Sikh…o sigh!

NordItalia MultiEtnica

Rubrica settimanale

a cura di Federica Ruggia

Nella mia rubrica parlo di una società, la nostra, che diventa sempre più multietnica, sia per i nuovi flussi migratori, sia per il fenomeno della globalizzazione, dove oltre alle merci, si spostano sempre di più le persone in cerca di un futuro più dignitoso. Faccio un passo indietro e vado al concetto di multietnico, cosa significa e quando possiamo definire una società tale? Quale sarà il segno che ci farà affermare di essere una società multietnica?

La settimana scorsa mi trovavo in stazione a Milano e mentre uscivo dai tornelli, un ragazzo sikh con il turbante mi ha controllato il biglietto, l’ho interpretato come un segno di trasformazione e soprattutto di speranza verso un nuovo modello che riesce a integrare e non escludere persone che risiedono stabilmente sul nostro territorio, rendendoli, di fatto, cittadini di pari diritti e possibilità.

Approfondendo il concetto di multietnicità ho letto il saggio di Claudio Pestarino[1], nel quale ho trovato una definizione abbastanza esaustiva, si parte dal concetto di ethnos considerando tutti gli elementi che costituiscono un’etnia: la memoria storica (epos), il modo di convivere tramite norme e costituzioni (ethos), la lingua (logos), la sensazione di discendere da un gruppo ancestrale comune (genos) e il territorio (topos). Da queste cinque radici deriverebbe il concetto di identità etnica, che poi è legata al concetto stesso di identità in sé.

Nella storia ci sono stati vari casi di multietnicità, dall’impero romano a quello arabo-islamico. Eppure negli ultimi tempi si discute sempre di più su questo concetto. Io mi chiedo, oltre al fatto che le nostre liste anagrafiche si riempiano sempre più di Mohammed e meno di Giuseppe, possiamo dire che la nostra società è concretamente multietnica?

Quando sono stata a Londra per un mese per studiare l’inglese, la cosa che mi aveva colpito di più era la sua multietnicità, che per me si manifestavano nella diffusione, soprattutto in ambito lavorativo, di dipendenti di origini straniere, autisti degli autobus, commessi, impiegati, brokers eccetera. Questo mi faceva riflettere su quanto in Italia fossimo lontani dall’avere una società così evidentemente multietnica e soprattutto realmente integrata nella vita del nostro Paese. Il mio stupore non era tanto per la posizione lavorativa ricoperta, ma per le opportunità alle quali avevano accesso i cittadini stranieri.

Il mio paragone era con Roma, dove mi ero trasferita per gli studi universitari, era il 2008, città multietnica da millenni, ma ben lontana dal poterla paragonare a Londra. I cittadini stranieri si dedicavano al commercio, alla vendita ambulante, comunque a lavori che, come spesso sentiamo dire nei dibattiti pubblici, gli italiani non volevano più fare. Nel 2008 la crisi economica cominciava appena a farsi sentire. Oggi purtroppo con l’acuirsi della crisi, lo scontro

Il Colosseo tra File, Guide e venditori ambulanti. – fotografo: Benvegnù – Guaitoli

sociale tra  “Noi e Loro” è sempre più acuto, diventa sempre più difficile parlare di società multietnica, dove sia cittadini stranieri sia italiani possano essere considerati cittadini di pari diritti….”sigh”, sospiro!

Ma quel ragazzo sikh che ho incontrato alla Stazione di Milano come Controllore mi fa ben sperare in un futuro migliore.

[1] Claudio Pestarino “I problemi della società multietnica” in Quaderni della Fondazione Professor Paolo Michele Erede www.fondazione-erede.org