di Marwa Mahmoud
( Responsabile Educazione Interculturale centro MONDOINSIEME di Reggio Emilia )
Mercoledì 24 gennaio a Roma durante la prima giornata della Conferenza Nazionale della Cooperazione internazionale promossa dal MAECI Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Marwa è stata invitata ad intervenire sul tema Migrazioni e Cooperazione e quello che segue è il testo originale che ha letto con grande successo del pubblico e ha accettato di pubblicare subito su MONDITAreview che la ringrazia molto.
Quando mi chiedono se mi sento più italiana o più egiziana è come se mi chiedessero di scegliere tra papà e mamma….eh sì….da una parte Mamma Egitto mi ha messo al mondo, dall’altra Papà Italia mi ha cresciuta.
In me scorre sangue di papà e mamma, a volte, a seconda dei contesti, mi sento più egiziana o mi sembra di esser molto più prossima alla cultura egiziana, altre volte mi sento italianissima e mi tradisce persino il mio accento emiliano…o almeno così dicono. Ma per gli occidentali sono e resto l’egiziana, una straniera.
A volte ci resto male, ma per lo più mi diverto. Mi diverte gestire lo shock culturale e rispondere al classico “Però sai parlare bene italiano!” con un “Sì, anche tu! ”
Sapete la gente si aspetta di sentirsi dire ciò che vuole, ciò che immagina così come l’ha categorizzato, vuole trovare conferma nel proprio cliché, nel proprio stigma…. per star serena, per aver controllo su ciò che la circonda e io….io.. basta guardarmi in faccia…son tutto fuorché la conferma di un cliché.
NOI GIOVANI DI NUOVE GENERAZIONI
Qui in Italia impariamo a camminare, a parlare, cresciamo, studiamo e lavoriamo proprio come tutti i nostri coetanei che la cittadinanza italiana l’hanno ereditata per legge dai propri genitori.
Legge che però condanna noi a restare estranei nella nostra nazione perché chi ci ha messo al mondo è Straniero. Come si può dunque pensare che io sia come una copia, una replica in tutto e per tutto dei miei genitori. E’ sbagliato proiettare su di me (sui figli dei migranti) l’eredità sociale, culturale e religiosa dei miei genitori. Così com’è assurdo sostenere che un-a giovane europeo-a sia la replica tout court dei propri Genitori !
Credo che mamma Italia abbia investito molto da un punto di vista scolastico e formativo sui figli dei migranti.
I TEMPI SON MATURI ED È GIUSTO CHE VENGANO RACCOLTI I FRUTTI DI QUESTO CAMBIAMENTO CULTURALE CHE PREVEDE CHE I FIGLI DELL’ITALIA SIANO RICONOSCIUTI TUTTI COME FIGLI LEGITTIMI poiché siamo costruttori di ponti, portatori sani di inter-cultura, siamo dei veri e propri NATIVI COOPERANTI.
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