Nuove energie in memoria di…

MONDORomaMONDOItalia rubrica settimanale a cura di MONDITA       156°puntata – 15 marzo 2019  

Paolo, Virginia, Pilar, Harina, Rosemary, Joanna, Michael, Zhen-Zhen, Djordje, vivevano e lavoravano a Roma.

Il fatto della settimana è speciale perché dedicato alla morte di alcune persone di diverse età, origini e storia che però avevano in comune l’impegno professionale e sociale verso altri Popoli nel mondo della Cooperazione Internazionale e dell’Immigrazione. Vivevano a Roma anche se non erano tutti-e di Roma perché il loro lavoro era legato ad alcune organizzazioni internazionali e nazionali come il World Food Program e la ONG Cisp.

Una tragedia aerea, come quella di giorni fa in Etiopia, coinvolge sempre centinaia di vite di famiglie e ogni nazione, ogni persona e ogni gruppo di parenti e amici vive il dramma della scomparsa improvvisa e violenta di un proprio caro-a. In quell’aereo c’erano fra gli altri, 32 keniani, 18 canadesi, 8 cinesi, 8 americani, 8 italiani, 7 britannici, 7 francesi, e ancora alcuni passeggeri originari dell’Olanda, Spagna, Austria, Slovacchia, Svezia, Russia, Polonia, Marocco, Israele: tante nazionalità diverse in un solo aereo! In questo breve articolo ci teniamo a sottolineare due aspetti: l’importanza delle singole persone, delle loro qualità umane e professionali in un ambito specifico come la Cooperazione Internazionale e la Immigrazione; la varietà e la ricchezza del panorama umano di Roma in quanto capitale e sede di decine di istituzioni e organizzazioni internazionali. La morte improvvisa di alcuni protagonisti più o meno giovani crea vuoti significativi non solo dal punto di vista affettivo ed umano ma anche da quello professionale nelle singole strutture che ne soffriranno per la mancanza delle loro qualità e ruoli in parte non sostituibili. E’ un dramma, un “danno” sociale che interviene negativamente impoverendo di fatto quella organizzazione e la società intera. Inoltre in questo caso la rabbia si mescola al dolore verificando sempre più chiaramente che l’incidente doveva e poteva essere evitato dato che all’origine vi erano difetti strutturali costruttivi di un aereo prodotto da un’industria americana molto importante.

Roma come città, l’Italia come Paese, il mondo della Cooperazione Internazionale e dell’Immigrazione con questo maledetto incidente ha perso una parte preziosa di sé, del suo presente e futuro, in un momento in cui purtroppo la qualità umana, sociale e politica scarseggia, per essere buoni e generosi. Anche se chi è morto non era famoso-a come altre personalità più conosciute del medesimo mondo dell’impegno internazionale, dalle testimonianze di amici e colleghi-e ci si rende ben conto di quali perdite significative siano avvenute.

Certamente Roma e l’Italia sono piene di energie, di qualità umane e professionali nascoste, ma le riserve non sono infinite. Speriamo solo che come spesso accade ma non sempre, chi rimane vivo e attivo senta la responsabilità e una spinta nuova a continuare, potenziare e migliorare il suo impegno umano e professionale nei settori e nelle organizzazioni di cui facevano parte le vittime.

Ciao da Marco e Gianguido.

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