Capitano di cosa e di chi?

di Gianguido Palumbo

Che buffa coincidenza: i Leghisti chiamano orgogliosamente Matteo Salvini (e a lui piace eccome) Capitano. Il nuovo applauditissimo film di un altro Matteo, il regista Garrone, si intitola “Io Capitano”.

Salvini da Capitano dell’Italia razzista, sovranista e antieuropeista, vorrebbe bloccare il Mediterraneo, respingere i Migranti, chiuderli in quasi carceri quando arrivano in Italia.

Garrone da regista di un giovanissimo Capitano migrante africano senegalese prova a raccontare perché e come migliaia, milioni di persone provano ad arrivare in Italia ed in Europa, per cercare di smuovere con un film la testa di milioni di spettatori/trici e cittadini italiani/e.

Ieri la Premier Meloni in TV ha ammesso le difficoltà del suo Governo nell’affrontare e risolvere il problema dell’Immigrazione, mentre il Papa a Marsiglia ha provato a lanciare un ennesimo messaggio non solo di pietà e solidarietà ma anche di razionale analisi della situazione internazionale.

Lampedusa scoppia in tutti i sensi (come ripetutamente negli ultimi dieci anni almeno), Sindaci di molte città dichiarano allarme per mancanza di fondi e di regole ( il 29 e 30 settembre a Firenze si incontreranno 11 sindaci democratici di grandi città europee per proporre le Città come protagoniste principali dei cambiamenti ), Agricoltori, Industriali, Impresari di tutti i settori lamentano la scarsità di mano d’opera, partiti, sindacati, associazioni e ong criticano sempre più il Governo il quale ha appena approvato un ultimo Decreto incivile dal punto di vista giuridico ma soprattutto etico sociale e culturale : la richiesta di poco meno di 5.000 euro ad Immigrato sbarcato per evitare di essere rinchiuso fino a 18 mesi in un CPR Centro di Permanenza per Rifugiati ( è davvero impressionante che la cifra stabilita sia di 4.938 euro perché così è compatibile con la soglia di 5000 euro di possibili pagamenti leciti in liquidi senza tracciamento !).

Per l’ennesima volta negli ultimi anni si è risvegliato il dibattito sull’Emergenza Immigrazione, sul Bisogno di Immigrati per l’economia italiana e per la mancanza di figli e giovani, sulla relazione fra Cooperazione Internazionale e Immigrazione, sul ruolo delle Ong in mare, sulle Dittature utilizzate per trattenere a pagamento i profughi di guerre e disastri socio ambientali, ed ancora tanti altri aspetti del “problema”.

Ciò che mi sorprende di più però è l’assenza di valorizzazione pubblica delle analisi aggiornate sulle origini delle Migrazioni attuali, sulle azioni virtuose pur sperimentali che stanno già avvenendo non solo e tanto in Italia ma in giro per il Mondo: le Migrazioni non avvengono solamente verso l’Europa!

E per questo che con stupore e con piacere propongo la lettura di un libro davvero eccellente e utile scritto da una delle più prestigiose ricercatrici universitarie e giornaliste scientifiche internazionali e tradotto e pubblicato in Italia quest’anno 2023 (edizione originale inglese del 2022): Gaia Vince IL SECOLO NOMADE come sopravvivere al disastro climatico ed. Bollati Boringhieri maggio 2023

( il sito dell’autrice è : https://wanderinggaia.com ).

In tutti questi ultimi mesi di scatenata attenzione sul tema delle Migrazioni in Italia non ho mai una sola volta letto o sentito citare da qualcuno (di ogni parte sociopolitica) questo preziosissimo libro: solamente sul Venerdì di Repubblica del 1 settembre scorso Dedo Tortona ne ha scritto un articolo sbilanciato sulla questione ambientale.

Un libro eccellente per chiarezza, serietà, equilibrio fra estremismi ideologici sia relativi alla crisi climatica ed energetica, che a quella migratoria, equilibrio fra pessimismi cosmici e ottimismi superficiali, informazione preziosa su molte pratiche pubbliche e private che stanno già avvenendo nel mondo sia per affrontare le crisi sia per provare a vivere e governare le migrazioni contemporanee.

Inoltre, secondo l’ottima cultura didattico comunicativa anglosassone, l’ultima pagina propone un Manifesto in 8 punti e un totale di 20 righe!

L’unica pecca del libro mi sembra quella di scivolare in alcuni punti verso una carica utopica eccessiva quando propone alcune soluzioni di livello internazionale che coinvolgano le Nazioni Unite e le Unioni geopolitiche attuali (Unione Europea, Unione Africana, ed altre entità ….), anche se tali proposte comunque sono molto utili e stimolanti proprio per uscire dagli schemi analitici e programmatici ormai desueti o fallimentari degli ultimi 30 anni almeno, sia di destra e purtroppo anche di sinistra.

Senza riproporre per intero le 20 righe finali del Manifesto, l’autrice in modo molto serio e documentato, ci ricorda:

  • Che le MIGRAZIONI umane sono sempre state il motore della storia umana e l’origine dell’”evoluzione” in ogni ambito, pur con tutte le contraddizioni che provoca, e quindi vanno affrontate come INEVITABILI E POSITIVE.
  • Che però le gravissime crisi recenti, economiche, energetiche e sopra tutto climatiche ambientali, stanno già provocando e provocheranno nei prossimi decenni un aumento vertiginoso delle Migrazioni non più e solo di milioni di persone ma fino a più di 1 Miliardo entro il 2050.

Il che significa che affrontare e provare a risolvere gli attuali movimenti migratori (ancora numericamente piccoli) come “emergenze” provvisorie o periodiche locali e nazionali, come buchi da tappare, e soprattutto con politiche improvvisate, limitate, esclusive di un Paese o territorio, è e sarà fallimentare e sempre più controproducente e doloroso sia per chi emigra sia per chi già vive in Occidente.

  • Che è necessario e urgente affrontare in parallelo le Crisi Climatiche ed economiche sociali e quelle Migratorie per le loro connessioni evidenti.
  • Che mentre si cerca di provocare nuove politiche relative a livello internazionale, continentale e nazionale, si devono e si possono ideare e sperimentare localmente azioni, pratiche sociali, tecniche, amministrative, politiche per iniziare subito a cambiare e migliorare la vita di tutti.

E l’autrice propone molti esempi utili in diverse parti del mondo.

Personalmente mi occupo di Immigrazione e Convivenza dal 1990, da 33 anni: in modi e ruoli diversi da volontario a cooperante internazionale a promotore sociale a scrittore. Ho conosciuto tanti/e Nuovi/e Italiani/e di origini diverse, sono diventato amico di alcuni/e, ho viaggiato e lavorato in  missione in diversi paesi del mondo, ho studiato tanto, negli ultimi anni ho scritto decine di articoli per la rivista on line www.mondita.it., ho ideato e realizzato programmi radio, decine di podcast per RadioBulletts www.radiobullets.com , ho collaborato con enti di ricerca nazionali (CESPI e IDOS) ho pubblicato due libri specifici ( Cortissima storia del Popolo italiano ed. Futura Roma 2019, UBUN Uomo Bianco Uomo Nero ed. YCP Lecce 2014) due romanzi ( Mani Nude ed. Spring Caserta 2017, DNA dovrei nascere ancora ed. Portoseguro Firenze 20239 ) ed oggi a 70 anni sono stanco di leggere e ascoltare in Italia su giornali, siti, radio, tv, oramai quasi sempre le stesse parole, idee, elaborazioni schematiche, superate e superabili.

Almeno nel nostro Paese, fino a poco più di dieci anni fa, si era arrivati ad un grado di maturazione ed attenzione ancora “decente” di politiche nazionali e pratiche anche territoriali sul tema dell’Immigrazione, dell’Accoglienza, della Solidarietà, dell’“Integrazione”(termine rischioso), pur nella forte contradizione di leggi superate e negative, leggi sospese, leggi non applicate e dinamiche sociopolitiche altalenanti. Ma nell’ultima decina d’anni invece abbiamo vissuto un evidente regressione politica, sociale e culturale anche su questo piano della vita sociale e della convivenza fino all’attuale situazione di allarme oggettivo che non riguarda il numero di immigrati arrivati o in arrivo più o meno illegalmente ma per la incapacità evidente e drammatica del Governo Meloni di gestire tale situazione di crisi intrecciate accanto ad un’Unione Europea non certo all’altezza anche essa dei compiti storici da affrontare.

Le origini e le responsabilità di questa regressione italiana, e non solo nazionale, sono tante ma è urgente aggiornare le analisi, sprovincializzare il dibattito socioculturale e politico, informarsi di più e meglio, confrontarsi di più e meglio con altri Paesi e Città con problemi simili, rompere schemi ideologici, recuperando invece grandi ideali ma sapendoli tradurre in proposte e progetti concreti alle diverse scale, proprio come suggerisce l’autrice del libro.

Rispetto all’Immigrazione non è possibile continuare ad oscillare fra il Razzismo respingente e fallimentare e la Solidarietà generosa e accogliente ma troppo spesso senza metodo e progettualità aggiornate, altrettanto fallimentare.

In Italia una buona novità mi sembrano le 7 Proposte che il PD nazionale ha presentato la scorsa settimana con una sequenza di punti chiari e coerenti che però vanno molto approfonditi e tradotti appunto sia in impegno parlamentare che in pratiche territoriali, collegando però fortemente tali proposte a quelle relative alla Crisi Climatica Energetica, a quella Economica Sociale, a quella ancor più profonda Socio Culturale.

https://www.partitodemocratico.it/politiche-migratorie/le-proposte-del-pd-sullimmigrazione/

In un prossimo articolo proverò a sintetizzare alcune idee e proposte concrete maturate in questi ultimi 33 anni del mio impegno sociale e professionale.

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