Vaccini e Morbillo in Italia

di Beata Uwase.

Si è tornati a parlare di Morbillo in età infantile ma anche fra gli adulti. Eppure sembrava che questa malattia esantematica appartenesse in qualche modo al passato e fosse stata ormai quasi debellata.

Il morbillo, purtroppo, è ancora ben presente in Italia. E’ un peccato perché da un lato questa malattia, con una vaccinazione, potrebbe essere fatta scomparire da una comunità, dall’altro è un’infezione pericolosa visto che, in un caso su 1000, ha conseguenze gravi tra quali la polmonite e encefalite.

A causa del calo delle vaccinazioni obbligatorie  in alcune zone del paese si sono accumulati individui che non sono stati immunizzati. Se non s’inverte questa tendenza si corre il rischio di vedere riapparire malattie che sono scomparse.

È importantissimo non ritardare le vaccinazioni perché, facendolo, si lascia soltanto aperta la porta a infezioni temibili in un momento in cui il bambino è particolarmente vulnerabile. Infatti il neonato nasce dopo che la madre gli ha trasferito, durante l’ultimo periodo della gravidanza, il suo repertorio anticorpale. Quindi il bimbo è protetto al momento della nascita; ma questi anticorpi cominciano a diminuire e spariscono solitamente entro i sei mesi di vita, e allattare al seno non fornisce una protezione alternativa. È importantissimo che quando gli anticorpi della mamma sono scomparsi il bimbo abbia già i suoi, suscitati dai vaccini, altrimenti rimane esposto a pericoli gravi.

Le vaccinazioni sono tutte importantissime, sia facoltative sia obbligatorie: se non esistono controindicazioni vanno eseguite nei tempi prescritti.

Se un numero sufficiente di persone è vaccinata e quindi immune all’infezione, non solo i singoli sono protetti dall’infezione, ma l’agente patogeno non riesce più a circolare in quella comunità.
Se un individuo che emette per esempio il virus del morbillo arriva in una comunità immune, il virus che emetterà non riuscirà a circolare; per cui il malato guarirà e nessuno verrà infettato. Se il tasso di vaccinazione è inferiore, invece, il virus può circolare: in questo caso sono a rischio non solo i bambini che non sono stati vaccinati per scelta dei genitori, ma anche quelli che per esempio non si sono potuti vaccinare magari perché si stanno curando per un tumore ; oppure che, a causa di terapie immunosoppressive, hanno perso la loro immunità; o molto più semplicemente che non si sono ancora vaccinati.

In queste ultimi mesi vi sono state infezioni di adulti tra i 20 e i 40 anni.

Si tratta spesso degli individui che quando erano bambini non sono stati vaccinati o per la presenza di altre patologie o immuno-compressi. Anche gli adulti possono vaccinarsi, ed è bene che lo facciano soprattutto in questi casi a rischio.

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