Migrare con FURORE

di Gianguido Palumbo

E’ mai possibile raccontare il dramma delle Migrazioni forzate? Certamente sono sempre esistite migrazioni molto diverse fra loro per motivazioni, per origine geografica e politica, per condizioni originarie di vita. Ma alla base di ogni migrazione, di ogni spostamento dal proprio Paese, Città, Villaggio, Terra, Casa, Cultura, c’è la necessità di abbandonare la propria Vita sperando di trovarne una nuova e migliore: non è un gioco, non è una sfida.

“Adesso si direbbe che tutto il mondo stia spostandosi, emigrando e perché? Perché va in cerca di condizioni migliori di quelle in cui è. E per trovarle è costretta a muoversi finché le trova. I torti che riceve, le ingiustizie che subisce è tutto tollerabile finché conserva la speranza di sistemarsi altrove.” (Pag.152 da FURORE di Steinbeck ed. Bompiani 1940 prima ed. americana del 1939).

Ho appena finito di leggere questo famoso romanzo di 80 anni fa nella prima edizione Bompiani del 1940 ( con una traduzione che modificava una parte della forza originale ) e, pur essendo appunto una prima edizione “modificata”, ho trovato comunque una qualità letteraria davvero alta, e soprattutto sono rimasto molto colpito dalla forza e dalla ricchezza descrittiva di una condizione umana drammatica che purtroppo dopo tanti anni risulta identica nei suoi tratti essenziali: la relazione consequenziale fra crisi economica, crisi ambientale, sistema economico e sociale brutalmente distruttivo per la maggioranza della popolazione, povertà, fame, migrazione, sfruttamento, razzismo, Furore! La crisi economica e ambientale (grande e improvvisa siccità nel Mead West America) degli USA iniziata nel 1928 e prolungatasi negli anni ’30 provocò uno spostamento di quasi 500mila persone, ex coltivatori diretti ridotti alla fame e sfrattati da società private e banche per modificare l’uso dei terreni essiccati, migliaia di persone che abbandonarono tutto e migrarono verso la California in cerca di lavoro nei campi floridi della costa occidentale. La loro sventura, raccontata magistralmente dal grande autore americano in oltre 500 pagine di romanzo epico, ci riporta immediatamente alle dinamiche economiche, sociali e interpersonali di una parte del mondo agricolo italiano degli ultimi anni e più in generale del mondo delle migrazioni internazionali contemporanee: disuguaglianze sempre più grandi, crisi climatiche ormai perenni, povertà, ricerca di alternative, sfruttamento, razzismo, violenza organizzata e repressione.

Nella stessa America del nord di oggi, frantumata e divisa verticalmente o orizzontalmente nei recenti anni di Trump nella contrapposizione fra Bianchi e Colorati (di ogni sfumatura ), fra Città e Campagne, fra Nord , Sud e Centro, disuguaglianze, sfruttamento, razzismo, violenza, continuano a dominare le dinamiche di 350milioni di cittadini: speriamo che Trump e la Harris e tutto il Governo e il Parlamento siano capaci di promuovere davvero una progressiva “riunificazione” del Popolo Americano almeno in parte. 

FURORE di Steinbeck stupisce attraendo perché già allora e ancora oggi dopo ottanta anni riesce ad essere contemporaneamente quasi un saggio di storia economica e sociale (con 5 capitoli brevi, cap.11-14-17-19-21, inseriti lungo il racconto che sono dei veri e propri capolavori di sintesi) e un bellissimo romanzo epico che attraversa paesaggi, grandi tematiche, storie collettive e storie individuali che fanno entrare il lettore dentro le teste e i corpi dei protagonisti.

E’ utile e doveroso però collocare storicamente questo romanzo anche per capirne ancor più il suo valore.

In USA : -nel 1928 inizia la crisi economica e la caduta dei Prezzi agricoli e nel 1929 c’è il crollo in Borsa e la crisi produce una grave crisi sociale con disoccupazione e povertà. -nel 1933 diventa Presidente F. Roosevelt. -nel 1936 Steinbeck scrive degli articoli sulla stampa californiana dedicati alla crisi agricola, al fallimento di migliaia di piccoli Coltivatori del Mead-West anche per la coincidente Crisi Climatica con mesi di siccità e venti sabbiosi che rovinano le coltivazioni di grano ed altre sementi: si racconta di quasi 500mila persone famiglie intere che alla fame decidono di emigrare verso ovest verso la California sperando di trovare lavoro come raccoglitori di cotone e soprattutto di Frutta.

– Nel 1938 l’Autore inizia a scrivere il Romanzo che completa in soli 5 mesi e viene pubblicato a NewYork nel 1939 : venderà oltre 4,5 milioni di copie.

Nel frattempo in EUROPA : – Nel 1938 Hitler sempre più potente prepara le prime mosse per la conquista dell’Europa a partire dalla Polonia che invade nel 1939: inizia la Seconda Guerra Mondiale! – Nel 1938 in Italia Mussolini emana le Leggi razziali e nel 1940 entra in Guerra a fianco della Germania. – Nel 1940 In Italia l’Editore Bompiani, sulla base del grande successo di Furore (che riceve in quell’anno il Premio Pulitzer) realizza una prima traduzione del romanzo (pur modificata e in parte edulcorata) e la pubblica ma il regime Fascista lo censura effettuando tagli, modifiche di linguaggio e di frasi intere per potere ammettere la diffusione commerciale.

Riporto alcuni brani significativi e relativi a temi diversi:

Economie e sfruttamento pag. 275-80 e 334-7 e 419

– “L’Agricoltura si trasformò in Industria e i proprietari senza saperlo imitarono la Roma antica: importarono schiavi pur senza chiamarli così. Cinesi, Giapponesi, Messicani, Filippini che vivevano di riso e fagioli e di essi i proprietari dicevano che quelli hanno pochi bisogni e che di paghe alte non avrebbero saputo cosa farne e se si agitavano si faceva presto a deportarli.” – “Dove c’è lavoro per uno arrivano in cento e se quell’uno guadagna 30 cents un altro si accontenta di 25 e un altro ancora allora di 20 e l’altro che ha più fame di 15 e in fine un ultimo solo di pane. E tutto questo per qualcuno è proprio un bene perché fa calar le paghe mantenendo invariati i prezzi. Le paghe continuano a calare e i prezzi restano invariati, così fra poco avremo la Schiavitù.” – “Le Società e le Banche non sanno però che la linea di demarcazione tra la Fame e il Furore è sottile come un capello perché il denaro che potrebbe andare in salari va invece in spie, polizie, liste nere, mitragliatrici ed esplosivi.”

Razzismo pag. 246-7 + 282

– “Sapete perché ci odiano? Perché hanno paura di Noi e la paura li rende furibondi- Sanno che gli Affamati alla lunga nessuno li tiene. (…) Pare che siamo oltre trecentomila noialtri Profughi e viviamo tutti come maiali.(…) E dicono: vedi come sono sporchi e ci appestano tutto il Paese. Nelle nostre scuole non li vogliamo. E così gli indigeni si foggiano un carattere improntato a sentimenti di barbarie e formano squadre e si armano di clave, di fucili pensando che il Paese e loro.” – “Scacciarli bisogna questi intrusi e subito e senza pietà altrimenti si crederanno di possederla davvero questa terra e saranno capaci di rischiare la pelle per salvarsi l’orticello fra le ortiche. Se non li teniamo a bada questi straccioni i impadroniranno di tutto il Paese, porci di Forestieri. Va bene parlano la nostra lingua ma non sono come Noi. Basta vedere come vivono: nessuno di noi si adatterebbe a vivere come loro adesso.”

Welfare e “socialismo” nel Campo governativo autogestito pag. 338-422

“Il soggiorno qui costa un dollaro alla settimana ma accettiamo anche chi non può pagarlo alla condizione che lo si paghi in natura lavorando. Il Campo è diviso in cinque sezioni e ognuna elegge un Consigliere e il Consiglio detta le norme che hanno valore di Legge interna.”

La differenza fra gli Uomini e le Donne pag 512:

“Noi Donne siamo più adattabili di voi Uomini. Noi la vita ce la portiamo sulle braccia e voi ve la portate nella testa. “La nostra vita è finita (disse l’Uomo)! No questa è un’altra cosa che le Donne capiscono meglio degli Uomini. L’uomo vive a scosse la Donna lascia vivere come l’acqua del fiume dove l’acqua continua sempre a scorrere, è così che Noi vediamo la vita. Nessuno di noi muore del tutto il popolo continua con qualche cambiamento magari ma continua.”

Alla fine della lettura, e rivedendo il film del 1940 di Jhon Ford con Henry Fonda protagonista ( https://mopiez.com/it/movie/596/furore ) ci si chiede come sia possibile che dopo ottanta anni non solo le dinamiche economiche ma anche quelle sociali e culturali continuino a replicarsi molto simili senza novità sostanziali nella gestione pubblica e privata dei processi economici, nella maturazione delle relazioni sociali e delle coscienze individuali e collettive contemporanee : basti pensare alle condizioni delle migliaia di raccoglitori di pomodori in Puglia o di agrumi in Calabria e Sicilia o anche di olive nel Sud, così come dei vaccari in Lombardia o nel Lazio, o alle condizioni di centinaia di migliaia di famiglie profughe dal medio-oriente lungo la rotta balcanica e delle altre migliaia provenienti dall’Africa. Il rifiuto, il razzismo, lo sfruttamento, lo schiavismo non sono certo diminuiti in nome dei Diritti Umani e della Globalizzazione sostenibile!

FURORE oltre al film, ha ispirato diversi adattamenti teatrali,  anche una prima canzone del mitico Woody Guthrie già nello stesso 1940, e nel 1995 l’album The Ghost of Tom Joad di Bruce Springsteen.

L’Editore Bompiani ha realizzato una nuova edizione nel 2013 e soprattutto un’ultima nel 2018 che è stata tradotta dal testo completo originale del 1938, senza più tagli o alterazioni linguistiche della prima edizione del 1940 e proponendo quindi una versione molto più fedele allo stile ed alle intenzioni dell’autore.

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J. Steinbeck https://it.wikipedia.org/wiki/John_Steinbeck

Nasce nel 1902 in California e muore nel 1968. Inizia a scrivere già a 14 anni e poi diventa giornalista. Dopo i primi romanzi senza successo scrive Plan de la Tortilla che invece ha molto successo e da allora diventò anche amico del Presidente Roosvelt. Nel 1937 scrive diversi articoli per il San Francisco News sulla condizione degli emigrati americani del centro, in California da cui poi trae il romanzo Uomini e Topi anche esso di successo e l’anno seguente finalmente scrive Furore (Grappoli di odio) che lo rende famoso ancor più per il quale riceve il premio Pulitzer e poi nel 1962 il Premio Nobel e nel 1964 la Medaglia presidenziale della Libertà del Presidente Jhonson. Continuò a scrivere altri romanzi e alcuni reportage fino a quello che lo rese famosissimo come Le Valli dell’Eden. Dalla sua scrittura furono realizzati diversi film anch’essi di grande successo.

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