C’erano un Marocchino un’Albanese e un’Italiana…

di Gianguido Palumbo.

Pochi giorni fa in un giardino pubblico di una città del centro Italia, un bambino di circa cinque anni dice ad una bambina della medesima età: “ Tu sei Albanese si vede dalla faccia”. Lei risponde: “No, io sono Italiana”. Accanto a lei una sua piccola amica coetanea interviene dicendo : “ Sì, lei è Italiana, è nata in Italia, i suoi genitori sono Albanesi.” Il bambino allora risponde a tutte e due : “ Eh nò : io sono Marocchino perchè i miei genitori sono Marocchini. Non conta dove nasci comandano i genitori”. Allora la seconda bambina reagisce ancora dicendo : “Ma che c’entra ! Anche io ho i genitori Napoletani ma io non sono per forza Napoletana !”.

( Da Lettere a La Repubblica pag. 25 di domenica 16 settembre 2018 )

Questo bellissimo e intenso dialogo lo ha riportato in una breve lettera una mamma di Assisi che alla fine scrive : “Dovremmo capire che questi tre bambini la cui cadenza nel parlare era perfettamente “umbra” rappresentano Noi e la Nostra Società Italiana attuale. Dovremmo quindi accettare e riconoscere le potenzialità del nostro fantastico Melting Pot”.

Devo ammettere che solo qualche anno fa anche io avrei scritto e reagito così positivamente e ottimisticamente alla scena descritta: tre bambini italiani nati in Italia da genitori di tre origini diverse che dialogano sulle loro identità giocando in un parco di una città umbra. Ma oggi, nell’Italia del 2018, con tutto ciò che è successo socialmente e politicamente negli ultimi mesi, dopo aver letto gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto nazionale ( Lega oltre il 30%, 5Stelle 28%, etc..  e l’apprezzamento del Governo Conte-Di Maio -Salvini oltre il 60 % ) ho alcuni dubbi e molte preoccupazioni che ad ogni Editoriale che scrivo vanno aumentando.

Innanzi tutto analizzando attentamente il dialogo si nota che i tre bambini, di origini diverse ( uno marocchino, una italiana, una albanese ) hanno tre educazioni familiari in parte differenti e reazioni conseguenti : il bambino di origini marocchine inizia il dialogo con un’affermazione su una bambina di cui non si capisce come abbia fatto ad interpretare l’origine “albanese” e comunque lo dichiara con un probabile tono di accusa negativo. Inoltre, dopo le reazioni delle due bambine, rincara la sua dose di orgoglio precisando che i “genitori comandano” e che la sua identità principale rimane quella marocchina. Il suo orgoglio delle origini, comunicato dai genitori e dalla Famiglia allargata, è uno dei temi delicati nelle Società Multietniche contemporanee : positiva la difesa e il mantenimento delle culture originarie se rimane come cura delle identità parallele ma quando diventa solo difesa, orgoglio e rifiuto del Paese di crescita provoca una grave crisi di identità e disagio individuale e collettivo di Comunità.

La bambina di origini albanesi reagisce semplicemente e decisamente con una affermazione perentoria : “Io sono Italiana”, punto e basta ! La bambina di origini italiane meridionali prima difende l’amica precisando la differenza fra essere albanesi ed italiani e separando la nascita dalle origini familiari e poi conclude con una forte difesa della identità personale al di là delle origini territoriali e regionali : lei è Italiana e basta, anche se i genitori sono di Napoli e lei vive ad Assisi in Umbria lei non si sente obbligatoriamente “Napoletana”. Non si tratta di giudicare ma di analizzare attentamente anche a dimensione di Genere. Sono tre varianti significative di come tre Bambini ( un maschio già “schematico” e “rigido” e due femmine più “elastiche” ) Italiani a tutti gli effetti vivono ai loro cinque anni le loro diverse identità multiple : differenze da ammettere e analizzare senza appiattire e omologare danneggiando ognuno dei tre per semplificare una realtà complessa e non facile da affrontare.

L’importanza della Scuola, ma anche della Televisione, della Comunicazione pubblica, delle Iniziative SocioCulturali pubbliche e private, è decisiva nella Educazione e Formazione quotidiana dei Cittadini di ogni età nel maturare una coscienza multi e interetnica. I gravi problemi di xenofobia e razzismo che soprattutto in Italia ma anche in Europa sono cresciuti negli ultimissimi anni e mesi non sono nati solamente da politiche sbagliate o insufficienti sull’Immigrazione l’Accoglienza, l’Assistenza, o anche la cosiddetta Integrazione, ma soprattutto dalla arretratezza, insufficienza, incoerenza o inesistenza di Politiche Socio-Culturali nazionali e locali dedicate proprio alla MultiEtnicità e MultiCulturalità. In Italia molti-e Insegnanti di diversi ordini di Scuola si impegnano in tale direzione ma sono troppo pochi-e e con pochi mezzi e comunque non basta la SCUOLA ( dall’Asilo all’Uniersità ) ad educare e formare una Cittadinanza matura, è necessario un impegno notevole di anni, trasversale, intersettoriale pubblico che colleghi Scuola, Media, Città……

In un Paese come l’Italia dove la percentuale di Laureati è tra le più basse d’Europa, dove ogni anno lasciano la Scuola superiore oltre 150mila studenti ( ! ), dove si leggono pochissimi libri dove le Biblioteche e le loro attività promozionali vengono ridotte, dove la Televisione Pubblica rimane da anni a bassi livelli e non esistono programmi dedicati all’ InterCultura ( che prima esistevano anche se insufficienti ma oggi non ci sono più ! ), dove i Comuni e i loro Assessorati hanno diminuito anziché aumentare le iniziative a favore della Convivenza interetnica, dove le Periferie peggiorano, in un Paese così non possiamo aspettarci che crescano Nuove Generazioni più mature e pronte a vivere in una Società Multi e Interetnica INEVITABILE e potenzialmente sempre più ricca di potenzialità, come l’Italia è sempre stata da secoli fin dal suo progressivo popolamento preistorico. Sono molto gravi le responsabilità politiche di chi ha governato e di chi sta governando.

I Tre BAMBINI di Assisi potrebbero crescere meglio assieme se nelle loro Famiglie, nelle loro Scuole, nei loro Schermi TV, nei loro Quartieri, fosse promossa seriamente ma anche piacevolmente e creativamente l’ inter-cultura che già è all’origine della loro nascita e della loro vita quotidiana.

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