L’AIDS è ancora un pericolo

di Beata Uwase.

L’Italia è, purtroppo, tra i paesi europei con la maggiore incidenza di casi di AIDS conclamato (690 nel 2017)-spiega l’Anlds(Associazione Nazionale per la Lotta contro l’AIDS). In particolare la Lombardia, con circa 20 mila persone affette da Hiv e Aids (e Milano che ne registra 400 all’anno), è tra le regioni con la maggior concentrazione di pazienti, insieme a Lazio, Emilia Romagna e Liguria.Secondo i dati dell’ANlDS, all’anno sono 4mila le nuove diagnosi di infezione da Hiv solo in italia. Circa il 40% dei casi di Hiv è diagnosticato in modo tardivo, e a questo va aggiunto un 30% stimato di persone che inconsapevolmente continuano a favorire la trasmissione del virus. Negli ultimi due anni si è registrato un aumento di nuove infezioni nella fascia d’età tra i 25 e i 29 anni. La ragione di questa tendenza sta nella disinformazione sempre più diffusa anche nella popolazione generale, spesso inconsapevole di avere avuto comportamenti a rischio.La maggioranza delle nuove diagnosi Hiv positive è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’84,3% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,8%, omosessuali 38,5%). Il rischio di contagio cresce esponenzialmente proprio per le categorie ritenute meno esposte mentre omosessuali e tossicodipendenti risultano essere i più informati. E’ importante sapere che l’HIV si trasmette con sangue, sperma, secrezioni vaginali, latte materno. I comportamenti a rischio sono, quindi, tutti quelli in cui le mucose vengono a contatto, senza protezione, con i liquidi di cui sopra. L’HIV attacca il sistema immunitario rendendolo debole e rendendolo più esposto ad agenti patogeni. L’Hiv può impiegare 10 anni prima di produrre sintomi, ma diventa infettivo già dopo pochi mesi dal contagio, e questo vuol dire che quel 30-40% dei pazienti sieropositivi che oggi arriva tardivamente alla diagnosi ha avuto moltissime occasioni di infettare altre persone.. Quando il sistema immunitario è talmente indebolito dal virus le persone sono esposte ad una serie di infezioni e si manifestano malattie che possono condure a morte. A questo stadio si parla di Aids.Gli esperti sottolineano che, nonostante gli importanti passi avanti fatti dalla ricerca, il lavoro da fare, soprattutto sul fronte della prevenzione, è ancora molto. Una diagnosi tempestiva è dunque fondamentale per iniziare le terapie precocemente e minimizzare i danni per i pazienti. Ancor più importante, forse, è il fatto che quando le terapie antiretrovirali abbassano la carica dell’hiv sotto la soglia rilevabile i pazienti smettono di essere infettivi. Per una diagnosi precoce le opzioni sono ormai moltissime: i test ospedalieri vengono offerti a tutti in forma anonima e gratuita, e i self-test disponibili in farmacia hanno un’ottima efficacia . La diagnosi di HIV non è una condanna; non si muore più di AIDS–spiega Anlaids Onlus. In Italia ci sono le terapie antiretrovirali (CART Terapia antiretrovirale combinata) che, anche se non eradicano il virus dall’organismo, permettono però di tenerlo sotto controllo, impedendo che la persona con HIV si ammali. Oggi una persona Hiv positiva può condurre una vita normale, avere relazioni, avere figli, lavorare, fare sport; l’aspettativa di vita è quasi pari a quella di chi è sieronegativo. È però importante tenersi sotto controllo e assumere correttamente le terapie.In conclusione , quindi, il test dell’hiv dovrebbe essere fatto da tutte le persone sessualmente attive e non solamente da persone nelle fasce a rischio. E’ altrettanto importante risvegliare la coscienza sull’epidemia e aumentare le informazioni intorno alla malattia causata dal virus HIV.

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