La Festa dei Popoli di Bergamo

NordItalia MultiEtnica

rubrica settimanale

a cura di Federica Ruggia

Mi sembra che in Italia le nuove generazioni negli ultimi tempi diamo sempre meno importanza alla sfera religiosa e spirituale e la riscoprono e rivendicano solo quando si sentono attaccati dalla religione e dalle fedi degli “altri”. L’aspetto peggiore della rivendicazione è la poca conoscenza di ciò che si presume di difendere e una grande ignoranza delle culture e delle religioni extra europee.

A Bergamo spesso i ragazzi e le ragazze del Centro dove lavoro mi chiedono se vado in chiesa, e alla mia risposta negativa si stupiscono e mi chiedono perché. Io diplomaticamente rispondo che cerco di curare la mia spiritualità in privato e che non credo sia necessario farlo in una chiesa. Credo che trovarsi in un paese lontano, soli, senza conoscere la lingua, la cultura, con la speranza di trovare un lavoro, o di avere finalmente i documenti per costruirti un futuro migliore, porti a cercare punti di riferimento fermi, saldi che consolino e che diano speranza: in una chiesa come in una moschea si può ritrovare un po’ di pace almeno nello spirito.

Domenica scorsa a Bergamo si è celebrata la Festa dei Popoli, un evento annuale promosso dalla Chiesa Cattolica e che quest’anno ha visto il valore della Misericordia il fulcro di tutte le attività correlate, come ha suggerito Papa Francesco,. Alla celebrazione erano presenti le Comunità Ecuadoriana, Boliviana, Peruviana, Filippina, Ucraina, Nigeriana, fra le rappresentanze più numerose.
Tutti hanno rappresentano in qualche modo la loro spiritualità o il loro modo di essere cristiani, con canti, balli, doni durante l’eucarestia, che rappresentavano le differenti culture. Qualcuno dei presenti per l’occasione ha anche messo abiti tradizionali. Insomma un vero melting pot riunito in una chiesa. La giornata ha previsto anche un momento di preghiera musulmana, che si è tenuto in contemporanea durante la funzione cattolica.

Dopo le funzioni, tutti i presenti, quasi 400 persone, hanno condiviso il pranzo e assistito alle partite di calcio del campionato Bergamo Mondo ( campionato calcistico composta da squadre di emigranti residenti sul territorio bergamasco)  tra le squadre della Nigeria e della Moldavia e successivamente del Perù e del Brasile. Non poteva mancare la partita di cricket che ha visto le comunità pakistane, srilankesi e afghane protagoniste degli incontri.

Insomma una giornata piena di eventi e scambi, che ha avuto come filo conduttore la condivisione di una fede, che diventa certamente un forte punto di unione e scambio importante, quando ci si trova in un altro Paese come immigrati e ancora “stranieri”.

Poco a poco, dalla Chiesa passando dallo Sport e dal Cibo, chissà che la nostra società italiana riesca a vedere l’”Altro” come una persona reale, che vive accanto assieme nelle stesse città, nelle stesse scuole, nei palazzi, nei giardini, nei luoghi di lavoro, nei mercati, nei luoghi di preghiera e condivide  la nostra vita come noi condividiamo la loro fino a considerarla la Vita di tutti-e.