Una FAVOLA sul Corona Virus in 23 lingue+Video

Abbiamo realizzato un primo VIDEO della Favola e anche una versione per le RADIO : il Video è qui di seguito…..

La FAVOLA è stata “adottata” questo 22 maggio, dalla ong SAVE THE CHILDREN Italia https://retezerosei.savethechildren.it  e sarà utilizzata in 13 ospedali italiani e in 23 “Punti Luce” della Ong in altrettante città italiane per aiutare migliaia di bambini e bambine in difficoltà ad affrontare questo periodo difficile di vita.

Tanti Bambini e Bambine in Italia ( di tante origini e lingue diverse ) , in Europa, in quasi tutto il Mondo, hanno sofferto in questi mesi per l’Epidemia di un maledetto nuovo Virus. Un modo per reagire alle paure è proprio quello di leggere o ascoltare una Favola che magari finisca anche bene.

Assieme al mio piccolo amico di 6 anni Hamza abbiamo scritto e disegnato la Favola che qui di seguito vi proponiamo. L’abbiamo anche fatta tradurre in tante altre lingue del mondo ( inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese, greco, irlandese, norvegese, danese, olandese, svedese, polacco, rumeno, croato, albanese, russo, arabo, giapponese, cinese, hindiano, persiano, romanì, filippino, bengali ) e speriamo che viaggi sia in Italia che in tanti altri Paesi per far stare un poco meglio milioni di Bambini e Bambine.

Il Re il Virus e la Corona perduta

di Gianguido Palumbo – Roma 3 maggio 2020 – Disegni di Hamza Coralli

Il re, il virus e la corona perduta

Favola per bambini e bambine sul coronavirus. Riuscirà il nostro re a ritrovare la propria corona? Scoprite di più su www.mondita.it

C’era una volta un Re senza corona. Il Re era triste perché senza corona nessuno lo riconosceva e lo rispettava. La corona del Re era stata rubata qualche tempo prima da un tipo buffo, strano, piccolino, che si faceva chiamare Virus, ma da quando aveva rubato la corona del Re tutti lo chiamavano Corona Virus e lui andava sempre in giro con la sua corona in testa tutta bianca e rossa e giocava, saltellava, entrava qua e là in tutti i negozi, nelle botteghe, perfino nelle case, toccando tutto e tutti. Ad ogni tocco lasciava un segno con le dita, una piccola traccia rossa, come una sottile polverina che rimaneva appiccicata alle cose, alle case, alle persone, che dopo essere state toccate diventavano rosse a poco a poco e si ammalavano. Ma Virus era contento di quello che stava facendo ed anzi più toccava e più si divertiva a vedere diventare rosso tutto il villaggio in pochi giorni. Il Re invece non si divertiva affatto. I suoi segretari e consiglieri ogni giorno gli raccontavano che quel piccolo mostriciattolo ladro di corone stava cambiando il suo Regno non solo di colore ma anche di umore: erano tutti sempre più tristi e ammalati e siccome però Virus aveva la Corona in testa, odiavano sempre più il Re come se gliela avesse data lui per fare dei dispetti ai suoi sudditi. Allora un giorno il Re, sempre più arrabbiato e preoccupato per quello che stava succedendo, decise che era arrivato il tempo di agire per riprendersi la Corona e bloccare quel tipaccio che stava rovinando la vita del Villaggio. Cominciò a pensare a pensare e chiamò i suoi segretari e consiglieri per sentire che idee avessero per poi decidere. Per tutta la giornata il Re e i suoi fedeli discussero su quali azioni potessero organizzare per bloccare Virus e riprendere la Corona ma nessuna di quelle dette aveva convinto il Re che se ne andò a dormire quella sera molto deluso e preoccupato.

Ma la notte dormendo dormendo e sognando sognando, gli venne un’idea che lo convinse: lui stesso, il Re, si sarebbe travestito da operaio della strada, come quelli che aggiustano le buche, portandosi con sé un secchio pieno di una colla nerissima e fortissima che messa a terra avrebbe bloccato all’istante qualunque persona che vi fosse capitata sopra. Quindi pensò che così travestito e attrezzato sarebbe andato in giro nel Villaggio l’indomani per cercare Virus, avvicinarsi a lui, chiamarlo come a chiedergli un’informazione, versando però un po’ di colla sulla strada di fronte a lui in modo da riuscire a bloccarlo su quel punto e allora potergli riprendere la corona dalla sua testa mentre si dibatteva disperato per la sua improvvisa immobilità.

Contento di quell’idea la mattina presto chiamò il suo segretario personale, gli chiese di portargli subito una tuta completa da operaio della strada, le scarpe, un cappello da lavoro, i guanti, il secchio e la colla speciale nera nera che serviva per chiudere le buche. Arrivati i vestiti e il secchio, il Re si cambiò completamente e tutto felice ma anche molto nervoso e deciso, usci dal suo Castello, e senza che nessuno lo riconoscesse si incamminò verso il centro del villaggio alla ricerca del maledetto Virus.

Appena lo intravvide da lontano in una delle vie laterali, si preparò allo scatto, si avvicinò fino a farsi sentire e gli chiese: “Signor Virus, può venire più vicino che le devo chiedere un piacere?” Virus pensando di avere una nuova occasione per toccare un altro abitante del Villaggio, tutto contento si avvicinò a quello che gli sembrava un operaio qualsiasi. Ma appena Virus fu vicino all’operaio Re, che nel frattempo aveva versato accanto un bel po’ di colla, sentì che i piedi erano rimasti bloccati per terra, proprio incollati. E mentre iniziò ad urlare muovendo le braccia e cercando di staccare le scarpe, il Re Operaio con uno scatto improvviso gli prese la Corona dalla testa e scappò via! Virus rimase lì a capo scoperto, sempre più urlante e scatenato, mentre molti abitanti della via accorrevano per vedere cosa stesse succedendo e trovando Virus senza più corona e incollato per terra, cominciarono a gridare di gioia. Qualcuno finalmente andò anche a prendere una corda per riuscire a legarlo bene e poi, togliendogli le scarpe, lo portarono tutti assieme in prigione per fermare la sua maledetta influenza negativa su tutto il Villaggio che si era ammalato diventando rosso.

Il Re tornò al Castello, si cambiò di nuovo per vestirsi da Re, si rimise in testa la sua Corona e organizzò un corteo per fare vedere a tutti che era tornato Re, buono come prima, che il Villaggio sarebbe tornato a vivere in pace ed anzi, curati tutti gli ammalati, la vita senza il maledetto Virus, in prigione, sarebbe diventata più bella e più giusta per tutti.

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