Dal Trieste Film festival

di Mariangela Matonte  – GeoMovies .

Erano 120 i film in programma, tra premiere assolute e anteprime italiane, nei 10 giorni appena passati di fine gennaio del più importante festival cinematografico italiano dedicato al cinema dell’Europa centro orientale. Fra i tanti si raccontava la Cecoslovacchia di The Teacher, la Polonia di All the sleepless nights, il Caucaso di Broadway Blacksea, la Romania di By the rails, la Bulgaria di Glory, l’Ucraina di Close relations.

Per MONDITAreview propongo due trailer molto diversi : uno di un documentario dedicato proprio alla città di Trieste e un altro Il Buon Postino che ha vinto il Premio Balcani-Caucaso ambientato in un piccolo villaggio bulgaro.

TRIESTE,YUGOSLAVIA di Alessio Bozzer documentario ( produzione italiana, croata e serbo-bosniaca 2017 ) durata 62 min.

Dalla metà degli anni ’50 Piazza Ponterosso, nel centro di Trieste, diventò per tutti gli abitanti dell’allora Jugoslavia, un mito, la meta prediletta per lo shopping. Durante gli anni ’70 e ’80 l’oggetto che simboleggia questo mito erano i “cowboika”, i blue jeans.

https://vimeo.com/179438309   

THE GOOD POSTMAN ( il buon postino ) di Tonislav Hristov documentario ( Finlandia, Bulgaria 2016) durata 82 min.

Un piccolo e testardo villaggio bulgaro, di fronte al confine con la Turchia, è riuscito a resistere alle invasioni straniere fin dai tempi dell’Impero romano. Ora il suo elettorato – 38 anziani – sta decidendo sul futuro dell’Europa. La Porta Grande, come il villaggio è stato chiamato per secoli a causa della sua posizione sulla soglia dell’ex impero ottomano, si è trovata nel bel mezzo della crisi europea: richiedenti asilo provenienti da tutto il mondo attraversano continuamente il confine provocando paura e inquietudine. Ancora una volta, un villaggio sonnolento e dimenticato, è diventato la più importante scappatoia segreta d’Europa. Postman Ivan, in mezzo al subbuglio, decide di candidarsi a sindaco per portare il paese a nuova vita, per prima cosa accogliendo i rifugiati.

Angela, se divento sindaco faccio venire i profughi siriani qui, al villaggio, gli ridaremo vita, riapriremo la scuola per i loro figli.” Ma a Goryam Dervint, poche anime bulgare al confine con la Turchia, la realtà è molto diversa da come la immagina Ivan.

https://vimeo.com/190063324                                      ( www.geomovies.it  a cura di M.Matonte )