosi un futuro pur soffrendo, provoca inevitabilmente la voglia e il bisogno familiare e individuale di lasciare il proprio villaggio, la propria periferia, i propri disagi e sofferenze, le proprie paure, per provare almeno a raggiungere un’altra vita. Le disuguaglianze mondiali sono una realtà all’origine delle migrazioni, ma la loro visibilità per miliardi di persone nello stesso momento, è scatenante e incontrollabile e quasi ingovernabile.
E allora, forse, non ci resta che una soluzione : preparare le nostre società occidentali più “benestanti” alla Convivenza Civile, molto meglio e con più investimenti e attenzione, anche modificando economie, sprechi, sistemi, culture, per potere stare assieme al meglio possibile valorizzando la Multietnicità, creando nuove regole fra diritti e doveri, e nel frattempo provare ad investire molto di più in Cooperazione Internazionale Decentrata Territoriale, in cui scambi, progetti, attività, migliorino la vita nei paesi di provenienza degli Immigrati ma senza illudersi che questo freni nei prossimi anni le migrazioni.
Un MONDO da CONDIVIDERE davvero e sempre di più se non vogliamo che la terribile profezia di Pasolini ( nella poesia Alì dagli occhi azzurri del 1964 ) si avveri : i Popoli del SUD del mondo che travolgono in massa l’Europa senza guardare in faccia a nessuno, magari rigenerandola ! Che non sarebbe poi tanto lontana come profezia da quella di Marx ed Hengels del 1848 relativa al Proletariato : profezia che si è avverata solo in parte ed anche male ma che comunque ha cambiato il mondo.
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