Sulla Trieste multiculturale

di Melita Richter  ( da Trieste ).

I mesi di maggio e giugno sono stati particolarmente ricchi di incontri di carattere multiculturale a Trieste. Il filo conduttore degli eventi è stato il mare.

Con il titolo “Lungo la rotta Adriatica” il viaggio ha preso il largo da lontano coinvolgendo numerose realtà nazionali e internazionali: GAL Carso, Gruppo/Skupina85, Fondazione Alexander Langer Stiftung, Cospe, Mila/Donnambiente Pescara, Ecoistituto Abruzzo, Pomorski Muzej-Museo del Mare “Sergej Mašera” Pirano/Piran, ADL Verteneglio/Brtonigla, Mediadom Pirhani Piran/Pirano, con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia e il sostegno di AREA Science Park.

Un’esperienza di intrecci multipli che ha messo in comunicazione i luoghi dove il Mediterraneo abbraccia  l’Europa di Mezzo e i suoi mondi  plurali.

Il primo incontro triestino si è svolto il 16 maggio presso l’AREA Science Park di Padriciano durante il quale gli ospiti, rappresentanti di associazioni e istituzioni, hanno cercato di approfondire il rapporto tra biodiversità, tecnologie e cultura. I temi discussi si sono focalizzati attorno alla conversione ecologica, dell’alimentazione e del settore agricolo in rapporto dei cambiamenti climatici  e dei nuovi stili di vita. Al centro i valori della multi diversità e sono state illustrate alcune iniziative concrete di Green Economy e progetti innovativi di sviluppo rurale sul Carso, in Istria, nelle Marche e in Abruzzo.

Il 17 maggio è stata la volta di Pirano, in Istria, luogo natio di Tartini e terra madre di Fulvio Tomizza, la “grande anima” istriana che, come ricordava Marino Vocci il volano dell’iniziativa, è stato assieme a Alexander Langer “costruttore di ponti, saltatore di muri, esploratore di frontiera…traditore della compattezza etnica  ma non transfuga”. Tra le note di Tartini e le zolle essiccate delle saline di Sicciole si sono snodate le voci dei partecipanti alla Tavola rotonda dedicata al tema Il muro: crisi del multiculturalismo in un mondo tra et-et e aut-aut”. Tema che ha messo in luce le riflessioni sulle società contemporanee delle area di confine che oggi vivono momenti di crisi. La manifestazione palpabile di questa crisi sono i fili spinati e i nuovi muri innalzati sul territorio europeo forgiati dall’incalzante strumentalizzazione delle paure dell’Altro. Dimenticando così il carattere stesso dell’Europa e le sue fondamenta democratiche. Una folta gamma di uomini e donne di cultura, rappresentanti della società civile assieme a politici, giornalisti, sociologi, psicolinguisti e psichiatri, sindacalisti e filosofi, hanno contribuito al vivo dibattito, sottolineando che le aree di confine non hanno altra scelta che quella di collaborare.

L’ultima sosta nel golfo di Trieste dell’iniziativa “Adriatico, una storia scritta sull’acqua”,  promossa questa volta dall’Associazione ambientalista Marevivo con la puntuale guida di Vocci, si è svolta il 5 giugno a Grignano e ha visti impegnati Enrico Samer, il presidente della Samer & co Shipping e il noto artista  Serse Roma che da molti anni vive e lavora a Trieste.

I relatori hanno scandagliato il profondo significato del viaggiare di ieri e di oggi ragionando sull’importanza che per Trieste può avere la nuova via della seta, l’iniziativa strategica della Cina per il miglioramento dei collegamenti e della cooperazione – anche culturale –  tra paesi nell’Eurasia.

Il tema s’inserisce perfettamente nello spirito di Trieste e nell’esperienza della Samer & co Shipping società che da quasi un secolo opera nel settore marittimo e attraverso la principale “autostrada del Mediterraneo” promuove la futura via della seta marittima del XXI secolo.  Il gioco di luci e ombre della grafite con cui interpreta il mondo l’artista Serse Roma  ha donato al discorso specialistico un’altra dimensione, quella magica della creatività. La sua visione poetica dell’universo, il paesaggio astratto, decolorato, raggiunge l’invidiabile brillantezza e purezza, apprezzati anche a Pechino dove è stato ospite assieme ad altri 24 artisti alla mostra “Flow 1. Arte contemporanea Italiana e Cinese in dialogo”. Quindi, ancora una volta l’arte come collante tra territori distanti, ora messi in comunicazione attraverso il dialogo, confronto e scambio. E, come direbbe l’autore riferendosi a Pennone “affilando la nostra capacità di rovesciare l’occhio”, superando la linea di ‘ovvietà’ della separatezza tra l’ Occidente e l’Oriente.

Infine, domenica 18 giugno sulla panoramica terrazza del Bastione Rotondo nel Castello di San Giusto, la città ha offerto un ulteriore omaggio a uno dei grandi, a Predrag Matvejević, scrittore e umanista che più di altri ha saputo azzerare i muri di divisioni nelle sue opere e nella vita. L’evento è stato realizzato nell’ambito del progetto multidisciplinare “Varcare la frontiera #4 – Flussi di marea”, a cura di Mila Lazić e Massimiliano Schiozzi dell’Associazione Culturale Cizerouno. Grazie agli ideatori e agli artisti che sono intervenuti, alle parole tratte dal libro “Il Breviario Mediterraneo” lette da Filippo Borghi, si sono riaccese le immagini del susseguirsi delle civiltà marittime, fuse e sovrapposte nella stratificazione secolare degli eventi e delle lingue. La lettura è stata accompagnata sul santur, antico strumento iraniano a percussione dal musicista Fuad Ahmadvand che ha evocato i suoni del Mediterraneo. Una bellissima serata, con il golfo esteso nella stupefacente bellezza di un tramonto come quelli che Predrag adorava a Trieste e di cui aveva scritto.

 

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