Tunisia e Italia contro la violenza sulle Donne

di Habiba Manaa.

Lo scorso 27 Luglio, il Parlamento Tunisino ha approvato un voto storico. Dopo un iter parlamentare accidentato e ostacolato da rinvii, che ne avevano fatto temere un fallimento, all’unanimità è stata votata con 146 voti a favore la legge organica contro la violenza sulle donne e per la parità di genere. 43 articoli divisi in 5 capitoli per fornire misure efficaci contro ogni forma di violenza o sopruso basato sul genere, con l’obiettivo di garantire alla donna il rispetto della dignità e assicurare l’uguaglianza tra i sessi, garantita dalla Costituzione, attraverso un approccio globale basato sulla prevenzione, la punizione dei colpevoli e la protezione delle vittime. La legge punta inoltre ad eliminare ogni forma di disuguaglianza tra i sessi anche sul lavoro.

Tra le novità rilevanti, l’abrogazione dell’articolo 227 bis del codice penale che prevedeva una sorta di “perdono” per gli stupratori di una minorenne in caso di matrimonio con la vittima. Il nuovo dettato legislativo prevede invece pene molto severe per gli stupratori senza più alcuna possibilità di sfuggire alla legge, e lo spostamento dell'”età del consenso” da 13 a 16 anni. Altro punto fondamentale, è l’art. 17 che punisce con una multa da 500 a mille dinari chi si rende colpevole di molestie nei confronti delle donne per strada o in spazi pubblici. Viene inoltre punito l’impiego dei minori (bambine) per i lavori domestici con l’introduzione di pene da 3 a 6 mesi di reclusione a carico chi viene riconosciuto responsabile.

“La versione del testo votato in parlamento risponde alle attese delle donne e della società civile che si sono mobilitati per due decenni per l’ottenimento di questo risultato” ha dichiarato la deputata indipendente, avvocato femminista, Bochra BelHaj Hmida, a votazione avvenuta.

Nella preparazione della riforma sono state sentite tutte le parti interessate: ministeri della Donna e della Giustizia, società civile, Unione Nazionale della Donna Tunisina (Unft), Associazione Tunisina delle Donne Democratiche (Atfd), l’associazione parlamentare per la Famiglia, la Lega delle Elettrici Tunisine, l’associazione Voix de l’Enfant, la commissione della Donna presso la Commissione Verità e Dignità (Ivd) nonché numerosi esperti del settore.

Mentre nel paese europeo più vicino alla Tunisia, l’Italia, nel 2016 si sono contate 120 vittime, e dall’inizio del 2017 a oggi se ne contano già quasi 80. Tutte vittime che erano per qualcuno una madre, una sorella, una figlia. Spesso queste donne, avevano già denunciato i loro partner per abusi, eppure sembra che finché non vengono uccise, non vengano ascoltate.

Credo sia importante sensibilizzare le donne a non prendere alla leggera un uomo che ti insulta o che mette in evidenza la sua superiorità. Non prendere alla leggera un litigio, una mano alzata. Non credere al “perdonami ma anche se ti ho menata, ti amo”. Non credere al “è l’ultima volta, non lo faccio più”, perché il lupo perde il pelo ma non il vizio.E’ importante che i genitori di oggi educhino i figli e le figlie a impostare relazioni sane, che ci si ponga la domanda se ci siano motivi per temere per la propria vita, che le ragazze notino la concezione della donna che ha il loro “lui”, che scelgano qualcuno che le ama liberamente e non mette catene.È importante che le violenze e gli abusi  come anche i comportamenti maniacali (es. stalking) vengano sempre denunciati.Ma il mio appello è rivolto alla politica, affinché le donne vengano tutelate e far in modo che, ascoltando quei campanelli d’allarme, si eviti di togliere la vita a delle persone solo perché di genere femminile. Guardare al lavoro svolto dalle istituzioni dei paesi vicini, anche se considerati “terzo mondo” e solo “esportatori di immigrati clandestini”, sarebbe più utile, più produttivo.La politica deve tutelare e far cessare questa emorragia di donne uccise, violentate e umiliate tutti i giorni da cosiddetti “uomini” che mi sembra una definizione esagerata, troppo generosa. Non è una questione culturale, né una questione religiosa, la violenza sulle donne non ha nessuna scusante, nessuna giustificazione. 

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