ROMA Rom

MONDORomaMONDOItalia rubrica settimanale a cura di MONDITA

160°puntata – 12 aprile 2019

Il fatto della settimana è dedicato ai ROMA, plurale di Rom in lingua romanì. E’ proprio strana questa coincidenza fonetica e linguistica fra il nome della capitale d’Italia e l’origine della parola ROM ( uomo ) in lingua romanì che al plurale appunto è e suona ROMA come insieme di persone o di popolazioni e quindi i ROMA e non i Rom.

Ma sono tanti i termini con i quali da decenni in Italia noi Gagè ( non Rom ) chiamiamo le diverse Popolazioni di origine asiatica, indiana, che si sono spostate verso l’Europa lungo tutto il MedioEvo ( ancora lui ! ) : Zingari, Gitani, Nomadi, Rom e poi anche Sinti e Caminanti. La parola ZINGARO è quella più usata anche in tono dispregiativo ed equivale ai termini molto simili in francese, tedesco, ungherese, polacco, mentre in inglese e in spagnolo si usa molto di più l’equivalente di Gitano che in Italia invece non viene molto usata.

Pochi giorni fa in Capitale è stato presentato da Amnesty International e dall’Associazione 21 Luglio che se ne occupa da molto tempo, un ennesimo studio critico sulle condizioni di vita delle Famiglie Rom a ROMA In Italia (secondo stime diverse) vivono dalle 90.000 alle 140.000 persone, di cui circa 70.000 con cittadinanza italiana. I Roma autoctoni (discendenti di gruppi presenti in Italia sin dal medioevo) sarebbero circa 45.000, mentre gli altri sarebbero di più recente arrivo da altri paesi europei. La maggior parte dei Rom italiani è stanziale e urbana. In Italia purtroppo succede da anni che di fronte ai Roma che appunto vivono da decenni in tutta Italia in diverse condizioni, anche i Cittadini più aperti, democratici, solidali con gli Immigrati e tutti gli stranieri possibili e immaginabili, reagiscono abbastanza male o in silenzio o esplicitamente. I diversi Governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno effettuato indagini socio-statistiche anche stimolate da denunce di razzismo e gravi accuse ufficiali del Consiglio d’Europa.

La convivenza delle famiglie di origine Rom, Sinti e Caminanti nelle città italiane è stata per anni risolta in modi diversi ma sempre difficili e contraddittori, senza soddisfazione né per i Rom né per i Cittadini locali. Sono stati investiti anche molti fondi comunali regionali e nazionali per realizzare Campi attrezzati, Campi Nomadi, assistenza sociale per la scolarizzazione dei minori e in parte per la formazione professionale. Eppure la situazione nazionale e locale ed anche quella romana, non è migliorata davvero.

Il problema è che invece in Spagna e in Francia sono state adottate soluzioni concordate più efficaci per rispettare maggiormente la storia e la cultura di queste popolazioni miste e niente affatto tutte nomadi da decenni, e parallelamente per creare condizioni materiali di convivenza più civile nelle diverse località. Le soluzioni principali sono state da una parte un vero riconoscimento della Cittadinanza Nazionale acquisita da parte di molte delle famiglie Rom, da un’altra la creazione di vere e proprie aree sosta attrezzate per le famiglie davvero nomadi (e non Campi Nomadi Ghetti ), ed infine una seria e coerente politica di rispetto della legalità comunque e ovunque.

In Italia invece purtroppo è come se anche i Rom siano stati contagiati dalle caratteristiche più negative della nostra tradizione nazionale, dopo decenni di oscillazione fra xenofobie, solidarietà generica, inefficienza, sprechi di investimenti mal gestiti, connivenze malavitose, sbagli veri e propri di programmazione urbana, lassismo sociopolitico. Se lo Stato Italiano, i Governi Nazionali e territoriali non hanno maturato coscienza e applicato politiche coerenti ed efficaci per tutti, anche le Comunità e le Associazioni esistenti dei Rom o miste non sono state all’altezza della situazione negativa esistente accumulatasi negli anni.

A ROMA i Rom che vivono in condizioni di emergenza sarebbero circa 6000, secondo un censimento ufficiale del Campidoglio del 2016 : 4000 vivono nei 16 campi autorizzati e “tollerati”, 1300 nei circa 300 ( trecento ! ) piccoli campi informali illegali e circa 700 vivono in aree occupate e monoetniche.

Negli ultimi due anni la Giunta Raggi ha provato a riorganizzare i Campi seguendo alternativamente la politica nazionale richiesta recentemente dal Ministro dell’Interno Salvini ( chiusura di tutti i Campi Nomadi ! ) e una politica più umana ma poco efficace della sua Assessora ai Servizi Sociali Baldassarre. Sta di fatto che sono aumentati gli sgomberi senza vere alternative e soprattutto gli episodi di intolleranza e di vero e proprio razzismo in molti quartieri, senza reazioni delle Forze dell’Ordine e prevenzione programmata.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*