Parlando con Alketa

A cura di Klodian Kojasci  (Piemonte)

Buongiorno Alketa, come vorresti presentarti ai lettori di MONDITA?

Alketa Becaj Delishaj, mi occupo di arte contemporanea in particolar modo di pittura e fotografia, Sono nata a Shkoder in Albania ma vivo a Verona. Da qualche anno insegno pittura a ragazzi e adulti, inoltre mi occupo di eventi culturali nel territorio.

Si decide a diventare pittori o si scopre, nel caso tuo quando è successo?

Fin dagli anni d’infanzia ero sicura di voler  diventare un’artista disegnavo molto da piccola e sapevo che la pittura avrebbe “raccontato” tutto il mio universo – luoghi, persone, ricordi, speranze, paure, ansie…

C’è un obiettivo da raggiungere, un messaggio nei tuoi lavori?

Quando creo un pezzo, il mio unico scopo è quello di godermi il processo e assicurarmi che il dipinto finito possa aumentare il mio umore ogni volta che lo guardo!

Il mio lavoro esprime il concetto di una tradizione in continua evoluzione che porta dei cambiamenti nel nostro modo di guardare  noi stessi e all’ambiente. Infatti, fin dai miei studi, ho sviluppato un interesse per le ricerche artistiche che si confrontano con le problematiche derivanti dall’interazione fra individui, pari opportunità, divisioni culturali ed economiche nell’ambito artistico. È un concetto importante. Per me riguarda anche la ridefinizione di quello che “rubiamo” ai diversi periodi storici e alle altre culture come modo di interpretare l’esperienza contemporanea.

Il mio lavoro negli ultimi tempi è ispirato più che altro anche dal colore e dall’acqua. Ho una grande passione per il blu in tutte le sue sfumature e questo colore glorioso tende a farla entrare nella maggior parte delle mie tele per la sua bellezza e per i sentimenti positivi e calmanti che evocano su di me. Lavoro principalmente con i colori acrilici fluidi per la flessibilità e la spontaneità che accompagnano il pennello sulla tela soprattutto dipingendo un soggetto come l‘acqua. Swimming è il nome di una serie di quadri che hanno come tema il nuoto in luoghi diversi, ma sempre comuni. «Una cosa che ho sempre trovato affascinante del nuoto è che ti trovi nello stesso luogo, con altre persone, la testa coperta da una cuffia e un costume sobrio».

Nelle mie opere sono presenti esperienze, persone e tutto ciò che ha in qualche modo intrecciato ed influenzato il mio percorso personale ed artistico. Gli scenari in cui ambiento i miei lavori sono un tentativo di esplorare il rapporto tra passato, presente e la sua memoria. Tali ambienti evocano una sensazione di sognante giocosità, attraverso illusioni ottiche dove si vanno a comporre delle parziali narrazioni autobiografiche.

L’obbiettivo finale è quello di educare le persone facendo arte, io credo che l’arte possa modificare in meglio la nostra natura.

Da quanti anni in Italia e come descriveresti la tua esperienza d’immigrazione?

Sono venuta qui nel lontano 2001, l’immigrazione per quanto mi riguarda è un tema talmente complesso dove  cerchi di integrarti con quelli pochi mezzi messi a disposizione. Cambiare paese non è sempre facile si va a ricostruire quasi una seconda l’identità,  L’identità è una cosa che si costruisce progressivamente, che ci identifica con un luogo, con una cultura, con un modo di essere, con una lingua, una storia o la fusione di varie culture .

La parola “migrazione” nelle persone tende a fugare il sentimento di insicurezza alimentato dalla diffidenza nei confronti del nuovo e dell’insolito e dalla paura del diverso, io attraverso la mia arte vado ad insegnare la conoscenza e la disponibilità di comprendere le ragioni degli altri. L’essere “diverso”  o “straniero” tuttavia, il fenomeno migratorio, che rappresenta di per sé un’opportunità di arricchimento.

Qua in Italia, oggi, lei Alketa si sente Noi o si sente Loro?

Noi e gli altri. Dobbiamo capire che l’Umanità è una sola. E che siamo nati uguali.

Che rapporto ce tra l’arte e l’inter-cultura?

L’Italia, come altri paesi Europei, vive questo nuovo millennio in un clima di crescente migrazione e di presenze di mondi, culture e credi diversi fra contesti locali che si arricchiscono di lingue, profumi, sapori e colori dalle provenienze più svariate. Io personalmente ho lavorato molto nell’ambito interculturale e culturale.

I suoi progetti futuri?

Per il momento mi sto dedicando completamente alla pittura, sto sviluppando in contemporanea anche un progetto espositivo di artisti albanesi che hanno messo radici in italia.

Il sogno nel cassetto?

Vivo giorno per giorno e vivo d’istinto. Non mi serve il cassetto per contenere  i sogni, la lista è infinità… Non perdere mai il sorriso.

 

 

 

 

 

 

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