Migrazioni 2017 : Dati, Filosofie, Simboli.

di Gianguido Palumbo. 

Con questo Editoriale di “Natale”, periodo nel quale strumentalmente è stata riproposta l’immagine del Presepe come simbolo storico e universale della condizioni di una Famiglia di Profughi, invito ad una riflessione anomala, incrociando tre notizie diversissime e significative: il Rapporto ONU sulle Migrazioni nel Mondo pubblicato in occasione del 18 dicembre Giornata Mondiale dei Migranti; un nuovo libro italiano appena uscito Stranieri Residenti: una filosofia della Migrazione” di Donatella De Cesare; e la diatriba fra il Comune di Milano e il Comitato di Augusta in Sicilia, sulla collocazione della “Barcone dei Naufraghi dei 700 migranti morti il 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia.

I DATI del rapporto ONU sono molto interessanti perché ricordano alcuni fatti precisi e concreti, al di là delle ideologie, delle posizioni politiche, delle convinzioni etiche.

In estrema sintesi : le Migrazioni mondiali sono aumentate negli ultimi 20 anni e gli spostamenti principali sono avvenuti in America del Nord fra Messico e Usa, in Asia fra India e Arabia Saudita e in MedioOriente dalla Siria alla Turchia. La Popolazione del Mondo continua a convivere sempre più e mescolarsi fra e nei diversi continenti e tale movimento coinvolge in misura molto relativa l’Europa e l’Italia. I problemi esistono e probabilmente aumenteranno solo se non si saprà affrontarli e gestirli.

( Dal Rapporto ONU 2017 sulle MIGRAZIONI nel Mondo )

258 milioni di persone hanno lasciato i loro Paesi di nascita e vivono in altre nazioni con un aumento di quasi il 50% per cento rispetto al 2000, quando erano 173 milioni, e del 18% rispetto al 2010, quando se ne contavano 220 milioni.

Il 60 per cento di tutti i migranti internazionali vive in Asia (80 milioni) ed Europa (78 milioni). Nel Nord America se ne contano 58 milioni, in Africa 25. Due terzi di questi emigranti vive nel 2017 in appena 20 Paesi: il numero più elevato (50 milioni) si trova negli Usa, poi Arabia Saudita, Germania e Russia ne ospitano ciascuno attorno ai dodici milioni. Segue la Gran Bretagna con 9 milioni. L’Italia è all’undicesimo posto (dietro anche a Emirati Arabi, Francia, Canada, Spagna) con 5,9 milioni di migranti che vivono stabilmente sul territorio nazionale. Erano 2,1 milioni nel 2000.
Il numero di rifugiati e richiedenti asilo nel Mondo
nel 2016, è stato stimato in circa 26 milioni di persone. La Turchia ne ospita la maggior parte (3 milioni), seguita da Giordania, Palestina, Libano e Pakistan.

L’Asia è il primo continente nel quale la gente lascia il proprio Paese (106 milioni su 258, primo Stato è l’India), il secondo è l’Europa (61 milioni). L’elenco delle prime nazioni di partenza – che vede anche Messico, Russia, Cina, Bangladesh, Siria, Pakistan e Ucraina – non annovera nazioni africane. Nell’intero continente africano però, si stima abbiano lasciato il proprio Paese d’origine 36 milioni di persone.

La rotta più seguita per i flussi migratori è quella che va dal Messico agli Stati Uniti (12,7 milioni di persone nel 2016, erano 9,4 nel 2000), seguita a distanza da quella che va dall’India all’Arabia Saudita (3,3 milioni, erano 700mila). Spicca l’impennata, dovuta alla guerra, dei 3,3 migranti siriani che vivono in Turchia: una presenza che era pari a zero 17 anni fa. E anche in questo caso nessuna rotta, tra le prime 15 mondiali, conduce verso i Paesi Ue.

Il LIBRO italiano appena uscito “Stranieri Residenti: una filosofia della Migrazione” è stato recensito sull’Espresso del 17 dicembre da un filosofo, professore all’Università di Napoli, Roberto Esposito, con un articolo dal titolo “promettente” : Guardiamo il migrante con i suoi occhi. L’autrice del libro è un’altra filosofa, la prof.ssa Donatella De Cesare che insegna alla Sapienza di Roma e sembrerebbe proporre un approccio “nuovo” al tema. Non avendo letto ancora questo nuovo libro posso solo basarmi sull’articolo che invece risulta deludente perché promette appunto di accennare a questa novità analitico percettiva che invece non emerge, visto che ben prima dei due filosofi in questione altri intellettuali italiani avevano posto da molti anni il problema di un approccio molto più profondo, antropologico, storico alle Migrazioni : per citare ancora una volta in questo sito i più conosciuti, Pasolini nelle sue poesie e testi ( in particolare Alì dagli occhi azzurri del 1964 ! ) e Umberto Eco in ripetute interviste e articoli fin dalla metà degli anni ’90 ! Ma appena leggerò il libro della De Cesare proverò a riscrivere una mia riflessione a proposito.

Il BARCONE dei Naufraghi del 18 aprile 2015, era affondato nel Canale di Sicilia con circa 700 migranti. Era stato recuperato e poi era stato svolto un lungo e delicato lavoro scientifico di riconoscimento dei corpi. Lo scafo è rimasto da allora nel Porto di Augusta nella Sicilia Orientale in attesa di una sua collocazione definitiva a memoria della tragedia e del tema delle Migrazioni. Erano nate alcune ipotesi : una addirittura di posizionarlo a Bruxelles davanti al Palazzo dell’UE, un’altra di collocarlo a Milano in una piazza centrale, e ultimamente nel cortile dell’Università di Milano per un Museo dei Diritti, d’accordo con il Comune di Milano e il Governo Italiano che avrebbe già stanziato un cifra per il costo del trasporto da Augusta a Milano. Ma a questa ultima e concreta proposta si sta opponendo il Comitato 18 aprile di Augusta formato da alcuni cittadini, associazioni e sindacalisti della CGIL che si oppongono allo spostamento ed al suo costo, controproponendo l’idea di realizzare un Giardino della Memoria nella cittadina siciliana.

Ovunque sia collocato indubbiamente questo Scafo ormai è diventato un simbolo forte sia di una tragedia sia di un tema contemporaneo : le MIGRAZIONI nel Mondo, verso l’Europa e l’Occidente. Quindi è giusto che in qualche modo sia valorizzato in un luogo ed un contesto che però venga vissuto quotidianamente e abbinato ad iniziative non solo retoriche e di pura memoria.

E proprio per non procedere politicamente, socialmente, culturalmente solo a colpi di date, celebrazioni, memorie, oggetti e luoghi simbolici, è necessario informarsi, aggiornarsi, studiare, leggere anche libri oltre che rapporti e relazioni: libri di qualsiasi tipo e non solo saggi. La poesia di Pasolini del 1964 era già una fortissima e chiara provocazione artistica all’analisi delle società moderne che avanzavano nel boom economico dell’Italia di allora, dell’Occidente di  quegli anni di super sviluppo. Non si può sostenere accademicamente, come invece fa il prof. Esposito su l’Espresso, che il libro della sua collega filosofa Di Cesare “invita per la prima volta a ripensare radicalmente il fenomeno della Migrazione nella sua dimensione profonda”. Il libro sarà certamente interessante e forse anche innovativo per alcuni aspetti ma non credo sia il primo elaborato teorico italiano che proponga un ripensamento profondo. Anche l’ARTE, la Letteratura, il Cinema, i Media, innovano e scavano nel profondo e ce ne rendiamo conto da anni. Purtroppo solo alcune parti Politiche ed alcuni dirigenti politici, in tutto il mondo, in Europa ed in Italia, rimangono al potere ma ignoranti, insensibili, incapaci di interpretare ed agire di conseguenza.

Per finire, augurando a tutti-e credenti e non credenti di qualsiasi fede, Buon Natale, vi chiedo di osservare con attenzione il quadro provocatorio di un artista africano, che ho fotografato a Venezia alla Biennale d’Arte questo autunno il cui titolo esplicito e scritto in alto è “Lo sviluppo dell’Arte Astratta : versione Migrante”. A proposito del titolo dell’articolo dell’Espresso : “Guardiamo il Migrante con i suoi occhi” !

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