Il ritorno della TV

di Angelo Cioeta

Il 4 marzo ci ha scattato la fotografia di un’Italia diversa, rappresentata soprattutto dal M5S e dalla coalizione di centrodestra, in primis dalla Lega. Il tracollo del Partito Democratico e il risultato deludente di Liberi e Uguali, infine, hanno confermato la situazione difficilissima che sta vivendo la sinistra nel nostro Paese. In larga parte, è la vittoria (mutilata, in quanto nessuno ha i numeri per governare senza ricorrere ad aiuti “estranei”) delle campagne contro le “invasioni” di profughi e immigrati, dei NoVax, della paura del terrorismo islamico e molto altro. Tutte tematiche, queste, che hanno avuto una grandissima cassa di risonanza grazie alle televisioni e ai siti internet generatori di Fake News. Riguardo questo secondo punto, è sufficiente fare un giretto sul web oppure leggere gli articoli pubblicati in questa rubrica(http://www.mondita.it/tag/bufale/), per avere un’idea della gravità del fenomeno. Ciò su cui invece, oggi, dobbiamo focalizzarci, è il grande ritorno di uno strumento di comunicazione che, fino a poco tempo fa, sembrava destinato a ridimensionare il suo ruolo a favore del web: la televisione. Sappiamo bene quanto è stata importante in politica, a partire soprattutto dagli anni ’90, precisamente con la discesa in politica di Silvio Berlusconi, che alla Mediaset deve tanto della sua fortuna politica e imprenditoriale. A partire da quel momento, la televisione diventa lo strumento adatto per chi ha un bel volto da spendere, un profilo comunicativo capace di bucare lo schermo e raggiungere al cuore gli spettatori. Nel 2013, però, sembra realizzarsi l’inversione di tendenza: vince il web, con il M5S che prende ¼ dei consensi alla sua prima consultazione elettorale nazionale. 5 anni dopo, la rete non è più una sorpresa ma una solida certezza: i Grillini continuano a investirci energie importanti, ma in compagnia, questa volta, della Lega di Salvini, con il Segretario seguitissimo sui social e capace di catturare l’attenzione di moltissimi elettori e semplici simpatizzanti grazie a post e articoli chiaramente basati sulla paura verso il diverso e sul populismo di basso livello. Arrivano le elezioni del 4 marzo: M5S primo partito con oltre il 30% dei consensi e centrodestra prima coalizione, con la Lega alla guida (17%). Nei giorni successivi, comincia a maturare il dibattito su quale Governo dare al Paese (soprattutto: c’è la possibilità?). Contemporaneamente, nel mondo della televisione emergono mosse a sorpresa: chiudono anticipatamente le trasmissioni Dalla vostra parte di Maurizio Belpietro e Quinta Colonna di Paolo Del Debbio. A tutto ciò, è da aggiungere l’allontanamento di Mario Giordano da Stasera Italia. Si tratta di alcuni dei principali programmi “populisti” dell’etere, che a lungo hanno “raccontato” l’Italia degli immigrati che delinquono e rubano il lavoro, a discapito degli italiani (soprattutto) “semplici”, quelli che si spaccano la schiena di lavoro oppure sono anziani fragili e non tutelati. Trasmissioni in cui i politici sostenitori di queste tesi hanno a lungo sguazzato, forse troppo. Sembra, infatti, che uno dei motivi per cui Forza Italia sia stata superata – per la prima volta nella storia – dalla Lega, è che le televisioni berlusconiane hanno dato troppo spazio al populismo in salsa razzista e grillina. Forse non è stato il fattore decisivo, ma sicuramente una grande mano l’ha data. D’altronde, la televisione continua ad essere molto seguita: i canali generalisti, in primis, continuano ad attrarre un pubblico over 60, che tradizionalmente tende a votare a destra. L’età media in Italia, inoltre, continua ad essere molto elevata. Facendo due più due, dunque, possiamo pacificamente affermare che la televisione ha giocato un ruolo importante in questa campagna elettorale. La TV è tornata, insomma. Forse peggio che mai.

P.S.: per farsi un’idea (e per non dimenticare) ciò che sono state le trasmissioni citate, è utile leggere questo articolo: https://www.vice.com/it/article/d35qpx/dalla-vostra-parte-e-quinta-colonna-maurizio-belpietro-paolo-del-debbio

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