Maledetta Malaria

di Beata Uwase.

In Italia, e negli altri paesi dove non esiste malaria endemica, si stanno verificando comunque dei casi di infezione. Sono episodi legati soprattutto ai turisti che rientrano da paesi malarici, nonché agli immigrati da lungo tempo residenti in Italia(Europa), che rientrano nel Paese d’origine per visitare familiari e amici non consapevoli di aver perso l’immunità transitoria  nei confronti della malaria.

La Malaria si contrae in seguito alla puntura della zanzara appartenente al genere Anopheles, dopo che questa si è a sua volta infettata suggendo il sangue da un soggetto malarico.

I protozoi agenti eziologici della malaria umana appartengono al genere Plasmodim: Plasmodium Falciparum, agente della cosiddetta terzana maligna, la forma più grave che può portare al decesso, P. Vivax e P. ovale, agenti di due forme di tersi a benigna, e P. Malariae, agente della quartana.

Prima che l’Anofele diventi infettante, il plasmodio deve compiere un ciclo di sviluppo all’interno della zanzara stessa, che può durare da qualche giorno a qualche settimana, a seconda della specie plasmodiale e soprattutto della temperatura ambiente.

In Italia si sono avuti dei casi di malaria autoctona. Nel 1997 c’è stata un’infezione

probabilmente dovuta a P. vivax, proveniente dall’estero, inoculato da un’anofelina locale.

Questo caso accertato ha comunque dimostrato nei fatti che esistono ancora vettori in Italia capaci di trasmettere l’infezione. Altri casi di malaria autoctona sono stati attribuiti a trasfusioni con sangue infetto (un caso nel 2005) e trapianto d’organo (due casi nel 2004).

Ulteriori casi sembrano aver avuto origine da vettori trasportati negli aerei o nei bagagli dei passeggeri.

Come è noto per la Malaria non esiste un vaccino ma sono decenni che i ricercatori tentano di trovare un ombrello protettivo alla malattia.

Negli ultimi mesi però si sono fatti passi importanti verso questo obiettivo. È di poco tempo fa la notizia del via libera dell’Oms alla sperimentazione su larga scala in tre paesi africani: il Ghana, Kenya e Malawi. Questi paesi sono stati scelti perché hanno già avviato strategie mirate anti-malaria che comprendono l’uso di zanzariere, ma ancora riportano unalto numero di casi. Il programma vaccinale inizierà l’anno prossimo. Ciascun Paese potrà decidere come organizzare il programma vaccinale, dando priorità alle zone a più alto rischio.

I bambini sotto ai due anni rappresentano la maggior parte dei decessi. Proprio a questa specifica fascia di età è rivolto il vaccino RTS,S-Mosquirix. Quest’ultimo è realizzato dall’azienda farmaceutica britannica GlaxoSmithKline (GSK) e ha richiesto più di 25 anni di sviluppo, reso possibile in parte grazie ai finanziamenti della Bill and Melinda Gates Foundation, l’organizzazione messa in piedi dal cofondatore di Microsoft insieme con la moglie. Il RTS,S- Mosquirix insegna al sistema immunitario ad attaccare il parassita responsabile della malattia. L’iniezione necessita tuttavia di una posologia ben precisa, in 4 dosi: il vaccino va assunto una volta al mese per 3 mesi e una quarta dopo 18 mesi.

Nella fascia d’età 5-17 mesi, questo schema si è dimostrato in grado di prevenire circa 4 casi di malaria su 10, di abbattere di un terzo le infezioni più gravi e di ridurre il numero di bambini che necessitano di un ricovero in ospedale o di una trasfusione di sangue. Benefici che però diminuiscono significativamente senza la quarta dose, cruciale.

In combinazione con gli interventi anti-malaria già esistenti in questi paesi, un simile vaccino dovrebbe avere il potenziale per salvare decine di migliaia di vite.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ogni anno circa 200 milioni di persone siano contagiate ed entrino in contatto con la malaria. In genere se trattato subito, un

paziente riesce a guarire  evitandosi le complicazioni causate dalla malattia, ma in molte aree rurali dei paesi endemici dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina  è spesso difficile ricevere cure adeguate.

L’Africa paga il tributo più pesante all’infezione : dei circa 5.000 decessi per malaria avvenuti a livello mondiale nel 2015, il 92% è concentrato in Africa soprattutto subsahariana.

L’OMS sostiene che questo vaccino salverebbe decine di migliaia di vite in tutto il mondo.

Le informazioni raccolte in questi programmi pilota aiuteranno a prendere decisioni in merito al suo impiego su più ampia scala.

 

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