Bruxelles e Marcinelle, emigrazioni e immigrazioni

di Cinzia Sabbatini.

La mia ultima esperienza è stata quella del viaggio “Ritorno al …Futuro” che attraverso un’esperienza formativa a Bruxelles e a Marcinelle vuole stimolare alla presa di coscienza delle due facce della migrazione che in Italia ancora non riusciamo a collegare o spesso rimuoviamo : quella dell’immigrazione attuale, fenomeno strutturale da imparare a gestire, e quella dell’esperienza migratoria degli italiani all’estero,  massiccia nel passato ma che ancora continua.

Bruxelles, oltre alla valenza politico – istituzionale di capitale dell’Unione Europea, rappresenta una città fortemente multiculturale , grazie anche al contributo degli immigrati provenienti dall’Italia che, nella vicina Marcinelle, hanno fatto prendere coscienza della loro esistenza in seguito alla tragedia della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier, tragedia di cui nel 2017 si è celebrato il 61° anniversario.

L’esperienza , promossa dall’Ufficio Migranti della Diocesi di Bergamo, ha coinvolto un gruppo veramente multietnico di cui  la maggior parte veniva da Bergamo e comuni limitrofi ma era composta da persone di diverse origini: due di origine marocchina,  tre dall’Africa occidentale, due di origine boliviana, quattro di origine italiana bergamasca e poi c’eravamo noi due di origine italiana romana.

E’ stato un vero cammino interculturale incontrando in primo luogo persone che lavorano al Parlamento europeo che ci hanno introdotto in questo enorme edificio e nelle istituzioni e nelle dinamiche che vi si vivono. Che ricchezza e lavoro che c’è dietro questi edifici che ci aiutano a costruire l’armonia tra tanti paesi diversi cercando di mantenere l’unità europea nella diversità! Ci si rende veramente conto di quanto il nostro futuro possa essere solo in questa direzione.

Siamo poi andati al CBAI (Centre Bruxellois d’Action Interculturelle), il centro più importante che lavora in convenzione con il Governo Belga svolgendo attività di formazione interculturale e un monitoraggio costante sull’integrazione interculturale con 30 persone a tempo pieno in 4 settori di attività. Abbiamo incontrato Christine Kulakowski, Direttrice attuale, mia insegnante e formatrice , membro del Comitato scientifico della nostra Fondazione Intercammini.  Ci ha ricordato che in Belgio il 37% sono immigrati e il 57% dei belgi sono di origine straniera! Quanta strada abbiamo da fare in Italia per prendere sempre più coscienza che anche noi andremo in questa direzione e che dobbiamo imparare a gestire in modo efficace la diversità culturale e sviluppare un’azione che il CBAI ha nel suo slogan “Unire senza confondere, distinguere senza separare“.  Il CBAI lavora per la formazione interculturale ormai da 30 anni e ha ribadito quanto  questa sia fondamentale  per  prevenire la radicalizzazione e una efficace armonizzazione delle culture.

Abbiamo poi camminato  attraverso il centro storico di Bruxelles,  alcuni quartieri della Bruxelles multiculturale, come Molenbeek, diventato purtroppo famoso come luogo di terroristi ma invece mi è sembrato un luogo in cui si esprime  fortemente la propria origine culturale, tante donne e ragazze con l’hijab e caftano,  ma non propriamente un “ghetto”. Ci ha portato in giro per il quartiere Abdelrahim , che vi abita, un italiano di origine marocchina  che frequenta il “caffè Milano”che ha lavorato 30 anni in Italia e ha preso la  nostra nazionalità ma poi ha fatto di nuovo la  scelta dell’emigrazione di nuovo in Belgio perchè ha visto migliori condizioni di vita ed ha di nuovo avuto il coraggio di cambiare paese ! Purtroppo ci hanno detto che il fenomeno di cittadini italiani, anche di origine straniera, che emigrano si sta sviluppando e non è un buon segno per la perdita di risorse che ne deriva… Abdelrahim  ci ha accolto nella sua casa, in affitto da un italiano, e ci ha raccontato la sua storia,  mi ha regalato un paio di babouches  ( ciabatte tradizionali marocchine) per “mettermi nelle scarpe dell’altro” che cercavo perchè  è un’esperienza che propongo nei percorsi formativi che conduco).

Interessante anche la serata al Circolo dei Bergamaschi dove abbiamo potuto, noi romani, sentirci accolti  piacevolmente da un’altra “cultura” e dalle proprie specialità culinarie.

L’ultimo giorno tappa a Marcinelle, zona mineraria,  dove tanti nostri connazionali sono emigrati nel Dopoguerra in cerca di un lavoro e di una casa e purtroppo, nel 1956, 136 di loro hanno trovato la morte nell’incidente avvenuto nella miniera in cui lavoravano con tanta fatica e in condizioni quasi subumane.

La sicurezza sul lavoro ancora non esisteva…  Abbiamo incontrato  alcuni esponenti  dell’Associazione “A.M.C.W.” (Amicale des Mineurs et Charbonnage de Wallonie), del museo “Le Bois du Cazier” di Marcinelle che è rimasto come memoria di questa esperienza che ha costruito la storia e l’economia del Belgio ma che è diventata anche la base della vita di tanti italiani che ormai vivono qui da diverse generazioni.  Sicuramente un viaggio da parte di classi che vengono dall’Italia sarebbe veramente istruttivo per cogliere le radici dell’emigrazione/immigrazione.

Cosa dire? In questo viaggio la mia coscienza di migrante si è risvegliata,  è riemersa e rafforzata in questo confronto  come anche la mia motivazione a proporre percorsi di formazione interculturale a partire dalla riscoperta e accoglienza  della nostra diversa  identità culturale .

Il nostro cammino interculturale continua… www.intercammini.org

 

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