Frontiere
rubrica settimanale
cura di Amira Chaouch
La scorsa settimana ho partecipato ad un Progetto in Tunisia organizzato da INMAA Istituzione Marocchina di Appoggio alla Micro Impresa (http://www.inmaa.ma ). Il progetto “Parole Jeunnesse” si è svolto nella città El Maamoura, un comune situato nella penisola di Cap Bon nel Governatorato di Nabeul, in Tunisia. La città ha preso il nome di un promontorio, Ras Maamoura, e la sua attrazione consiste in una lunga spiaggia che piace a molti turisti ed anche un lago salato di 450 ettari sottoposti a protezione speciale a causa del ricco ecosistema. Ogni estate la città ospita un festival multiculturale chiamato Festival di Sidi Ben Daoud.
Il progetto “Parole Jeunnesse” era gestito da un gruppo di ragazzi-e ed aveva come tema la Democrazia. I paesi partecipanti erano tre dell’ Africa e tre dell’Europa: Tunisia, come paese ospitante, L’Algeria, l’Egitto, l’Italia, la Francia e la Romania, con cinque ragazzi-e per ogni Paese. Il progetto era interessante, ma la gente che ho incontrato lo era ancor di più. Il programma prevedeva otto giorni per confrontarci a livello culturale e politico, con workshop e tante esperienze ed idee da condividere. Dopo il primo giorno, dedicato alla conoscenza reciproca tramite dei giochi e degli energie, nelle giornate seguenti abbiamo discusso ed aperto dibattiti sulla democrazia, sui pregiudizi, come pure abbiamo parlato del contesto geopolitico dei nostri Paesi.
Inoltre, durante il soggiorno sono state organizzate altre attività di animazione artistica guidate da professionisti: un laboratorio di Musica con le Percussioni e un corso di Origami. Attraverso queste due attività si sono creati tre gruppi di ragazzi-e che hanno mostrato ciò che avevano imparato: il gruppo Musica-Danza e Percussioni si è esibito in una danza molto particolare nella quale si era espressa la nostra energia. Il gruppo degli Origami invece si era diviso in due sotto gruppi: uno aveva creato un mini corto metraggio sul Diritti di Voto, e l’altro invece aveva prodotto un mini teatro sempre inerente alla situazione politica del mondo. I Giovani dell’organizzazione avevano deciso di farci fare anche qualche giro turistico nel loro piccolo paese tramite un gioco nel quale dovevamo mettere in pratica le nostre doti linguistiche e parlare con la gente del posto.
E non è finita qui. Gli organizzatori ci tenevano a mostrarci il nuovo volto della Tunisia, dopo i bombardamenti e dopo gli scioperi e così c’avevano portato nella capitale, nella medina: un bellissimo giro sia turistico che culturale per le vie del nord.
Ovviamente noi come partecipanti avvolte rubavamo il tempo per uscire e farci dei mini giri nella bellissima città di Nabeul che è una città costiera della Tunisia nord orientale, capoluogo del governatorato omonimo. Città dinamica ed in continua espansione, dotata dei più disparati servizi, sede di complessi alberghieri di fama internazionale, bar, caffè e spiagge che contribuiscono a renderla una meta turistica molto appetibile assieme alla confinante Hammamet. Nabeul ha origini molto antiche: nella zona sud si trovano infatti le rovine dell’antica città di Neapolis. Come pure avevamo trovato il tempo per visitare la bellissima città di Hammamet , la principale località turistica del paese. La città, fondata durante l’epoca romana, è stata meta di numerosi turisti celebri, ed in Italia è nota principalmente perché nel 1994 vi si rifugiò Bettino Craxi, sfuggendo ad un mandato di cattura italiano e morendovi poi nel 2000. La tomba del leader socialista è nel cimitero della città.
Abbiamo trascorso le nostre ultime ore del programma sorseggiando del tè davanti il bellissimo mare della Tunisia.
Durante il soggiorno si sono manifestati alcuni problemi, che forse in qualche maniera contrastavano il tema del progetto. Ad un certo punto è nata una discussione molto accesa sulle maniere ed i modi di esprimersi e di parlare: in alcuni Paesi per farsi rispettare risulta normale gridare, mentre in altri non è così, ed anche da questo “piccolo” problema di comunicazione e relazione si potrebbe pensare che forse la democrazia sia un sogno lontano o difficile da raggiungere. Altro “piccolo” problema è che purtroppo tutt’ora in Tunisia esiste la corruzione anche di comportamenti quotidiani diffusi e per esempio c’è sempre quel poliziotto o quel butta fuori o portiere che ti chiede qual cosa in cambio per lasciarti andare o passare.
Alla fine del programma mi sono resa conto che non è stato il Progetto in sé che mi ha aperto gli occhi o mi ha arricchita ma i ragazzi e le ragazze partecipanti dei diversi Paesi che erano lì con me, le loro storie, le loro avventure ed esperienze : semplicemente fantastiche.
Siamo noi il cambiamento, siamo noi i costruttori della nuova democrazia.