Eppure nella Tunisia delle difficoltà…

Frontiere

rubrica settimanale

a cura di Amira Chaouch

Quest’articolo è dedicato a chi come me crede ancora nell’Umanità e crede ancora che non tutti si comportino seguendo solo i propri interessi e che esistono persone ovunque che vogliono solo dare una mano o semplicemente e con un certo orgoglio dare una bella immagine del loro Paese.

Vorrei spendere due parole parlando di una mia piccola esperienza avvenuta quest’estate nella mia Tunisia.

Stavo nella capitale da una mia amica Nesrin, anche lei italo-tunisina. Andavamo ogni giorno al mare ma con il patto di cercare ogni giorno una spiaggia diversa per esplorare i posti più belli nella nostra cara madrepatria.

Così un giorno c’eravamo avviate verso il Centro città per prendere un taxi ed andare vicino a Gammarth, una città sul Mar Mediterraneo a circa 15 a 20 chilometri a nord di Tunisi, adiacente a La Marsa. Si tratta di una località balneare esclusiva, nota per i suoi alberghi e negozi costosi. Avevamo chiesto al tassista quale posto fosse il migliore per noi gente comune mortale e non super ricche : i tassisti ne sanno una in più rispetto al resto della gente; loro sanno sempre dare i miglior consigli, a parte che con loro si fanno sempre i miglior discorsi politici, almeno in Tunisia.

Il tassista ci porta in una zona calma: c’erano due hotel ma nulla di speciale, il mare era bellissimo, era pulitissimo, la vista era formidabile. Eravamo contentissime di esserci affidate a quel tassista, noi abituate ai tassisti italiani che purtroppo spesso cercano di truffare in una maniera o in un’altra.

Dopo aver passato un bellissimo pomeriggio avevamo deciso di sperimentare l’autobus per tornare in centro. C’eravamo avviate verso la fermata, avevamo aspettato per più di mezz’ora ma nulla. Dopo un bel po’ di tempo passò un autobus che non andava nella nostra direzione, così avevamo deciso di camminare e cercare di fermare un taxi. La zona non era una delle migliori per trovare un taxi libero: o erano tutti pieni oppure la maggior parte della gente era motorizzata. Noi due folli, avevamo deciso di camminare, perché il Centro città non era così tanto distante in fondo.

Avevamo iniziato a camminare, quando ci hanno fermato dei poliziotti: era sembrato del tutto folle che due ragazze camminassero in quella strada. C’hanno chiesto “Come mai ? ” e noi con un sorriso “Beh siamo sportive perché no” e loro “Ma non avete paura ?” e noi “Paura perché?” e loro “La situazione del paese non è ottima e poi voi siete due donne sole e dovreste avere paura!” e noi “Intanto se si è donne non significa che dobbiamo avere paura, e poi paura di che cosa? Ci siete voi che ci proteggete e noi abbiamo fiducia in voi e nel vostro duro lavoro” .

Uno dei due poliziotti ci guardò sorridendo e disse “Ragazze voi farete strada” e noi “Eh sì, di strada ce n’è da qui fino alla capitale !”.

E così abbiamo continuato a camminare….. certo c’erano alcuni che ci davano fastidio per strada ma noi continuavamo tranquille, anche se magari a volte ci sentivamo a disagio, ma non lo volevamo dimostrare.

Dopo un po’ si avvicinò rallentando un camion guidato da un ragazzo che trasportava uova e iniziò a dire qualcosa ma noi non gli abbiamo dato attenzione. Allora il giovane camionista rallentando disse “Ragazze ma lo volete un passaggio ? Tranquille non vi porto a casa, sto andando verso il centro”. La mia amica rispose in fretta “No, no grazie” e allora lui insistette “Beh, ragazze come volete, io volevo solo essere gentile ed offrirvi una mano”. A quel punto guardai la mia amica e le dissi  : “Dai non ci possono essere solo delle persone cattive ! E poi noi siamo due e lui è uno. Dai, Nesrin, saliamo e dimostriamo al mondo che la gente buona esiste”. E lei “Mmmmm va bene, dai. Proviamoci”.

Siamo salite sul camion di Skander, un ragazzo di 25 anni che lavora come esportatore di uova nei negozi. Una persona eccezionale con la quale siamo rimasti in contatto e lo siamo ancora. In quei pochi minuti Skander c’ha parlato della storia delle sue città : Cartagine e Salambo. Ci ha raccontato anche di come aveva fatto per iniziare questo lavoro: insomma era una persona tranquilla e molto gentile. Noi c’eravamo perse nei suoi discorsi quando lui si interruppe per dire “Ragazze non vorrei essere troppo invasivo però ditemi dove volete che vi faccia scendere” e noi “Va benissimo anche qui”. Qualunque posto sarebbe stato perfetto tanto dovevamo farcela a piedi e lì c’eravamo salutati.

Io e la mia amica siamo rimaste contentissime di quello che ci era successo. Ci sono tanti tunisini buoni, gentili, che aiutano ed anche quelli che invece si approfittano delle varie situazioni.

Abbiamo raccontato a tutti i nostri amici, parenti e come al solito ci hanno preso per pazze e ci hanno detto “E se il camionista vi avesse fatto questo e quello” e la nostra risposta era “Se non fossimo salite adesso probabilmente avremmo la vostra stessa mentalità e punto di vista ma noi abbiamo detto no, ci proviamo, non siamo tutti uguali, bisogna cambiare questi stereotipi ed andare avanti”.

Mi pare che abbiamo dato un altro volto a una realtà  che troppo spesso viene alterata.