A Roma c’è sgombero e sgombero

MONDORomaMONDOItalia rubrica settimanale a cura di MONDITA      155°puntata – 22 febbraio 2019  

Il fatto della settimana riguarda nuovamente gli SGOMBERI di palazzi occupati da famiglie e singoli di diverse origini. Ma questa volta abbiniamo una buona notizia con una brutta! Iniziamo da quest’ultima.

Dopo anni di occupazione di un palazzo prestigioso vicino a Piazza Vittorio da parte dei neofascisti di CasaPound, dopo mesi di interpellanze e richieste di sgombero anche da parte del Comune di Roma e promesse del Ministro dell’Interno ( amico dei CasaPound ! ) di dare il via libera allo sgombero come ad altri in Italia e nella Capitale, giorni fa è arrivata una nota del Ministero dell’Economia proprietario dell’Immobile, che dichiara ufficialmente la NON URGENZA di quello sgombero : ma guarda un po’! In compenso, poiché esiste e resiste un’Altra Italia e un’Altra Roma anche fra le Istituzioni, le Proprietà private e il mondo associativo, negli stessi giorni di questa settimana nella medesima città Capitale d’Italia, si è svolto uno sgombero “indolore”, programmato, preparato, organizzato con il consenso progressivo degli occupanti (italiani e stranieri), della Proprietà di una Banca, del Municipio 1, del Comune di Roma, della Regione Lazio ( ATER ). Fino al 1989 nel Palazzo di via Carlo Felice c’erano stati i dipendenti della Banca d’Italia. Nel 2004 dopo anni di inutilizzo, era stato occupato dall’associazione Action con molte famiglie senza casa. All’inizio di questo 2019, dopo 14 anni di occupazione da parte di 70 persone, 29 famiglie con 22 minori (italiani, eritrei, sudamericani, tunisini, rumeni), il Palazzo di Via Carlo Felice è stato liberato il 20 febbraio senza alcuna irruzione all’alba, nessuna protesta, nessuna sorpresa perché gli abitanti aspettavano di lasciare lo stabile già da fine novembre. Come è stato possibile? Con una attenta preparazione e collaborazione fra occupanti, associazioni e istituzioni pubbliche e private, è stato fatto un censimento, gli occupanti sono stati inseriti in una graduatoria sulla base del reddito e delle situazioni familiari di difficoltà: alcuni saranno ricollocati nelle strutture del Comune o dell’Ater -Regione Lazio, altri nelle strutture della società della Banca d’Italia. Per due anni pagheranno solo le spese di acqua, luce e gas.

“Tutti gli interessati hanno già sottoscritto un progetto di inclusione sociale. Per tutta la durata delle operazioni sarà presente la Sala Operativa Sociale di Roma Capitale, svolgendo attività di mediazione e aiuto”, così si legge in una nota pubblicata sul sito del Comune di Roma. “Le strutture in cui si trasferiranno gli ex occupanti garantiranno ai minorenni la possibilità di continuare la scuola”.

Tra gli sgomberi senza soluzione a cui Roma si sta abituando, la formula applicata alla liberazione del Palazzo di Via Carlo Felice forse potrebbe e dovrebbe diventare un modello da adottare. La Presidente del Municipio 1, Sabrina Alfonsi ha precisato: “Un nuovo modo di intervenire sulle situazioni di occupazione è possibile, rovesciando la prospettiva e partendo dalle garanzie per il rispetto dei diritti delle persone per arrivare al rispetto del principio di legalità”.

Noi intanto aspettiamo di capire cosa succederà invece al Palazzo occupato da CasaPound con le sue insegne, le numerose e vistose videocamere di controllo all’ingresso, le guardie del corpo, come fosse la sede di una Istituzione Pubblica! Ma dopo il caso della Nave Diciotti e l’applicazione dell’Immunità Parlamentare per il Ministro dell’Interno e per tutto il Governo assieme a lui, abbiamo già capito che nell’Italia 2019, finché dura, appunto la Legge NON è uguale per tutti e si possono sequestrare le persone e occupare Palazzi, stando sicuri che qualcuno ti difenderà e impedirà che queste azioni illegali possano continuare.

Ciao da Marco e Gianguido.

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