ITALIA/E: per chi e per cosa 200 miliardi ?

di Gianguido Palumbo

Pochi giorni fa sono andato a visitare un famoso Monastero Benedettino per i suoi affreschi medioevali davvero straordinari. Ho dormito e mangiato nella foresteria. A tavola ha curato la cena un giovane cameriere della zona molto gentile e servizievole, anche troppo. L’ho percepito in quanto tale tutta la sera: un giovane cameriere della provincia italiana. L’indomani a colazione presto prima di ripartire, ero solo in sala. Il medesimo cameriere, solo anche lui, mi ha servito la colazione e per rispondere ad una mia banale domanda su chi gestisse quella Foresteria e quel ristorante interno, in pochi minuti, in poche battute precise e dettagliate, con orgoglio, mi ha risposto e descritto la sua multi identità professionale e familiare. Quel giovane e apparentemente semplice Cameriere di provincia in verità mi ha spiegato che lui era parte di una Famiglia che da 20 anni gestiva la Foresteria con un appalto ottenuto dal Monastero e curava anche una piccola rete commerciale di vendita di prodotti gastronomici del Monastero ad alcuni negozi di Roma e provincia; inoltre ancora la medesima Famiglia gestiva anche a Roma una ditta edile che si occupava di restauri e lui in persona era proprietario di un appartamento vicino alla stazione Termini; e se tutto questo non fosse bastato, lui in persona da anni aveva ottenuto il tesserino regionale di Raccoglitore di Funghi e Tartufi (che abbondano in tutta la zona delle montagne sopra il Monastero) e con i suoi Cani ogni settimana ne andava a raccogliere molti per rivenderli guadagnando centinaia di Euro alla settimana, ovviamente in “nero”. Il Semplice Giovane Cameriere con l’occasione mi ha precisato che il “mercato nero” di Funghi e Tartufi nella zona è ancora fiorentissimo tanto che si sono create zone e conflitti fra squadre o singoli che provocano anche episodi di minacce di boicottaggi, con avvertimenti feroci compreso il taglio delle ruote delle auto parcheggiate lungo i boschi o il ribaltamento di mezzi non graditi come avviso di padronanza della zona.

Pur riconoscendo le capacità e l’iperattivismo, preferibile alla passività di molti, troppi giovani italiani, chi è davvero quel giovane “Cameriere” che mi ha servito gentilmente a tavola nella Foresteria di un Monastero? E’ solo un Cameriere con il suo stipendio di base, è un Ristoratore di Famiglia, è un raccoglitore settimanale di funghi e tartufi, è un affittacamere, è un co-gestore di una Foresteria che ospita a pagamento ogni anno migliaia di turisti e fedeli, è un piccolo impresario edile, è un piccolo commerciante di marmellate, miele e succhi di frutta di origine “benedettina”?

Quante TASSE annuali paga lui personalmente e la sua Famiglia, che diritti ha nel Lavoro e quanti ne rispetta, quanti “ristori Covid” sta ricevendo, etc..etc…? Quanti Italiani/e vivono e lavorano in condizioni multiple simili, anche più limitate, quanti Pensionati lavorano in nero in diversi settori, quante piccole imprese familiari occupano parenti in mille mestieri e attività? Quanta Economia Italiana è un ibrido incredibile di professionalità, ruoli, competenze, intrecci settoriali, lavori in nero in grigio e in bianco?

Il tema che vorrei mettere in luce in queste righe NON è semplicemente e banalmente l’Arte di Arrangiarsi italiana e con essa la camaleonticità professionale e imprenditoriale, il lavoro nero e grigio, il familismo, ma proprio l’IDENTITA’ umana e professionale, multipla e complessa, contradittoria, sfuggente, problematica della Popolazione Italiana contemporanea e quindi la necessità di analizzarla e affrontarla per aiutarla a maturare in un periodo storico decisivo come quello che stiamo vivendo per uscire dalla Pandemia Mondiale.

Nella crisi attuale italiana post Covid e post crisi economica degli ultimi anni, in vista dei Fondi Europei NGEU e il relativo Recovery Plan da 200 miliardi, con un nuovo Governo di quasi Unità Nazionale, sono sempre più convinto che si rischia di programmare e proporre all’UE per il finanziamento un PIANO NAZIONALE di “Rinascita e Resilienza” datato, superato, perchè basato su analisi e interpretazioni del nostro Paese, sbagliate o comunque inadeguate perché originate dalla perpetrazione di stereotipi e di schemi teorici socioeconomici e culturali superati, “vecchi”, appartenenti ad un Mondo, a Società Occidentali ed a un’Italia di decenni fa.

Sono sempre più convinto che ancora oggi soprattutto la maggioranza di Politici e gran parte dei cosiddetti Tecnici e Tecnocrati pur di livello nazionale, non conoscano bene l’Italia contemporanea, la Popolazione Italiana, la Società Italiana: le analisi quantitative e qualitative (sulle quali si basano) sono inadeguate. Si sente parlare e si legge di: Imprese, di Settori, di Partite Iva, di Pubblico Impiego, di Operai, di Dipendenti, di Casalinghe, di Disoccupati, di Pensionati, di Liberi Professionisti, di Insegnanti e Professori etc… insomma di Categorie Sociali ed Economiche ben precise che esisteranno pure ma fanno parte di un Mondo, di una Società, di organizzazioni produttive e riproduttive ottocentesche o al massimo novecentesche che sono state stravolte, modificate in tutto il Mondo e in Italia in particolare. Il meticciato socioeconomico e professionale, le nuove “professioni” o attività o “lavori”, le dinamiche economiche sono in parte molto diverse da quelle degli anni appena passati, nel bene, nel male e nel nuovo. Sarebbero necessarie e urgenti analisi aggiornate e soprattutto nuove regole, nuovi incentivi, nuovi controlli, nuove leggi. Per non parlare delle modifiche generazionali e di Genere, del ruolo diverso e nuovo sia dei Giovani e giovanissimi e loro competenze ma anche degli Anziani, Iper-Adulti, e loro bisogni e opportunità, delle Donne, le loro condizioni di vita, i loro movimenti ed elaborazioni.

Non si tratta solo di affrontare le DISUGUAGLIANZE ma ancor prima di analizzare le IDENTITA’.

L’ultimo censimento nazionale ISTAT (decennale) è stato del 2011 e dal 2018 viene aggiornato progressivamente ogni anno. Ed anche quello strumento di analisi rischia ormai di essere inadeguato, poco aggiornato per i parametri che utilizza da anni.

Solo alcuni esempi di problematicità interpretativa e conseguenti proposte di rinnovamento.

La POPOLAZIONE ITALIANA

Quanti siamo e chi siamo davvero oggi? Quante e quali persone VIVONO in Italia e non solo “risiedono” ufficialmente? Italiani/e e Stranieri I dati ufficiali indicano una flessione recente sotto i 60 milioni fra i quali gli Stranieri, compresi gli Immigrati, sarebbero più o meno 5,5 milioni. Ma in Italia vivono, abitano, lavorano, consumano, fra i 500mila e il milione di Immigrati “irregolari” che fanno parte quotidiana sia della vita sociale quasi ovunque sia della vita economica dato che molti di loro lavorano irregolarmente in molti settori ed anzi ne sono un “supporto” determinante. Sottovalutare questa realtà che incide sia sulla vita italiana sia sull’immaginario, e che di per sé è inaccettabile eticamente e socialmente, non è un problema morale o legale ma concretamente sociopolitico. Italiani: Piemontesi, Siciliani….

Non esiste solamente il tema della relazione fra Italiani e Stranieri, delle politiche di immigrazione, del razzismo quotidiano, ma anche quello della relazione fra Italiani e Italiani di diverse origini regionali che influenza la vita sociale contemporanea. Tuttora in Italia le identità regionali e locali incidono eccome sulla vita reale, su quella socioculturale, economica ed anche politica. I 55 milioni di Italiani/e (esclusi gli “stranieri”) sono in gran parte “meticci inter-regionali” e la storia centenaria e millenaria delle identità territoriali incide su comportamenti, su relazioni pre-razziste ( non solo fra Nord, Centro e Sud ), su politiche concrete differenziate e spesso competitive. Il “regionalismo” e perfino il “campanilismo comunale” con i suoi orgogli atavici vivi, continua ad influire sulla vita individuale e collettiva italiana, sulle relazioni, sulle politiche nazionali e regionali e comunali. La globalizzazione, la mondializzazione ha provocato (non solo in Italia) una reazione opposta di autodifesa locale che ha e sta provocando diversi problemi. Non a caso in Italia il leghismo lombardo veneto e piemontese (nato negli anni ’90 e cresciuto fino ad oggi) è diventata una forte realtà politica e socioculturale che ha inciso fortemente sulla vita nazionale, così come in parte in alcune regioni meridionali (Campania e Sicilia ) l’orgoglio regionalista, pur non divenuto organizzazione partitica, incide sulle dinamiche sociopolitiche. Tenere conto di chi siamo davvero ancora oggi come Popolazione Italiana, con tutte le contraddizioni e sfaccettature antropologiche, culturali, sociali, territoriali, è importante per elaborare proposte e innovazioni che valorizzino la ricchezza plurale e/o neutralizzino le spinte autonomiste, per promuovere la maturazione effettiva di una Identità Italiana nazionale all’interno di quella Europea e Occidentale in un mondo globalizzato interetnico, aperto alle contaminazioni reciproche.

ECONOMIE e LAVORI: le Mafie, le Economie Nere, Grigie, Bianche

E’ impossibile e molto irresponsabile analizzare la realtà economica (e socioculturale) attuale italiana senza considerare il ruolo determinante e strutturale delle Organizzazioni Criminali Italiane (Camorra, Ndrangheta, Sacra-Corona Unita, Mafia). Tutte le analisi più recenti e indipendenti di studiosi riconosciuti dimostrano come le “mafie” non solo si siano diffuse in tutto il territorio nazionale ma siano da anni parte integrante di settori economici e finanziari del Paese. Non sono da tempo (se mai state) solamente un problema specifico di Legalità e di Ordine Pubblico e continuare a sottovalutarne il loro peso e il ruolo diventa una scelta grave di oggettiva connivenza. La pandemia sta accentuando tale ruolo estremamente negativo nella società italiana.

Strettamente intrecciato a questo grande e grave problema nazionale è il tema delle Economie Bianche Grigie e Nere: il cosiddetto “Sommerso”, il lavoro ”Nero”, l’intreccio sempre più strutturale anch’esso fra spezzoni di attività in chiaro, in bianco, regolari e spezzoni di lavoro irregolare, in grigio e in nero, è risaputo da anni in alcuni settori importanti come l’Agricoltura, l’Edilizia, il Commercio, la Ristorazione e il Turismo. Le famose Partite Iva (ma quali?) in realtà sono un mondo disomogeneo, sfuggente, ambiguo: l’edilizia italiana da anni è basata su immigrati irregolari che lavorano in nero e operai non assunti costretti ad aprire Partite Iva individuali per potere lavorare nelle ditte in modo anomalo e camuffato. Purtroppo c’è una bella differenza fra un qualsiasi piccolo Libero professionista con Partita Iva e i milioni di Operai con Partite Iva richieste dagli impresari! Considerare le Partite Iva come una realtà unitaria da salvaguardare ed aiutare di per sé è davvero incredibile e inaccettabile. Per non parlare di tutte le novità di decine di Lavori nuovi, anomali, indefinibili che richiederebbero sia una attenta analisi sia nuove forme di tutele e di riorganizzazione sindacale e imprenditoriale, compresa la accelerazione del Lavoro da casa in tutti i settori che sta trasformando la vita familiare e non solo il Lavoro.

Altro aspetto sottovalutato mi pare sia la differenza fra le caratteristiche regionali delle Economie. Non credo proprio che si possa ancora affrontare questo tema con le categorie della Questione Meridionale, o dei Distretti Produttivi territoriali, o delle Vocazioni territoriali, quando le tecnologie di comunicazione, le modalità di Trasporto, le tecniche di Produzione, hanno e stanno modificando profondamente le potenzialità territoriali.

AMBIENTE

L’emergenza climatica mondiale accumulata, in Italia si somma con decenni di incuria territoriale, di sfruttamento e sviluppo urbano, di illegalità diffuse in diversi settori. Non è possibile elaborare un Piano integrato Ecosostenibile senza collegare fra loro aspetti, problemi, settori diversi che sono intrecciati. Non si tratta solamente (e sarebbe già tanto) di promuovere e investire in nuove tecnologie “verdi”: Agricoltura, Industria, Edilizia, Turismo, Energia, Trasporti, Ricerca e Università, Cultura e Istruzione, ognuno di questi settori socioeconomici dovrebbe in Italia essere modificato e indirizzato coerentemente verso obiettivi comuni di sostenibilità ambientale in un sapiente e virtuoso cooperare fra diversi livelli statali, dai piccoli Comuni alle Regioni ai Ministeri! La realtà nazionale, con effettive differenze regionali di condizioni accumulate, è talmente negativa e solidificata che richiederebbe una minuziosa analisi dettagliata delle particolarità locali e delle costanti nazionali da rendere molto difficile la trasformazione ecosostenibile.

CULTURA ISTRUZIONE FORMAZIONE

Ma forse alla base di tutte le nostre difficoltà e problematicità nazionali sta proprio il tasso di ignoranza nazionale: solo l’11% della Popolazione è Laureata e si ipotizza un 35% di Analfabetismo di ritorno, adulti che di fatto non sono più in grado di leggere facilmente e scrivere correttamente. Ed anche in questo caso non credo proprio si possa affrontare tale gravissimo problema con qualche investimento aggiuntivo nella SCUOLA di ogni ordine e grado. Il livello culturale medio di una Popolazione nazionale dipende sempre più da molti fattori: oltre alla quantità e qualità di offerta scolastica su tutto il territorio nazionale (inesistente tuttora!) un cittadino si istruisce, si forma, di aggiorna, matura, anche attraverso l’Offerta socioculturale locale e nazionale diffusa: Biblioteche, Musei, Centri sociali di quartiere, Programmi cittadini di iniziative, Mezzi di Comunicazione pubblici e privati ( Radio e TV locali e nazionali ) , Multimedialità in rete, Politiche Editoriali e di promozione della Lettura, Corsi di aggiornamento, Corsi di Formazione, Università della terza Età, Politiche di Partecipazione Cittadina. Avremmo davvero bisogno di reinventare una campagna nazionale di Alfabetizzazione di base e tecnologica: un Non è mai troppo tardi 2021 ( efficace e indimenticabile alfabetizzazione popolare nella RAITV degli anni ’60 ) e un nuovo programma nazionale di 150 ore ( efficace e indimenticabile programma nazionale concordato fra Confindustria e Sindacati negli anni ’70 per la Scuola Media dei lavoratori non diplomati ).

200 miliardi di euro per modificarein ITALIA in soli 6 anni (2021-2027), la Pubblica Amministrazione, il Sistema Giudiziario, Il Sistema Scolastico e Formativo, la Struttura Produttiva, l’Ambiente e il Territorio, Il sistema dei Trasporti e della Mobilità, la Produzione Agricola, riequilibrando le disuguaglianze socioeconomiche e quelle territoriali, per una Società più Ecosostenibile e più giusta, mi sembrano pochi e in troppo poco tempo. Se inoltre li investissimo male per mancanza di analisi appropriate dell’ITALIA contemporanea, sarebbe una grande colpa: le Nuove Generazioni Italiane (da far nascere innanzi tutto visto il tasso di natalità degli ultimi anni!) se ne renderanno conto presto e speriamo di non sprecare questa occasione storica.

Fra il 2010 e il 2019 ho scritto e pubblicato tre libri dedicati all’Italia:

NOITALIANI da 150 anni ed. Infinito 2010 prefazione di Nando Dalla Chiesa e introduzione di Pap Khouma. https://www.infinitoedizioni.it/prodotto/noitalianida-centocinquantanni/

CORTISSIMA Storia d’Italia 1860-2010 ed. Ediesse 2011 libro + Video di Giacomo Verde

CORTISSIMA Storia del Popolo Italiano- migrazioni e mescolanze da un milione di anni ed. Ediesse 2019 www.ediesseonline.it

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