Scarpe per scappare…

di Gianguido Palumbo.

Il carattere di una Persona si riflette sul suo volto. Ma la scelta delle Scarpe o persino la loro mancanza, rivela qualcosa della geografia personale di ognuno: ricchezza o povertà, età, occupazione, istruzione, genere, abitante di città o di campagna. I Migranti “economici”, milioni di indigenti che hanno il tempo di programmare e organizzare la partenza magari assieme alle loro famiglie, sembrano preferire la scarpa povera del 21° secolo : scarpe sportive cinesi a basso costo, unisex, polivalenti. I Profughi di Guerra o di calamità che fuggono devono arrancare per le strade indossando qualsiasi scarpa : infradito di gomma, mocassini anche eleganti, sandali coperti di polvere, scarpe coi tacchi, scarpe di stracci…..Fuggono improvvisamente dalle loro case nei villaggi, nelle città, senza preavviso e scappano con il primo paio di scarpe che trovano vicine. Ho cominciato a notare questi cumuli di scarpe diversissime fuori dalle tende dei Profughi negli altopiani della Giordania.” ( Dal diario di viaggio del giornalista scrittore Paul Salopek che dal 2013 sta percorrendo a tappe e a piedi migliaia di chilometri seguendo le rotte delle Migrazioni preistoriche dal Corno D’Africa all’Europa e poi le Americhe – National Geographic Italia –agosto 2019 numero speciale Un mondo in cammino) https://www.nationalgeographic.org/projects/out-of-eden-walk/

Il sito internazionale del suo viaggio in corso http://www.nationalgeographic.it/dalgiornale/sommari/2019/08/31/foto/national_geographic_italia_agosto_2019-4495724/2/

Una bellissima e fortissima testimonianza vivente sul grande tema delle Migrazioni nel Mondo da parte di un intellettuale europeo ( Europa dell’Est ) coraggioso, coerente, originale nell’azione e nelle sue riflessioni preziose, ci fa capire innanzi tutto quanto sia sbagliato e controproducente considerare i cosiddetti MIGRANTI come tutti uguali, ovunque vadano, arrivino, e da qualunque parte provengano, considerandoli come dei “poveracci” inermi e passivi, bisognosi solamente di “aiuti umanitari”, quando va bene.

La lettura di questo numero speciale del National Geographic, così importante e ricco di stimoli, provocati non solo da Salopek, la voglio affiancare ad altri due fatti e relativi articoli dell’Italia di questi giorni, pubblicati da La Repubblica e dal settimanale dello stesso editore L’Espresso : una storia negativa, una tragedia con quattro uomini morti e una storia positiva con quattro donne vive e super attive. I due fatti sono collegati dalla stessa Comunità di Stranieri originari dell’India, del Punjab, che in Italia sono presenti da molti anni, protagonisti lavoratori-trici e piccoli imprenditori-trici ed ora anche sindacalisti-e, nel mondo dell’Agricoltura e dell’Allevamento.

A Pavia pochi giorni fa sono morti appunto quattro uomini, due fratelli neo-imprenditori allevatori e due loro dipendenti regolari, tutti e quattro indiani-italiani, nel tentativo di riparare una vasca otturata di liquami. I due fratelli, dopo anni di lavoro super sfruttato in alcuni allevamenti della zona, recentemente erano riusciti a rilevare una piccola azienda e stavano diventando imprenditori agricoli che davano lavoro ad altri membri della loro Comunità. La tragedia ha distrutto quel sogno, quel progetto e tante famiglie ad esso collegate, nella Lombardia leghista tanto cara all’ex Ministro dell’Interno.

Nel Lazio invece, nell’area di Latina vicino Sabaudia, dove sono nate decine di allevamenti di Bufale ma anche serre per la coltivazione di ortaggi, lavorano da decenni migliaia di Indiani in condizioni di forte sfruttamento e dove comunque è nata una grande Comunità che ha creato anche uno dei templi Sikh più grandi e importanti d’Italia e d’Europa, con relative grandi feste annuali. Lì sono impegnate come sindacaliste professioniste alcune donne indiane, giovanissime e meno giovani che stanno aiutando centinaia di lavoratori indiani sfruttati a reagire e ottenere condizioni di lavoro migliori con buoni risultati.

Queste due storie italiane, attuali, come centinaia di altre che da anni esistono e sono troppo poco raccontate a livello nazionale e locale, indicano la limitatezza, la negatività di Politiche e relative Pratiche di Comunicazione ( Rete, TV, Radio, Giornali ) che si occupano ossessivamente e solamente di SBARCHI, di arrivi, di morti o sopravvissuti, di accordi o disaccordi fra Paesi europei su quote di Migranti da “prendersi”, di Porti Chiusi o Parti, di Ong, di Guardie Costiere, di costi della prima Accoglienza etc….. Certamente questo primo aspetto delle Migrazioni è importante e decisivo ed anche molto facile da utilizzare in positivo e negativo per la promozione politica dei singoli partiti o associazioni, ma in Italia negli ultimi due anni, sempre meno si ragiona, si programma, si discute e si decide sulla Società Multi e Interetnica, su come concretamente e quotidianamente viverla, gestirla, promuoverla, sulla base di verità economiche, sociali, culturali della convivenza già in atto, sulla inter-azione, sulla mescolanza, sulla inevitabile, complicata ma potenzialmente ricchissima storia attuale e futura della inter etnicità in un Paese come il nostro, in Europa, nel Mondo. NON BASTA ESSERE UMANI !

Dopo appena due mesi dall’ultimo Editoriale che avevo scritto a giugno, è davvero strano riprendere a scrivere riflettendo sull’Italia di oggi con un nuovo Governo appena insediato ed uno stranissimo clima sociale politico diverso ma ancora molto incerto. Rispetto al nostro tema identitario IMMIGRAZIONE E SOCIETA’ INTERETNICA in Italia è sicuramente importante e positiva la caduta del Governo Conte – Salvini-Di Maio. C’è una prima speranza che innanzi tutto nella vita quotidiana diminuisca e si freni la liberazione di energie negative xenofobe e razziste stimolate e favorite da Salvini come Ministro come Vice Premier e come Dirigente Politico con la complicità dei 5Stelle. E’ comunque inevitabile che il nuovo Governo M5S e PD non possa cambiare subito e radicalmente le politiche e la gestione dell’Immigrazione e della Convivenza interetnica e proceda per mediazioni : l’importante è che tali mediazioni siano sempre più di alto livello. Purtroppo però il rischio è che la mediazione massima si basi solamente sull’ inserire nelle leggi, nei regolamenti e nelle decisioni e gestioni dell’Immigrazione “più umanità” verso i migranti in arrivo, con questa unica attenzione verso il problema dei barconi, degli sbarchi, delle Ong e quindi della sola politica di accoglienza e NON su tutto ciò che segue e quindi i centri SPRAR nei Comuni italiani che sono stati bloccati e smantellati dal 1° Decreto Sicurezz , le politiche di “integrazione” ed anche altri Diritti a partire dallo Ius Soli…

Se pur lentamente e progressivamente nei prossimi mesi e i prossimi due anni il nuovo Governo non affrontasse questi altri aspetti importanti e decisivi, la maggioranza dei cittadini italiani di qualsiasi orientamento rimarrebbe convinta che il problema dell’Immigrazione sia la quantità di stranieri che arriva via mare e così la Lega e Salvini avrebbero ancora molto spazio e tempo per continuare a promuovere violentemente le loro idee per vincere le prossime elezioni politiche quando avverranno. _________________________________

Questo è il primo articolo che scrivo per la nuova MONDITA Review : da questo settembre, dopo due anni e mezzo di pubblicazioni periodiche mensili con alcuni aggiornamenti settimanali, MR cambia identità e funzione. Non sarà più un Periodico nazionale a cura dell’Associazione MONDITA ma più semplicemente un sito curato e scritto principalmente da me che prima coordinavo e dirigevo la Rivista, dedicato sempre al tema dell’Immigrazione e della Società Multi e Inter Etnica in Italia con qualche altro articolo o immagine o video proposti da altre persone che vorranno proporre loro idee e visioni sul tema. Assieme a Marco De Cave, cofondatore dell’associazione MONDITA e webmaster del sito in questi anni, abbiamo deciso che non esistevano più le condizioni per proseguire l’esperienza della Rivista basata completamente sul volontariato di ognuno di noi e di chi scriveva gli articoli delle rubriche. La medesima associazione MONDITA, nata 8 anni fa a Roma con 11 giovani promotori promotrici di otto origini nazionali diverse, aveva esaurito la sua energia iniziale per le scelte individuali della maggioranza dei ragazzi e delle ragazze che hanno intrapreso vite e attività diverse sia a Roma che nel resto dell’Italia e del mondo. Io e Marco abbiamo ideato e gestito per due anni e mezzo la Rivista on line coinvolgendo altre decine di persone diverse che hanno scritto tanti articoli per le rubriche della Rivista e che ringrazio ancora tanto per la loro disponibilità. Ma anche in questo ultimo anno di attività editoriale la maggior parte dei collaboratori-trici volontari-e hanno smesso di scrivere per motivi personali e la Rivista non poteva continuare a proporsi in questi prossimi mesi e anni con articoli di una Redazione molto ristretta di 4-5 persone rispetto alla grande varietà e ricchezza di quasi 20 collaborazioni precedenti.              MONDITA Review non chiude : cambia.

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