I Migranti si ammalano in Europa

di Beata Uwase ( Roma )

Dire che “i Migranti portano le malattie” è un falso allarme, lo smentisce ancora l’OMS. Le problematiche più frequentemente riportate tra i migranti internazionali, principalmente per rifugiati e richiedenti asilo appena arrivati sono il disturbo da stress post-traumatico, il disturbo dell’umore e la depressione.

Quello della salute mentale dei migranti però è un problema complesso. Le manifestazioni patologiche, infatti, possono essere la conseguenza delle condizioni ambientali e psico-sociali che caratterizzano la vita dell’individuo nella fase precedente la partenza, ma possono anche dipendere da esperienze traumatiche vissute durante il viaggio o, infine, da una mancata integrazione nel tessuto sociale del paese d’accoglienza. Più spesso, purtroppo, sono il risultato della combinazione di tutti e tre questi fattori, con l’aggiunta di eventuali vulnerabilità genetiche e di un costante stato di stress causato dall’incertezza della propria condizione. Per quanto riguarda i fattori di rischio, i migranti tendono ad essere costretti a vivere in abitazioni di bassa qualità, sovraffollate, spesso confinati in aree urbane degradate, con meno servizi ed in cui è maggiore la criminalità. Le persone che hanno sperimentato la migrazione hanno mediamente, rispetto al resto della popolazione, tassi di povertà più elevati, tassi di disoccupazione più alti, ricevono salari più bassi e sono maggiormente dipendenti dall’aiuto pubblico (quando esiste). Queste cattive condizioni socio-economiche, si associano a tassi più elevati di depressione e di difficoltà nella vita, Vorrei sottolineare però che l’essere migrante e il non essere felici per via di queste condizioni, non vuol dire necessariamente avere un disturbo mentale. Hanno tutti bisogno di parlare, questo sì, di essere supportati anche da un punto di vista psicologico, ma i loro problemi riguardano soprattutto il loro futuro.

Non bisogna vedere un immigrato come un pericolo o veicolo di malattie ormai debellate da tempo, semmai una vittima. L’OMS conferma ancora che i migranti non sono nemmeno veicolo di malattie ‘esotiche’ come Ebola o qualche altro virus particolare, ma neanche di quelle più note come tubercolosi o Hiv, di cui non si registrano contagi alla popolazione residente. Al contrario, dal punto di vista sanitario, la salute dei migranti che arrivano è buona. Il rischio di malattie non trasmissibili, come tumori o problemi cardiaci, è più basso che nella popolazione generale, ma aumenta all’aumentare del periodo di permanenza a causa del mancato accesso ai servizi sanitari e delle condizioni igieniche spesso insufficienti. Se si guarda all’Hiv, ad esempio, risulta che “anche se si stima che circa il 40% dei nuovi casi di Hiv nell’Unione Europea sono in persone nate in altri Paesi, c’è una evidenza crescente che una porzione significativa di migranti e rifugiati sieropositivi, incluso chi viene da Paesi ad alta prevalenza, abbia acquisito l’infezione dopo essere arrivato.

Anche quando arrivano persone con infezioni, sottolinea Santino Severoni, coordinatore del programma OMS Europa sulla migrazione e la salute, l’evento è così sporadico che non costituisce un problema per la salute pubblica, come dimostra il fatto che non si è mai registrato un contagio alla popolazione residente, a dispetto delle bufale che circolano ogni giorno.

“Le difficoltà non sono di oggi, le registriamo già da diversi anni, da quando l’immigrazione via mare è entrata nella discussione politica”.

E’ quanto evidenzia il primo Rapporto sulla salute dei migranti e dei rifugiati in Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che invita i governi a non alimentare paure e preoccupazioni.

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