Un bravo Calciatore Nord Coreano in Italia

di Angelo Cioeta.

Nella serie B del calcio italiano c’è un giocatore che sta esaltando una squadra, il Perugia, traghettandola ai vertici del campionato, con buonissime probabilità di ottenere la promozione al campionato di Serie A.

Non si tratta di un brasiliano, di un argentino, di un nostro connazionale, o comunque di un giocatore proveniente da uno dei Paesi dalla grande tradizione calcistica. Arriva da lontano, dal Paese più chiuso e misterioso del mondo, che spesso fa parlare di sé solo per curiosità tragicomiche (non sempre veritiere, intendiamoci), odio verso gli americani e progetti nucleari: la Corea Del Nord.

Il giocatore in questione è Han Kwang  Song, classe ’98, attaccante del Cagliari ma attualmente in prestito nella compagine umbra, nonché della nazionale nordcoreana. Ha tecnica, capacità, dribbling e, al momento, presenta uno score di un goal a partita. La sua carriera calcistica è iniziata in patria, nel Chobyong, per poi passare al Centro Europeo de Tecnofutbol di Barcellona. Tornato in patria, arriva in Italia, presso una scuola calcio di Perugia. Disputa con il Cagliari il torneo di Viareggio, segnando una rete all’esordio. Il 10 marzo 2017 diventa a tutti gli effetti un giocatore della compagine sarda. Nell’aprile del 2017 segna la prima rete con la maglia rossoblù, stabilendo un doppio record: primo giocatore nordcoreano a giocare e segnare in serie A. Nell’agosto dello stesso anno va in prestito al Perugia, con cui segna una tripletta contro l’Entella in campionato, nella giornata del 26 agosto.

Suona strano che un giocatore proveniente dalla lontana Pyongyang faccia parlare di sé, in un periodo in cui la Corea Del Nord è tra le protagoniste del pericolo nucleare. Oppure, la verità è che di quel Paese conosciamo talmente poco che non ci rendiamo conto che, dopo tutto, anche da quelle parti esistono esseri umani che fanno sport.

C’è però un problema: lo sport, come tutto il resto, in Nord Corea è sottoposto a stretto controllo statale. L’unico obiettivo è quello di rendere grande e luminosa l’immagine del “Caro Leader” a costo di impedirne il pieno decollo. La speranza, inutile nasconderlo, è che talenti come Han e altri sportivi nordcoreani possano essere il motore di un cambiamento radicale all’interno delle strutture sociali e politiche di Pyongyang, perché ciascuna persona ha diritto ad essere libera e a fare attività sportiva per sé stessa e non per un leader.

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