Maledetto Mondo Migrante !

di Gianguido Palumbo.

Non è più una questione di numeri, di quantità: non si tratta più di contare quanti migranti si spostano verso l’Europa, quanti vengono in Italia per mare per terra per aria, quanti sbarcano, quante barche, barconi, barche a vela, gommoni, barche madri e figlie….

Non si tratta più di ricordare e avere presenti le migliaia di persone prigioniere in Libia (www.lespresso.it reportage di Francesca Mannocchi domenica 7 luglio 2019 ) che a poco a poco i Capi politici locali stanno liberando provocatoriamente.

Non si tratta più di contabilizzare quanti dei nuovi migranti arrivati in Italia vengono poi dirottati in altri paesi europei e quindi quanti “se ne prende” la Germania, quanti la Francia, quanti l’Olanda, quanti, quanti, quanti…..!

Non si tratta più, non basta più neanche accusare pur giustamente il Governo italiano e il suo Ministro dell’Interno di razzismo e cinismo, non basta più neanche accusare l’Unione Europea di burocratismo, egoismo nazionale, di incapacità politica e gestionale.

E’ vero che le ultimissime decisioni ormai quasi leggi o decreti del Governo Conte Salvini Di Maio (Decreto Sicurezza e Decreto Bis più aggiornamenti recenti ) sono gravissime in-credibili e in-accettabili ( multe da 1 milione di euro per imbarcazioni ONG che fanno sbarcare in Italia migranti salvati, arresto immediato del comandante, sequestro dell’imbarcazione etc….) e quindi vanno contestate e contrastate. Ma questo è un problema specifico e secondario.

La verità, la realtà degli ultimissimi anni ( almeno dal 2015 con la drammatica emergenza in Siria ) è che il tema delle Migrazioni, delle sue origini internazionali e delle sue dinamiche, ha modificato il Mondo contemporaneo, la Politica, le politiche locali, ma soprattutto le vite di tutti, dal cittadino-a semplice al capo di governo, perché la visibilità delle Migrazioni, le sue implicazioni economiche e culturali, la sua immediata fisicità, la sua forte carica simbolica, la sua influenza su tutte le questioni sociali di un Paese e di tutti i Paesi, ha provocato crisi quotidiane e periodiche di relazione, di identità, di responsabilità individuali e collettive, di economie ( sia strutturali che relative agli investimenti in accoglienza e integrazione). Certamente continuano ad esistere eccome gli altri problemi grandi e piccoli della mondo contemporaneo, della vita economica sociale politica etc…ma quasi tutti i problemi preesistenti si trovano a “fare i conti” con le Migrazioni e chi ( intellettuale, politico, dirigente, governante….) non lo affronta in qualche modo è di fatto fuori da questo mondo e incosciente o ignorante o irresponsabile.

Le vite quotidiane di ognuno di noi, senza alcuna distinzione, sono cambiate anche se ognuno di noi reagisce in modo diverso: chi rifiuta, chi si volta da un’altra parte, chi silenziosamente continua la sua vita come prima, chi entra in crisi ma non reagisce, chi reagisce e agisce, che fa solo qualcosa, chi si impegna.

Forse nel prossimo futuro la Storia ( libri e resoconti, film, video ) racconteranno che negli anni fra il 2000 e il 2020 su un totale di 7,5 miliardi di abitanti della Terra, nel mondo occidentale soprattutto ( Usa inclusi ) e in Europa in particolare, almeno per un miliardo di cittadini ( 500 milioni di europei + 325 milioni di americani del nord e altre centinaia di milioni nelle resto delle Americhe) e forse anche in altri continenti e paesi, l’aumento delle Migrazioni ( dovute a guerre locali, crisi climatiche, crisi sociopolitiche economiche, altri fatturi) ha provocato una progressiva modificazione delle vite collettive e individuali così come parallelamente a specchio per i milioni di persone Migranti da paesi africani e mediorientali la vita è cambiata ancor più radicalmente nell’abbandonare i propri luoghi di nascita.

Questa realtà storica che stiamo vivendo ha un piccolissimo riscontro personale nella constatazione che negli ultimi anni continuo a scoprire che decine di persone che conosco da anni, in diverse città d’Italia del nord del centro e del sud, con storie lavori e vite diverse fra loro ( persone che fino a pochissimi anni fa non si erano mai occupate concretamente di Immigrazione ) ultimamente stanno impegnandosi chi più chi meno, in ambiti diversi a favore di singoli o gruppi di immigrati. E questo è solo un esempio limitatissimo di una cerchia di amicizie di un abitante italiano.

Di fronte a questa realtà mondiale e locale così evidente e influente, con risvolti simbolici fortissimi e altrettanto forti risvolti pratici e concreti, non è più sufficiente contrapporre al Razzismo ( terribilmente efficace del rifiuto, della chiusura, dell’autarchia ) solamente movimenti di solidarietà, di generosa disponibilità, accompagnati da rabbia, da accuse, da manifestazioni, proclami, appelli, pur utili e necessari.

In Italia ( e non solo ) credo sia sempre più necessario e urgente rispondere contemporaneamente con due controreazioni il più possibile chiare e coerenti : da una parte, sul piano ideale e simbolico, rilanciando la forza e la ricchezza storica e presente della molteplicità, della multietnicità, della mescolanza, prima e oltre la solidarietà; dall’altra parte ( quella delle politiche e delle pratiche di relazioni internazionali, della gestione dell’accoglienza, dell’organizzazione della integrazione reciproca sociale) aggiornando e rielaborando in modo serio le politiche nazionali ed europee sull’Immigrazione, sui Diritti e Doveri, rendendole comprensibili e comunicabili al maggior numero possibile di cittadini-e italiani-e ed europei-e.

Invece la sfida in atto, almeno in Italia e solo in parte a livello europeo, fra associazioni e Ong e Governo Italiano nel Mediterraneo non mi pare prometta bene perché provoca l’estremizzazione delle posizioni sia ideali che politiche senza portare al salto di qualità e di quantità che la situazione richiede. La giovane Karòla comandante tedesca della Sea-Watch ha agito bene, con grande coraggio, coerenza e dignità ed ha avuto un ruolo molto importante e positivo nello smascherare la debolezza e la fragilità del Governo Italiano ed in particolare del Ministro dell’Interno, ma non bastano certo una o dieci Karole per farci maturare come cittadini italiani e provocare quell’impegno nuovo di elaborazione e di azione sociopolitica e culturale di cui c’è estremo bisogno e urgenza.

La foto è tratta dal film di Antonioni del 1970 Zabrinsky Point : l’esplosione della super villa nel deserto americano !

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