Per un Vangelo Nero

a cura della Redazione.

Vangelo è il titolo del docu-film del regista teatrale Pippo Delbono www.pippodelbono.it  presentato al Teatro Argentina di Roma in questi giorni e in giro per l’Italia in sale alternative il 29 e 30 marzo prima di Pasqua. Questo film viene proposto a quasi tre anni dallo spettacolo teatrale dallo stesso titolo e tema Vangelo del 2016, di cui aveva scritto bene anche Famiglia Cristiana il 14 novembre di due anni e mezzo fa : http://www.famigliacristiana.it/articolo/vangelo-pippo-delbono.aspx.                                                                                Esiste anche un bel video dello spettacolo : https://youtu.be/JoHEZsSJSeQ

Il film quindi è una creazione derivata dal teatro nel quale già l’autore aveva utilizzato in scena immagini girate nel Centro di Accoglienza Migranti vicino Asti nell’estate di quasi tre anni fa. Purtroppo non abbiamo visto quello spettacolo che probabilmente, come quasi tutte le creazioni di Delbono, era ed è molto bello, più forte ed efficace di questo film che invece ci è sembrato ben riuscito solo in parte.

Sono 85 minuti di montaggio delle riprese doppie, con videocamera professionale la maggior parte ( di un cineoperatore ), altre con mini-camera in mano al regista. Dopo una sorta di premessa autobiografica ( esistente in qualsiasi lavoro di Delbono ) il documentario si svolge in un Centro Accoglienza di campagna dove vivono alcuni giovani di origine africana e mediorientale. Per una parte del film il regista ricrea liberamente momenti della vita di Cristo impersonato da uno dei ragazzi citando passi del Vangelo. In altri momenti invece il film si concentra sulle persone, sui visi, sulle storie di alcuni di loro. C’è un’evidente riferimento a Pasolini ma solamente in superficie.

Dal sito PippoDelbono

“Pippo, regista teatrale, si reca in un centro dove i profughi trovano asilo e condivide la loro quotidianità fatta di tempo sospeso tra dolorose memorie e incerto futuro. Poco alla volta i rifugiati si aprono al regista, gli raccontano le loro storie. Inizia così un rapporto di conoscenza che lo porta a immaginare di fare con loro quel Vangelo che la madre in punto di morte gli aveva chiesto di mettere in scena. Alla fine di quel Vangelo rimarranno solo alcuni momenti, ma rimarrà soprattutto il fatto che su queste persone quelle parole riacquisteranno una loro forza originaria. E in questo cammino si incroceranno poi le vite di questi uomini scampati all’esodo. E così l’idea di mettere in scena il Vangelo prende una sua forma incarnandosi proprio nella vita di queste persone, inevitabili protagoniste di un tempo nuovo.”

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“La scelta di mescolarsi con gli ‘ultimi’ della società appare a Delbono come il modo più plausibile per lui, ateo, di affrontare momenti dai testi evangelici perché ‘non si può camminare sull’acqua. Si può solo sprofondare nell’acqua, come sprofondano tutte queste persone che stanno arrivando qua e che cadono, come dei Cristi, in mezzo al mare’.”

 

A differenza dello spettacolo teatrale ( e già il video dello spettacolo lo dimostra ) dove la evidenza della messa in scena, la ricchezza e la forza della creatività disperata del regista ( riconosciuto da anni meritatamente come uno dei più originali e importanti della scena italiana e internazionale ) riescono proprio a colpire e trascinare lo spettatore, il film oscilla continuamente fra tre registri che risultano contraddittori e inefficaci nella loro giustapposizione : la vita e la personalità e il solito corpo del regista comunque protagonista; la reinterpretazione creativa del Vangelo attraverso visi, corpi, storie, lingue, degli Immigrati; le vite e le storie autentiche di alcuni di loro.

E’ comunque significativo e molto stimolante che un regista come Delbono abbia deciso di sperimentare la sua sensibilità umana ed artistica in due opere, una teatrale e una cinematografica, per raccontare a suo modo le Migrazioni, uno dei grandi temi del mondo contemporaneo non solo italiano.

 

Film VANGELO Regia, soggetto e sceneggiatura Pippo Delbono, con Pippo Delbono, Safi Zakria, Nosa Ugiagbe, i rifugiati del Centro di Villa Quaglina di Asti e con Bobò, Petra Magoni e gli attori della Compagnia Pippo Delbono. Musiche di Piero Corso, Antoine Bataille, Enzo Avitabile, Petra Magoni, Ilaria Fantin, Nicola Toscano. Una produzione Stemal Entertainment con RAI CINEMA – Ventura Film, Snaporazverein, Les Films du Fleuve, con il contributo economico del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo in associazione con ARTE’ France – LA LUCARNE.

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